Sono andata ieri sera, Amici. Sono andata qui. (Trovate l’evento anche qui).
E oggi sono avvolta da quel piacevole e catatonico senso di bellezza e volontà che mi prende dopo ogni incontro con qualcosa di forte e profondo.
Ma che fortuna folgorante è stata, quella che ha voluto che Fabrizio De André nascesse qui, in territorio italico? Che fortuna abbiamo avuto noi, che gli siamo stati contemporanei?
Non riesco a raccontarvi moltissimo di questa mostra. Credo vada vissuta in solitudine (la stessa che De André amava e rincorreva), credo che vada soprattutto visitata in orari tattici (avete tempo fino al 15 maggio, presto!!), che vi consentano di esplorare – con tempi e modalità tutte vostre – le bellissime trovate che la caratterizzano. Poi portatevi un taccuino e appuntate qualche frase che spunterà per caso lungo il vostro cammino.
Tutto quello che caratterizza questo grandissimo poeta ha un senso per ognuno di noi. E questa è la grande ricchezza del talento: saper essere schiaffo o carezza per ogni singolo abitante della Terra. Schiaffo che resta sulla guancia, carezza che non perde di calore. In un modo speciale, sussurrato, unico.
Vi lascio con uno stralcio di intervista fatta da Vincenzo Mollica per Tg1 Sette nel 1989. Credo di essermici trovata dentro tutta, dalla testa ai piedi.
V.M.: Che valore hanno per te l’utopia, il sogno?
F.D.A.: Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire, senza passioni, senza slancio, sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente d’istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica.
V.M.: Fabrizio, che tipo di presenza è oggi per te il mare?
F.D.A.: Pare che perfino Attila si sia fermato di fronte al mare; Attila sicuramente non era un buon marinaio, ma può darsi che di fronte al mare gli sia bastato sedersi e immaginare.
V.M.: Tu che di tipo di complicità hai oggi con il mare?
F.D.A.: Il mare separa e unisce popoli e continenti. Nel momento in cui li separa, direi che ti stimola il sogno, la fantasia; nel momento in cui li unisce, vale a dire nel momento dell’intrapresa del viaggio, ti mette a rapporto costante con la realtà. Per quanto mi riguarda, quindi per quanto riguarda il mio mestiere, direi che la complicità del mare è duplice: è una complicità poetica e una giornalistica.
Viaggiate lungo la saggezza di un mare che unisca e divida.
Sentitevi protagonisti di una vita fatta di curiosità e piccoli bagliori.
Amate con forza tutto quello che vi stimoli ad amare senza vergogna.
Buonissimo week-end, preziosi Zeldiani miei!
xoxo
Cami, Emiliano (= marito) ci è stato questa mattina e sottoscrive in pieno. Anche lui è rimasto molto colpito dalla foto della letterina a Babbo Natale…
Buona serata
a te, chiara!
rapido cambio di mise e stasera serata… non mi capitava da un lustro :DDDD!