23 Novembre 2011

Outing letterario (anzi due) e un libro

Camilla - Zelda was a writer

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Buongiorno a Tutti. Oggi devo fare outing.
Un outing lettarario.

Avrò avuto dodici/tredici anni e sono entrata in libreria. Spavalda come non mai, individuo chi mi possa aiutare nella mia ricerca, e chiedo:
Buongiorno Signore (sempre stata educata, io), ce l’avete UN CANE AL VENTO di Giovanna Deledda?
Risata compulsiva che arriva dalle viscere dello scantinato. Il tizio che rantola di fronte a me. Io che allora mi batto la testa con la manona e tento di rimediare:
Mi scusi, ha ragione… Intendevo dire Grazia Deledda, non Giovanna!
Il tizio muore di risate lì, con l’immagine di un cane strapazzato dal vento sardo che, si sa, non perdona. Funerali di stato e coroncina di lauro sulla sua tomba.

Altro outing.
Sempre letterario. E pure filosofico.

Libraccio. Adolescenza piena. Arriva finalmente il mio turno dopo una infinita attesa per l’acquisto dei libri scolastici.
Piccola premessa: in quel periodo della mia vita iniziavo a giocare confusamente con le figure retoriche. Se per caso dovevo chiedere: Mi passi il sale? Mi prodigavo in perifrasi accattivanti, che puntualmente nessuno capiva.
Mi passi l’amaro granello delle nostre ferite? Mia madre restava lì, sospesa. Un attimo di silenziosissimo niente. E poi la cena continuava: il telegiornale, le forchette tintinnanti, il gorgoglio dell’acqua nel bicchiere e io, che mangiavo il mio piatto insipido, senza insistere con la mia richiesta aulica.
Bene, detto questo, entro al Libraccio. Potrei semplicemente chiedere: Avete il Paradiso di Dante? E invece no, la faccio difficile.
Mi scusi, qui esiste il Paradiso?
Il Libraccio si ferma. Fermi i registratori di cassa. Ferma la ricerca tra gli enormi scaffali. La fila di chilometri e chilometri viene rasa al suolo con un chiaro effetto domino che parte dalla mia domanda e colpisce l’ultimo malcapitato in attesa, con la sua misera lista di libri scolastici in mano. La signora che mi serve mi guarda stranita. La mia compagna di scuola, lì con me per la ricerca del suo Paradiso, mi tira una gomitata. E io preciso:
In senso scolastico, ovviamente.
Questo libera tutti dalla pesantezza della vita: è ben chiaro che il Paradiso non può trovarsi lì, tra gli acari di libri devastati da sottolineature e evidenziatori gialli. La fila si ricompone e tutti riprendono la loro attesa infernale.

Questo a dirvi che si può migliorare nella vita.
Un tantinello, mica troppo.

Questo a dirvi che ieri ho avuto per le mani “UN ALTRO BEST SELLER E SIAMO ROVINATI – diario semiserio di un libraio” di Marino Buzzi (Mursia) e il bisogno di rivelare al mondo la mia pochezza si è fatto pulsante e ingestibile.

Scherzi a parte, ve lo consiglio con il cuore. Si tratta di un libro permeato da una comicità incalzante, scritto molto bene, che fa sorridere e insieme sa stritolare il cuore di ogni amante dei libri che si rispetti.
Quindi, se vi troverete a ridere per richieste come Il Barone Pimpante, Il Deserto del Tartaro, i Fratelli Kalashnikov e Gomorrea di Savino (io con il mio Cane al Vento devo solo stare zitta…), vi confronterete anche con la mancanza di rispetto di certi clienti, con le dinamiche massificate e fagocitanti di un certo sistema editoriale che fanno della libreria un vero cubo di Rubik di cambi repentini e flussi destinati all’oblio. Vi verrà da essere dei clienti molto più rispettosi e chiamerete il libraio finalmente con il suo nome (MAI commesso). Ad un tratto avrete voglia di entrare in una libreria, scavalcare il libraio snob, guardare in faccia quello che vi sorride, (quello senza nessun tipo di paresi facciale): lo ascolterete, vi ascolterà e le pagine saranno un ponte di bellezza e progressione.

