Scorrono lievi, questi primi giorni di luglio.
Un sonno imperioso, la speranza d’importanti rivolgimenti e il grande desiderio di mare. Sto rincorrendo la maturazione della frutta che compro ogni sabato al mercato, in preda ad un delirio da casalinghitudine che non mi appartiene affatto.
Accade sempre la solita cosa. Mi vesto canticchiando, agguanto il carrello a fiori ed esco come il vento che fa corrente, convinta che sia bellissimo non avere un piano, una tattica, un modo d’azione prevedibile. Uscita io, i pensieri che lievitavano nell’aria tornano a sedarsi, come gatti sonnacchiosi.
Ogni volta mi fermo davanti alla stessa bancarella di frutta e verdura. Fingo la ricerca, la conoscenza, l’interesse. Mi accodo alle casalinghe disperate e cerco di spingere la vista ben oltre il pizzicagnolo calabrese. Il mio vestito segue i movimenti del ghibli di tutti i mercati, un alito caldo e definitivo mi attanaglia le gambe rendendole pesanti, gonfie.
Le mie gambe e l’asfalto: un unico blocco imperlato di resti di vegetali, relitti di cassette e di noccioli di albicocca.
Di solito ascolto con perizia la spesa dell’ultima casalinga, quella prima di me: serve per prendere spunti, per entrare nella parte. Non arriva mai il mio turno. Il caldo incalza, la confusione da lista della spesa monta. Quanti saranno due chili? E due chili di mele sono uguali a due di ciliegie?
Ogni volta, la solita bancarella. Il suo fruttivendolo mi frega in modo leggiadro. E io torno da lui. Ogni volta. Mi risulta facile farmi fregare da lui, non saprei spiegarvi il perché… Credo si tratti di una forma di affezione paradossale, di sindrome di Stoccolma…
Dopo il fruttivendolo inizia la rincorsa alla suddetta maturazione della frutta. Evito con tutta me stessa che qualsiasi cosa venga buttata. Faccio i salti mortali, grandi macedonie, caponate, insalatone. Ottimizzo, sminuzzo, affetto, fondo, imbalsamo.
Non è fantastico avere delle sacrosante manie? Nel caso vogliate rispondere a questa evidente domanda retorica, vi prego di mentire! ;D
Segue una selezione di una delle manie del periodo: yogurt al cocco!!
Ah!! Altra notizia di queste ore: cade un seme dall’alto, non si sa da quale balcone. Cade proprio nel mio vaso vuoto. Pieno di terra secca e crepata. Poteva cadere in quello della pianta grassa tentacolare e nulla sarebbe accaduto. Invece no, lui sceglie lo spazio per germogliare. Ne nasce una piantina, sulle prime la guardo come fosse erbaccia, ma mi dico che un po’ di verde sia comunque meglio di nulla. Da qualche ora la piantina è diventata un grappolo di fiori viola e io penso che la vita sia una vero tripudio di stupore!
Buon pomeriggio a tutti!!
xoxo
quel fiore lì, ecco, io lo chiamerei Gingilla. lo battezzerei, insomma. che se lo merita di sicuro :)
e Gingilla sia!! adesso ha due fratelli, cosa faccio: Gingilla per tutti o devo variare la nominazione?