Perché il laggiù è un diritto sacrosanto.
(auto-cit. min rich.)

Amici preziosi, ho scattato un numero spropositato di foto, ieri.
L’ho fatto nel pieno di un rilassamento del cuore e dei pensieri. Con la speranza che anche voi vi poteste sentire in gita con me, anche se in differita.

La casa liberty in cui mi trovavo, a Stresa, è un’opera architettonica del 1909, firmata nientemeno che da Giuseppe Sommaruga. C’erano tre finestre per cui ho provato un feroce innamoramento: oltre la loro apertura, tutta l’estensione del Lago Maggiore si regalava al piacere degli occhi come uno di quegli abbracci dati senza sconti o reticenze.
Ho espresso ai miei amici la convinzione che chiunque dovrebbe possedere tre finestre così: chiunque dovrebbe avere un orizzonte a portata di mano con cui fare i conti. Loro si sono detti d’accordo e abbiamo iniziato a ipotizzare un futuro di panorami bellissimi.

Sono stata benissimo, ieri. Ho mangiato bene, ho riso, schiacciato un pisolino, comprato della carta da lettera meravigliosa, fatto due regalini. Ho avuto anche il tempo necessario per stare zitta (pazzesco, non trovate?!), perdermi nell’orizzonte e scrivere una riga di qualcosa che forse finirà da qualche parte. O forse no.

Vorrei che ognuno di noi avesse tre finestre liberty oltre le quali perdersi. Vorrei che i loro riquadri di vetro regalassero serenità e speranza, intuizione e produttività. Vorrei che ci fosse un rifugio tangibile per buona parte delle nostre importantissime fantasie e che, da quell’avamposto di sussurri e colore, ognuno si sentisse di mandare lettere scritte o semplicemente pensate.
In fondo, il laggiù dovrebbe essere un diritto di tutti… non trovate?

Vi bacio e tornerò con la valanga di materiale che l’ultimo lavoro mi ha impedito di postare degnamente.
Buonissimo venerdì a Tutti. Che sia orizzonte da raggiungere o pazzo intento da vagheggiare.
xoxo