Non scrivere di me è stato il mio libro amico delle ultime ore. Lui e qualche gelato. Poi un divano che pareva l’anticamera dell’Inferno e un ventilatore dai ringhi minacciosi.
Ho amato questo libro e, come per tutti i grandi amori che si rispettino, faticherò a trovare le parole utili a descrivere il mio sentimento. Rileggerò questo post, trovandolo inutile. I miei pensieri mi sembreranno di una banalità disarmante.
Voi prendete il buono e tuffatevi nelle sue pagine, è un consiglio da amica!
Avete presente i libri che raccontano la vostra storia senza conoscervi affatto? Vi è mai capitato di incontrare quelli che vi spronano senza chiamarvi per nome? E quelli che arrivano nel momento in cui la ferita si sta rimarginando e lottano a suon di capitoli perché la lezione non vada a finire nel dimenticatoio, li avete mai conosciuti?
Beh, credo di poter dire che questo libro, edito da Feltrinelli e uscito da qualche mese, sia uno di loro. Per quanto mi riguarda, ha parlato alla mia passione sottesa per le parole scritte e al bisogno, da troppo tempo sedato, di tornare a sporcare pagine.Lo scaffale che accoglierà Non scrivere di me annovera due caotiche file di quelli che io chiamo i libri a grappolo. Libri fondamentalmente generosi, capaci di regalare nuovi spunti, di prestare una spalla in particolari momenti della vita di chi li avvicina. Per puro caso, per una magia che non smette mai di regalarmi stupore e felicità.
Ogni volta che li leggo, mi prende una tale voglia di fare, di definire le mete e di leggere come una forsennata che non smetto mai di ringraziarli, continuando a citarli, a consigliarli, a scrivere di loro, a mandare messaggi d’amore ai loro autori.
Vorrei farlo ancora una volta, vorrei ringraziare Livia Manera Sambuy, per avermi portato per mano nella sua più grande passione, quella della lettura e del giornalismo narrativo.
Vorrei ringraziarla per avermi ospitato nelle stanze dei suoi pensieri e delle sue reticenze, per avermi fatto respirare il profumo della sua aria, lasciato sempre un piccolo spazio nei suoi incontri speciali, con scrittori che ho amato e altri che non conoscevo ancora.
Porterò con me l’odore acre degli ospedali, la pioggia di Parigi, quel tragico lasso di tempo tra le 18 e le 19 – ora in cui i matrimoni naufragano miseramente – e, non da ultima, la desolata prospettiva di un McDonalds in mezzo al nulla.
È stato rincuorante saperla in perenne ricerca, nonostante i notevoli traguardi raggiunti. Sapere che non si smette mai di stimare la strada percorsa e quella da macinare è una grande consolazione per tipi come me, sempre in perlustrazione, senza grandi mete ancora raggiunte.
È stato entusiasmante poter leggere di scrittura e di scrittori, della loro sudditanza alla penna, della impercettibile scheggia di ghiaccio dei loro cuori, della necessità vitale di costruire ponti, aggirando così il terribile guaio di certe questioni che è impossibile esprimere in modo diretto.
Questo libro mi ha spinto a guardarmi dentro in modo decisamente franco e non è stato facile ammettere certi errori, certe colossali perdite di tempo, certe scuse accampate come il peggiore dei mocciosi.La cosa più preziosa che mi porto via dalle sue pagine è la fragilità della passione creativa e il bisogno irrefrenabile, tellurico, vitale di continuare a frequentarla.
Vorrei non perdere mai di vista il suo richiamo, anche se spesso aggiunge ulteriore fatica e giorni che stentano a decollare. Vorrei continuare ad ascoltare storie che mi inducano a produrne di nuove, vorrei cercare di essere all’altezza delle mie aspettative, dei miei sogni inconfessati.
E voi, siete pronti a innamorarvi di nuove storie?
Che sia una buona giornata!
Camilla
Zelda was a writer
E’ stato bellissimo leggerti in questa mattina un po’lenta, caffè e gatto appallottolato in braccio (qui non fa così caldo). Grazie!
Ah, e poi, convinta: il libro lo leggo. ;)
Buona giornata anche a te!
Che meravigliosa immagine! Grazie di cuore, Silvia!
Ciao Camilla, proprio stasera l’autrice presenterà il libro a Firenze e dopo aver letto le tue parole ho uno stimolo in più a partecipare. Grazie per i tuoi sempre preziosi consigli. Un abbraccio.
Grazie a te, Silvia!
Ti invidio un po’: io ho perso la presentazione milanese! Ascoltala anche per me <3
Lo farò. Tu però “riprendi a sporcare le pagine”! ;-)
Baci da una già calda Firenze… a proposito, non capiti mai da queste parti? Sarebbe un grande piacere conoscerti.
Mezz’ora di libertà da due piccoli bimbi e corro qui a leggere di creatività, sogni, libri…e non resto delusa!!! Che dire, grazie
Allora io aspetto il tuo nuovo libro..nella speranza che tu poi sia obbligata a venire a Udine a presentarlo!!!!! ;-)
Ciao Cam..
Beh che dire…dovrò per forza leggerlo! Buona giornata anche a te Camilla!
Che dolcissimo post, mi hai proprio incuriosita! :)
L’ho letto anche io, un paio di settimane fa. La cosa che ho trovato più straordinaria è il fatto che… parlasse proprio a me e di me.
Fino a quando ho vissuto a Parigi diverse persone mi hanno detto che avrei dovuto incontrare Livia Manera, che avevamo un sacco di cose in comune, che mi sarebbe piaciuta molto. L’occasione non è mai arrivata, ma leggendo il suo libro mi sono accorta di quanto la letteratura, la passione per la parola scritta e per le storie siano veramente fonte di vicinanza e di condivisione fra le persone. Come dice nel libro “la letteratura ha il potere di aprire dei canali di comunicazione che altrimenti ci sono preclusi”.
Scoprire, poi, fra le pagine del libro, che lei è venuta a contatto con persone a me molto care e vicine, beh, è stato straordinario.
E poi, quanti consigli per nuove letture!
Grazie a te per questo post. Chissà mai che un giorno non ci si incontri di persona (se sapessi quanto le mie socie-amiche mi prendono in giro per questo mio desiderio…)
Un abbraccio di sole, cara Lidia! E che nessuno rida del nostro prossimo incontro ;)