14 Febbraio 2012

Gente che mi piace: Ada the globetrotting doll (saving the world, one smile at a time)

Camilla - Zelda was a writer

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Si chiama Ada e Bill Murray è il suo eroe. Ama il profumo del caffè, la street art e le bolle di sapone.
Ada è una Clonette, una bambola di plastica africana. Di africano in effetti ha molto poco, ma il blog che la festeggia come protagonista di un viaggio infinito, le ha dato la libertà sconfinata di certi tramonti che solo l’Africa sa regalare.

Ada viaggia, dunque. Viaggia senza tregua, in compagnia di un grazioso coniglietto. Composta e serena, lungo le infinite vie dell’universo.
Tutto è nato nella mente di Adeline, una fantasiosa ragazza francese (che vive in Norvegia): grazie ad una guida, The Lonely Planet Guide to Experimental Travel (la voglio!), ha deciso di vedere il mondo attraverso gli occhi di una mascotte. In seguito si sono aggiunti: Ada (la mascotte), una macchina fotografica, una grossa busta, un francobollo e una cartolina. Ada attraversa il mondo con gli Stivali delle Sette Leghe, viene fotografa e infine inviata ad un nuovo compagno di viaggio con una cartolina che cita una frase, un libro da leggere, che sparge amore, sorrisi e ispirazione.

Ecco alcune delle tappe di questo magnifico gioco di panorami e usanze:
Tutti possono fare viaggiare Ada, se volete avere maggiori informazioni sul progetto che la vede protagonista potete scrivere qui.
Il progetto, inoltre, è anche su facebook e flickr.

Ma cosa si sa delle bambole come Ada? Tradizionalmente, le bambole africane venivano scolpite nel legno o fatte con ritagli di tessuto. Poi, durante il periodo coloniale, in Ghana comparvero le Clonette, bambole di plastica molto più vicine ai tratti somatici dei figli dei coloni, che delle bambine autoctone… Fu la prima produzione di massa del Continente e ancora oggi se ne possono trovare in vendita nei negozi… variopinte e in posa plastica.
Successivamente, la bambola è diventata famosa nel mondo industrializzato come feticcio di design e ha conosciuto una discreta fama in Francia, forse per quel suo gusto rétro che non smette di far pensare all’infanzia.
Adeline ha trovato Ada in un piccolo negozio di Bordeaux, nel 2008, e da lì ha iniziato a farla viaggiare.
Nel blog viene citata un’Associazione parigina chiamata Filles du Facteur e fondata da Delphine Kohler. Questa realtà non profit  si occupa di aiutare le donne immigrate in Francia e quelle che vivono in alcune aree dell’Africa: lo scopo principale è dare loro lavoro per renderle indipendenti economicamente e psicologicamente.
Adeline dice di aver tentato di contattare Fille du Facteur senza successo, ma spiega come poter acquistare le bambole direttamente dal sito (qui). Dalla descrizione del prodotto si legge che la bambola è alta 24 cm, è presente in diversi colori e, udite udite, è fatta di plastica riciclata!
E così, questa bambola che è stata l’emblema di una certa (in)sensibilità del civilizzatore, oggi aiuta le donne in difficoltà… non trovate che sia un perfetto esempio di riciclo di mentalità?!

Girando nelle trame della rete ci si accorge che molti amano le Clonette… Come non essere d’accordo… guardate per esempio la bellezza di questa foto (tratta dal flickr di eclectic gipsyland):
Che sia un ottimo martedì, Amici belli!
Di riciclo colorato di pensieri ombrosi e improduttivi!
xoxo

11 pensieri su “Gente che mi piace: Ada the globetrotting doll (saving the world, one smile at a time)

  1. Giorgia

    Io per queste cose mi esalto alla follia, è come se un lungo filo invisibile creasse una tela di incontri e di condivisione che ci fa sentire tutti un po’ più uniti! Voglio partecipare anch’io!!!!! Baci sognanti…

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