23 Settembre 2011

Milano sfila (le leggendarie imprese di due amiche) // Parte 2

Camilla - Zelda was a writer

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Buon giorno Amici!
La moda per me è legata alla curiosità che provo per le cose.
Le cose, sì. Le stesse che ci ostiniamo a fermare nella nostra vita e che ci sopravvivono, dopo che abbiamo fatto di tutto per possederle.

Se l’inizio di questo post vi pare pessimista, sappiate che è solo apparenza! In realtà credo che sia una delle cose più interessanti e stupefacenti dei nostri giorni: le cose e il fascino che esercitano su di noi. Un amore senza limiti o dubbi. Impietoso, unidirezionato, da tragedia greca.
Amo le storie, Amici (… credo si sia capito), e così, se compro un vestito vintage, mi chiedo subito a chi sia appartenuto e quali mani l’abbiano confezionato. Le cose sono le testimoni di passaggi inauditi, vestono idee e corpi, sono state toccate, sostenute e ridotte in mille pezzi da infinite mani.
E’ un gioco che non smette mai di ripetersi.
La moda per me è ancora una volta storia.
Non riesco a pensarla se non come tradizione, fantasia, gesto, punti di un vissuto che è arrivato lì, un attimo prima di me. Non un’ostentazione di marchi, né la labirintica sequenza di stagioni da presentare, ma un bellissimo intrico di storie e volontà che corre lungo le trame di stoffe colorate e intenzioni creative folgoranti.

Lo so, esiste dell’altro… Una cospicua parte commerciale, la bieca ricerca di mercato, l’ipnotica tendenza a rimbambirci e a farci credere che senza quello scaldanaso in cachemire e seta con inserti in pelle dorata – quello che vogliono tutti – noi proprio no, non potremmo vivere… Ma forse questa è una cosa che  riguarda la visione d’insieme, il clamore, la riga che si tira sotto numeri troppo grandi per interessare noi, che siamo qui, sorseggiamo una tazzina di caffè e ci raccontiamo qualche piccolo stupore delle ore che ci riguardano.

La moda è espressione di sé, piccolo sussurro di fantasia, azzardo e bisogno fisiologico di colore, guaine protettive, esplosione egocentrica del proprio essere in un qui e ora da arredare e in cui lasciare una piccola scia. Un profumo, un fiocco, un fruscio di tessuto.

Sono felice di queste ore nelle cose della moda. E come spesso accade, ho perso di vista il senso ultimo del mio fotografare e mi sono fatta portare via dai volti.

Chissà quante storie si celano dietro alle pieghe del viso di ognuno dei miei soggetti anonimi. Chissà quante sono state cancellate o messe in risalto con metodi definitivi, con una traccia corposa di rossetto rosso o con un cospicuo strato di correttore per le occhiaie. Chissà.

Nel week-end caricherò tutte le foto di queste ore piene di colore su flickr.
Per ora, con il cuore, l’augurio di una buona giornata a Tutti Voi!!
xoxo

4 pensieri su “Milano sfila (le leggendarie imprese di due amiche) // Parte 2

  1. ILa

    mi prendi per cretina integrale se ti chiedo che smalto hai in questa foto in cui stringi il fiocco? e quello nella foto nell’header?
    No perchè ne cerco uno cosi’ ciliegioso da tempo, ma quei maledetti delle profumerie mettono i fari sul giallo, il risultato è che quando arrivi a casa ti accorgi di aver comprato il diciottesimo smalto rosso-rosso e non rosso-ciliegia.

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    1. Zelda was a writer Autore articolo

      sai che abbiamo un problemone? perché il filtro con cui ho trattato la foto falsa i colori e quello è in realtà un rosellino che dopo 15 strati s’inizia a intravedere…
      ma se io dovessi consigliarti il rosso rivoluzione dell’ultimo periodo, direi solo una parola: ESSIE!

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