Splendidamente impreparati alla lunga insignificanza della vita.
Frances Cornford
Non so bene come ordinare le belle sensazioni delle ultime ore. Di solito scrivo con un’idea di massima in testa, ma questa volta è tutto molto confuso e potrebbero volerci tante righe o, inaspettatamente, potrei esibire una capacità di sintesi insperata.
Amici. Ieri sera sono andata a vedere the HISTORY BOYS di Alan Bennett (per la regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani) al Teatro Elfo Puccini di Milano. Ve lo consiglio con tutto il trasporto di cui sono capace, sicura che ne sarete rapiti e piacevolmente confusi come la sottoscritta. Avete tempo fino al 23 gennaio, qui trovate tutte le informazioni del caso.
Dunque, ero nel foyer del teatro con la mia amica Mari. Facevamo un aperitivo in attesa di entrare in sala. In questo periodo sono monotematica, parlo solo di libri e scrittura; e in quel frangente non ero da meno. Si discorreva di lettura e del piacere specialissimo che se ne ricava, dello stupore che ti coglie in quel preciso istante – magico e irrinunciabile – in cui ti accorgi che qualcuno che non ti ha mai conosciuto parla proprio di te, in un modo che ti emoziona, ti onora, ti scombussola.
Questo lo dicevo io e lei, che vedeva per la terza volta lo spettacolo, restava in silenzio. Annuiva, sorrideva, si diceva d’accordo.
Inizia lo spettacolo e i numeri dei nostri posti ci dividono. Mari è in terza fila, io sono in prima, nel lato opposto rispetto al suo; giurerei di sentire il fiato degli attori, il fruscio di loro vestiti, i battiti del cuore.
Ad un tratto s’insinua il miracolo. Hector (un Elio De Capitani immenso) è il professore di un gruppo di studenti alle prese con gli esami di ammissione alle università di Oxford e Cambridge. Lui, il sovvertimento degli schemi, portatore di una confusione sana e innamorata, strambo demiurgo di piccoli giardini di delizie dell’anima, inizia a raccontare di quello specialissimo amore per la lettura e dello stupore che si crea ogni sacrosanta volta in cui leggi qualcosa e ti senti immediatamente capito, immediatamente descritto, immediatamente assolto.
Deglutisco, Amici. E forse il rumore del mio stupore si percepisce per la sala. Mi sento vicinissima alla mia amica, anche se siamo speculari, e so con certezza che in quel momento sta sorridendo emozionata.
Sul palco della sala Fassbinder ieri sera, si è tenuto qualcosa di speciale e unico. Il fatto che questa unicità si ripeta fino al 23 gennaio, rientra nella grande fascinazione del teatro; quello che ognuno la percepirà come un’esperienza intima e personalissima, fa parte del bellissimo gioco della fruizione estetica.
Proprio in merito a questo magico senso di possesso, qualche giorno fa ho letto un bellissimo scritto di Niccolò Ammanniti: faceva da premessa ad un libro di John Fante, da sempre il mio personale fluidificante per la scrittura. Mi sono commossa quando ha descritto la convinzione dei suoi 17 anni di sentirsi l’unico a poter possedere e capire la produzione dello scrittore italo-americano. Lo sentiva un fatto suo, un fatto da difendere.
Comprendo perfettamente questo genere di esclusività artistica. E ieri sera, mi è parso che lo spettacolo mi avesse cercato scientemente, in un momento in cui avevo un grande bisogno di lui: era una questione privata e, magicamente, il palco si è direzionato solo verso di me.
Moltissimi tra gli spettatori avranno pensato la stessa identica cosa e così il palco si è parcellizzato senza perdere forza, gli attori si sono regalati, moltiplicandosi per il numero di chi li chiamava e le parole, le magnifiche parole di quella manciata di minuti, ce le siamo portate a casa sulle spalle e nel cuore, ognuno nel corso di una nottata diversa. D’amore, insonne, inconsapevole o disperata. Una notte specialissima.
La bellezza ispira, Amici. Ispira bellezza e intuizione. Crea intenti, speranza, ammirazione e voglia di fare, di creare, di credere. Dopo un incontro tanto bello, ho solo una gran voglia di procedere. Buona domenica, che vi tratti come meritate!
un post splendido. che chi non conosce il potere e la meraviglia del leggere non può capire. ma io fortunatamente lo conosco bene!!!
ed è una salvezza, a volte…
grazie cara PA! se riesci ad andare ti fai un vero regalo!
sono così felice, oggi!!
ti mando un sorriso di quelli formato famiglia e mi fiondo su un tè!
Adoro leggere la tua felicità, si sente!
@ju: ma belle, rientra tutto nella rivoluzione del sorriso! stiamo raccogliendo un sacco di punti!! <3 un bacio al tuo Leoncino!
Alla faccia che eri confusa!!!!!
Tu non sai che potere sprigioni dai quei polpastrelli avidi di battute!
Insomma ho almeno pensato a 4 persone con cui fare una bella serata a due!!!!!
@ adri: ahahahahahahhaha!! esperienza pazzesca, bella amica! :OO
ma son finiti i biglietti???????? nooooooooooo
ho visto :( uffffffffffffff
ciao. sono angelo di genio. o meglio l’attore che nell’History Boys da te visto al teatro dell’elfo “dava vita” a DAKIN.
Volevo solo dirti GRAZIE! un grazie sincero….
la tua storia mi riempie il cuore e mi stimola, anche in questo periodo cosi difficile per il teatro, a continuare a lottare per questo mestiere!
Finche ci sono persone come te, che vivono queste belle emozioni, vale la pena farlo!!!
GRAZIE
Angelo
grazie a te, Angelo!
Non sembra possibile ma l’energia gira vorticosamente, anche nel pieno dei giorni del “tutto da rifare”, quelli stessi delle speranze da riporre in cantina. S’intreccia in piccoli (ma decisivi) battiti di ali di farfalla, l’energia, e produce incantamento, cambiando menti e sovvertendo destini segnati.
Grazie dunque per essere portatore sano di questa energia, grazie per il coraggio, la tenacia e per questa opera di condivisione costante e innamorata. E pure per essere passato qui! :)