31 Gennaio 2013

Almeno tre cose – 31 gennaio 2013

Camilla - Zelda was a writer

Almeno tre cose

almeno tre cosealmeno tre cose 31 gennaio 2013

Forse perché sono una fan scatenata di ognuno degli artisti che lo compongono, forse perché il progetto Arm on Stage ha già prodotto una piccola perla (“Sunglasses under all stars”) che mi vanto di possedere, forse perché adoro le imprese attive e lungimiranti, ho deciso di fare [almeno] tre domande a Folco Orselli sul progetto di crowdfunding intrapreso su Musicraiser. Ecco cosa mi ha risposto…

1. Il 2010 ha segnato la prima tappa di un viaggio bellissimo chiamato ARM ON STAGE. A distanza di due anni pieni, e con all’attivo il vostro primo album (Sunglasses under All Stars), dove vi ha portato il cammino intrapreso e quali novità caratterizzeranno le vostre prossime fermate?

Il progetto Arm on stage è stato dall’inizio caratterizzato da una totale voglia di scambio tra me, Stefano Piro, Alessandro Sicardi, (e Claudio Domestico che ora ha lasciato il gruppo), componenti della band e di conseguenza con i fruitori della nostra musica. Coraggio, evoluzione, ricerca, sperimentazione, visionarietà sono alcune delle parole cardine del nostro progetto. “Sunglasses under all stars” è stato il primo passo. Ecco “The Guardian”, il primo estratto dall’album:

Ci ha regalato la consapevolezza di esser in grado di approcciare ad un nuovo modo di comporre che parte dalla totale commistione dei gusti e delle ispirazioni dei singoli componenti. Libertà di immaginare ancor prima di mettere le mani sugli strumenti. Il nuovo lavoro è guidato dalla stessa energia, con l’apporto di Paolo Benvegnù alla produzione artistica, Lorenzo Corti alle chitarre elettriche e Michele Pazzaglia ai suoni. Abbiamo in cantiere 12 brani che spaziano tra i generi musicali, mantenendo quel sound che abbiamo trovato e che contraddistingue dall’inizio il progetto.

2. Ci parli della decisione di seguire la linea del crowdfunding? Come e dove possiamo aiutare la vostra nuova impresa?

L’amicizia con Giovanni Gulino dei Marta sui Tubi e di Tania Varuni, i creatori di Musicraiser per il crowdfunding, ci ha permesso di conoscere più a fondo questo nuovo fenomeno.
Ci è sembrato subito rivoluzionario il ribaltamento di forze che vede negli appassionati di musica i veri produttori dei dischi. Purtroppo la gran parte della discografia ufficiale produce lavori che hanno poco a che vedere con lo spessore artistico e molto con la commercialità. Il crowdfunding è un’opportunità meravigliosa, uno strumento che usato con consapevolezza, potrebbe portare ad una vera rivoluzione in campo artistico: 1000 persone che tramite l’acquisto anticipato del disco (quindi nessuna regalia o “elemosina”) hanno la possibilità di imporre al vaglio del mercato un’opera artistica che ritengono valida.
Cosa succederebbe se l’opera diventasse di successo? Avremmo dimostrato che i presunti sensori che stanno dietro le scrivanie, filtrando idee e adducendo per lo più argomenti che non hanno nulla a che vedere con il “bello”non sono in sintonia con quello che la gente vuole davvero.

“È il mercato bellezza!”… questa volta lo diremmo noi. Ecco il link nel quale potete vedere di cosa si tratta. C’è anche un nostro brano/video making of estratto dal prossimo lavoro e tutte le ricompense nel caso decideste di appoggiarci.

3. Nel corso della  tua carriera – densa di scambi tra la tua travolgente energia e una risposta bella, colorata e piena di chi ti segue – cosa non smetti mai di aver voglia di regalare attraverso la tua musica e cosa pensi di aver sempre ricevuto?

La mia carriera (parola che mi piace perché ha un non so che di antico come paillard, bluson o lapis) ha sempre messo al centro di tutto l’onestà intellettuale, la mia passione per il live e quindi il volteggiare senza rete e anche una buona dose di autocritica. Sono sempre alla ricerca di strade che mi permettano di capire a fondo cosa sia questa ossessiva voglia di sfidarmi, di abbandonare i luoghi che ho trovato per buttarmi di sotto a vedere cosa si trova nel baratro di una nuova esplorazione. Credo che questa inquietudine sia una garanzia per chi mi segue, la garanzia di non trovarmi dove si aspettano. Arm on Stage, per esempio, mi ha procurato più di una critica, soprattutto da parte mia, mi ha inizialmente messo in crisi con il mio modo precedente di cantare. Ora mi sono accorto che ho camminato per anni con 50 chili sulle spalle, Arm on Stage mi ha liberato, ci ha liberato. Non credo che noi membri della band saremo gli stessi dopo questa esperienza. Ecco, credo di voler regalare a chi mi segue la sana inquietudine della ricerca di libertà.

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Almeno tre cose – Link
1. La mostra d’arte
2. Il concorso (scadenza: 28 febbraio 2013)
3. L’artista
4. Il libro
5. Il Festival di Poesia
6. La libreria
7. Il progetto di crowdfunding

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