Ecco dunque la nostra nuova guest-blogger Cecilia!!
Spiego tutto di lei e dei suoi Vintage Diaries qui!
Ari-baci!
xoxo
Spiego tutto di lei e dei suoi Vintage Diaries qui!
Ari-baci!
xoxo
Nell’aprile del 1953, un anno prima di morire all’età di quarantasette anni, Frida Kahlo ebbe la prima importante retrospettiva messicana delle sue opere pittoriche. La sua salute si era ormai talmente deteriorata che nessuno si aspettava di vederla all’inaugurazione. Ma alle otto di sera, un attimo dopo che le porte della Galleria d’arte contemporanea di Città del Messico si furono aperte al pubblico, arrivò un’ambulanza. L’artista, vestita del suo prediletto costume messicano, venne portata in barella fino al grande letto che già dal pomeriggio era stato installato nella galleria. Il letto era decorato come piaceva a lei, con fotografie del marito, il grande muralista Diego Rivera, e dei suoi eroi politici, Malenkov e Stalin. Scheletri di cartapesta pendevano dal baldacchino alla cui volta era stato fissato uno specchio che rifletteva il suo volto devastato eppure splendente di gioia. Ad uno ad uno, duecento tra amici e ammiratori andarono a congratularsi con Frida, quindi formarono un circolo intorno al suo letto e si misero a intonare con lei ballate messicane che durarono fino a notte inoltrata.
Questo è l’incipit del prologo della vita di Frida narrata da Hayden Herrera.
Un incipit che rappresenta il culmine e che testimonia le qualità di questa donna: il coraggio, l’alegría di fronte alla sofferenza fisica che l’accompagnò per tutta la sua esistenza, la passione, la sorpresa e la specificità; un amore tutto suo per lo spettacolo come maschera con cui proteggere se stessa e la propria dignità.
Terza figlia, nasce il 6 luglio del 1907. Poco dopo la madre si ammala e Frida viene allattata da una donna indigena, fatto per lei di fondamentale importanza. Tre anni dopo scoppia la rivoluzione messicana. Appena poco più grande, dichiarerà sempre di essere nata il 7 luglio 1910, inizio della rivoluzione guidata dai leggendari Pancho Villa ed Emiliano Zapata. Non era una civetteria: era convinta di essere realmente nata col Messico nuovo.
Terza figlia, nasce il 6 luglio del 1907. Poco dopo la madre si ammala e Frida viene allattata da una donna indigena, fatto per lei di fondamentale importanza. Tre anni dopo scoppia la rivoluzione messicana. Appena poco più grande, dichiarerà sempre di essere nata il 7 luglio 1910, inizio della rivoluzione guidata dai leggendari Pancho Villa ed Emiliano Zapata. Non era una civetteria: era convinta di essere realmente nata col Messico nuovo.
A sei anni si ammala di poliomenite, e da qui inizierà il calvario atroce che l’accompagnerà per tutta la vita, a cui farà seguito un brutto incidente che peggiorerà la situazione e la porterà a convivere quasi quotidianamente con il dolore.
Frida conosceva il potere magico degli abiti come sostituti; indossando questi abiti sgargianti, faceva sensazione ovunque andasse. Gli abiti erano la maschera e cornice ed erano in grado di distrarla dal dolore interno.
Nel 1929 divenne la terza moglie di Diego Rivera: che coppia incredibile! Lei piccola, impulsiva e fiera, pareva essere uscita da un romanzo di García Márquez, lui enorme e stravagante. Lo amò ossessivamente, cercando però per tutta la vita di sottrarsi al suo dominio. Lo divertì e seppe stupirlo, sempre.
Alla sua morte, il viso grasso e pieno di Diego si afflosciò e ingrigì. Nella sua autobiografia, riporta il giorno 13 luglio del 1954 come il più triste della sua vita.
Alla sua morte, il viso grasso e pieno di Diego si afflosciò e ingrigì. Nella sua autobiografia, riporta il giorno 13 luglio del 1954 come il più triste della sua vita.
Nel 1955 Diego regalò la casa di Frida al popolo del Messico con tutto quello che conteneva. Oggi la casa è aperta ai visitatori. Pochi giorni prima di morire, Frida intinse il pennello in una vernice rosso sangue e scrisse il proprio nome, la data e il luogo, dove il quadro era stato eseguito. Poi in maiuscolo tracciò il suo saluto: VIVA LA VIDA.
Cecilia
20134 Lambrate
Mi viene solo da dire viva la vida.
Perché non si può mettere insieme Frida, un bel racconto, vestiti vintage e le foto di Camilla, e poi pretendere che io scriva qualcosa di sensato.
Non si può.
ghighighighi!
(come vedi non c’è limite al non sensato. no.)
quote
‘Lo divertì e seppe stupirlo, sempre.’
unquote
ecco qual è il segreto.
grazie Zelda
grazie Frida e auguri in anticipo, per domani…;)
m.
sai, c’è anche da dire che diego fu un grande motivo di pena per frida.
tataaaannn, ecco che arriva la mannaia del mio iper-realismo… :DD
comunque, grazie a te, m.!
passa una buona giornata!! <3
Come mi è piaciuto questo post…uuuh! Che bello, che bello, che bello!