23 Maggio 2011

Ciò che non muore – da una lettera d’amore a Giovanni Falcone

Camilla - Zelda was a writer

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Giovanni, amore mio,
sei la cosa più bella della mia vita.
Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore.
Francesca

(Francesca Morvillo,
a Giovanni Falcone)


Ciò che non muore è quello che si è trasformato, come un qualunque eroe dei fumetti che alla fine di ogni guaio ne è sempre uscito vittorioso.
È il calco del sentimento di bene che ti avvolgeva nelle notti di temporale impazzito. Tu piccola, lui rincuorante. Tu sicura che non ti avrebbe mai lasciato, lui in piena polemica con le leggi della natura, con il passare del tempo.
Sono le cose storte che avevano un senso per te e pochi altri. Raddrizzate, sono tornate di tutti e non parlavano più dei tuoi giorni. Sono gli orizzonti che ti sono sempre piaciuti sfumati, perché era in quei particolari frangenti che potevi arredare la loro lontananza, potevi scriverci mille e una storia, per ogni ora dei tuoi pensieri.

Ciò che non muore è il tuo impegno, a prescindere da come sia finita. Quello di ogni giorno, quello del “un pezzettino alla volta”. Quello che intravedi solo in prospettiva. Da un solitario avamposto di grilli canterini dove, con un lungo cannocchiale e una manciata di pop-corn, ti appresti a studiare il passaggio di astri e desideri.

Non muoiono i tuoi modi attenti, anche se qualche volta hai avuto l’ardire del dito alzato. Quando è capitato, tu e quello che sembrava il pennacchio di una bandiera senza patria, vi siete guardati con vergogna, ma chi vi ha veramente amato non se ne ricorda più. Forse perché non l’ha mai notato veramente.

Ciò che non muore sono le parole che hai scritto, le cartoline che hai mandato, gli abbracci che non hai lesinato, i tentativi che ti hanno affaticato. La buona educazione, i sussurri pieni di suono, la gratitudine dell’infinitesimale e l’incoerenza del tuo pazzo ottimismo. La straziante paura del buio, in notti di silenzi prepotenti. Il sentimento d’intreccio che non ha contratti. La ricerca labirintica di ciò che hai continuato ad amare e che sempre ti ha aspettato, nonostante il cambio delle stagioni. Come una saggia Penelope al telaio.

Ciò che non muore non deve ritornare, perché c’è sempre stato. Se guardi bene, lo puoi vedere non lontano da te, con dieci decimi di verità. È lì e non attende le tue scuse, perché ha sempre saputo chi sei e cosa ti muove.

Camilla
Zelda was a writer
xoxo

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