Capita a tutti di non conoscere le cose (e lo dico in massima parte per il mio Cane al Vento, sempre lui, e per il dolore lancinante che mi provoca), la cosa meravigliosa è scoprire. A qualsiasi età. Scoprire questioni che tutti danno per “classiche”, assodate e degne di rispetto e espressioni invece sperimentali, nuove, non comprese o persino odiate da tutti.
La bellezza della conoscenza risiede nel non avere limiti: non si deve seguire nessuna presa di posizione e tutto, ma proprio tutto, può venire messo in discussione in ogni momento. Avete letto Il Deserto dei Tartari a 15 anni? Rileggetelo a 30/40 e ditemi se siete d’accordo con le impressioni dell’adolescente che eravate… Tutto cambia, si trasforma, assume forme nuove.

Non vergognatevi di chiedere. Una delle mie ultime scoperte è stato Giorgio Scerbanenco. Ho 34 anni e fino ai 33 non l’avevo mai letto. Dopo Venere Privata è stato una folgorazione e ora lo considero un compagno di vecchissimo corso.
Entrata in libreria ho chiesto tutti i suoi libri e chi mi ha aiutato ad individuarli era sorpreso non li avessi mai letti. La verità, per me molto triste, è che non basterà una vita per conoscere tutto, ma c’è da aggiungere che la libertà con cui ci si avvicina a questo tutto è la più grande soddisfazione del nostro essere qui, tra le magie e i pesi della vita.

Caro Marino Buzzi,
perdonami per il mio Cane al Vento e continua a scrivere per noi e per tutti quelli che leggendo i tuoi libri conosceranno la forza della passione che ti muove. Non esiste forza più grande. Non esiste fortuna più preziosa.

Marino Buzzi è su facebook e, meraviglia delle meraviglie, ha un blog bellissimo! Lo trovate qui:
Buon mercoledì, Amici belli.

Domani è il compleanno di questo blogghetto e prevedo frizzi e lazzi!
Vi stritolo
xoxo

12 pensieri su “Outing letterario (anzi due) e un libro

  1. Charlottissima

    Sempre adorato il dietro le quinte dei negozi. Fin dai tempi in cui ero una “Natalina”: versione non televisiva e non chiappe-al-vento della povera impacchettatrice di regali di Natale da Moroni Gomma.

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  2. cristina ovvero ilcestodeitesori

    Dopo essermi ripresa dalla crisi di riso isterico per il tuo meraviglioso incipit sono arrivata alla fine, e ti ringrazio per questo bellissimo post-recensione, anzi: bellissimA post-recensione, nel senso che è di questo tipo di recensioni che abbiamo bisogno, vive e vivaci, vere e spirituali,che si lasciano alle spalle la banalità che dilaga sui giornali (qualcuno). Inserisco subito il libro nella mia lista di libri-da-leggere, che è molto lunga. Perché sono d’accordo: le cose da scoprire sono così tante che una vita non basta. Ciao!

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  3. cecilia

    … ma quanto, ma dico quanto mi hai fatto ridereee.
    Sei, sei, beh, no non ci sono parole per descrivere la Cami.
    Grazie per questo meraviglioso post che parla di te e di libri.
    Due argomenti che mi stanno molto a cuore. ce

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  4. nonsoloPablo

    Ahahah!Cane al vento ha fatto un sacco ridere la mia mamy…e anche me,l’ho capita anche io,forse perché il soggetto mi è familiare!!!Cmq io e la mia Mamy leggiamo tantissimissimo prima di addormentarci (confesso che a volte io mi addormento prima!!!),non ci faremo mancare certo questo libro!E chissà che questo tuo post contribuisca a far consolidare la passione della mia Mamy per la scrittura…lei è un po’ come te,scrive legge legge e scrive un po’ dappertutto!Le dico sempre che se queste sono le sue passioni,deve seguirle!Come faccio io,che ho la passione per dormire,mangiare e uscire in passeggiata!!!Bauuuu!

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