Buongiorno!! Bentrovati, finalmente!
Sono di nuovo a casa, dopo un’umidissima vacanza in Versilia. Confesso di aver desiderato la mia casa costantemente: il tempo volgeva al bello solo verso l’una del pomeriggio – per circa mezz’ora -, poi l’inferno meteorologico: pioggia a secchiate e una certa predisposizione all’umore nero.
Come state voi? Tutto bene, posso procedere tranquilla?
Innanzitutto grazie a Justine per il bellissimo tutorial di ieri: è stata una padrona di casa ineccepibile, fantasiosa e colorata! E grazie pure a voi, sempre così entusiasti e fiduciosi ;) GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
Ecco il post di oggi. Un post dedicato al viaggio di ritorno di ieri…
No, tranquilli! Il titolo non allude ad una qualche invettiva contro Trenitalia! Direi piuttosto che racconta il senso più forte e intimo che regalo al verbo viaggiare: un cammino di passi più o meno difficili. Non la meta, ma il tragitto.
Non sono una grande viaggiatrice, lo ammetto. Non con i mezzi di trasporto, per lo meno: con i pensieri e i sogni è tutta un’altra cosa, lì sono l’Ambrogio Fogar dell’avventura!
Ma per i viaggi da aeroporto/autostrada, ahimè, sono una vera frana: non dormo per qualche notte prima della partenza, faccio valigie assurde e sbaglio sempre, con il costume da bagno in Alaska e i miei scarponcini da neve nell’isola tropicale (mai stata in Alaska o in un’isola tropicale e NON posseggo scarponcini da neve. Era solo per amor di paradosso…).
Insomma, ci vuole un po’ per sradicarmi dalle certezze di tutti i giorni. E dire che, una volta liberata dalle zavorre, gravito felice e rinfracata da quell’idea – maledetta – che serva tutto per essere sereni!
Basta molto poco, in effetti. Bastano occhi, cuore e forse, ma dico forse, una macchina fotografica.
La settimana scorsa sono partita e ho fissato queste due immagini da finestrino…Al ritorno – un po’ per pazzia, un po’ per noia – ho fotografato con il mio iPhone ben 4 ore di viaggio, con la paura che qualche passeggero mi mandasse al diavolo… Non è capitato e il risultato (ma magari sono di parte) è meraviglioso!
Eccolo qui, per voi. Come se ieri, a viaggiare e a ripartire, fossimo stati insieme…
Se viaggi torni sempre o, forse, non ritorna quello che è partito, perché si è sempre diversi dopo un orizzonte nuovo.
Non servono soldi, serve predisposizione al cambiamento e una buona dose di fiducia per l’inaspettato, il sorprendente.
Viaggio anche, e soprattutto, per tornare. Perché sono un orso di donna e adoro la mia tana, ma ogni volta che la contingenza mi impone di lasciare tutto, torno libera, propositiva, migliore.
Che sia un viaggio di ritorno dall’Amazzonia (anche lì, mai stata…) o dalla vicinissima Versilia.
Vi stritolo.
xoxo
Stupendo.Punto.
Bentornata e grazie a te per l’ospitalità!
<3 tanto love!
Anche se io sono amante delle partenze più che dei ritorni, il tuo post mi è piaciuto tanto! Partire sapendo che c’è sempre un luogo in cui sentirsi a casa una volta finito il viaggio è qualcosa di prezioso :)
(e poi le foto fatte dal finestrino del treno sono sempre stupende).
Ciao!
Ciao! Benvenuta qui!
Sono d’accordo: la sensazione di un punto a cui approdare e da cui ripartire, un posto che ci conosca e ci avvolga, è qualcosa che non ha davvero prezzo!! Ieri sera, guardando quelle foto a dimensioni più grandi di quelle che vedi pubblicate mi sembrava che fossero dipinte da tanto erano sfumate e in progressione… ecco il perché del mio post di oggi: le cose belle sono come i frammenti di un finestrino che corre veloce, punti imprecisi di un cammino vorticoso :D
buon pomeriggio!!
bello, osservare il cambiamento di architetture, paesaggi, i colori del verde e del cielo…mi piace viaggiare, guidare da sola, guardare fuori dal finestrino, ma lo faccio veramente poco.
Buonissima giornata!
gab
buonissima giornata a te, cara Gab!!
Toh, ho appena pubblicato un post sul viaggio! Lo trovi su http://ognunohailsuomotivo.blogspot.com, se ti va di leggerlo è il mip unto di vista. :-)
Belle le foto dal finestrino, mica facile farle bene!
cara francesca!
il tuo articolo mi ha fatto venire in mente che in ogni camera d’albergo, in cui io soggiorni più di una manciata di ore, adoro sistemare per benino i libri che sto leggendo :DD
buonissima giornata, con l’augurio di partire prestissimo!
camilla
ps: io con la valigia sono messa peggio, porto sempre il superfluo. ok, dimentico tutto. ;)
Partire mi eccita, tornare mi rassicura, viaggiare mi è indispensabile, in ogni sua forma (in questi anni sono passata da zaino in spalla a bimbi in spalla a bimbi al fianco…e tra poco l’ennesimo trasloco..perchè anche quello è un viaggio!!) Amo le tue riflessioni quotidiane e adoro queste foto dal finestrino. P.S. Togli pure il forse…senza macchina fotografica mai!!
Grazie Giorgia!!
Ho rischiato di venire picchiata dai signori che mi stavano vicino, ma sono felice ;))
Anche i traslochi sono viaggi, d’accordissimo! Ma quanto è bello ricostruire da capo il proprio nido?
Un sorriso!
Che ganzo! Lo faccio ottomila volte quel viaggio per rincasare nella bassa Toscana e (a parte qualche scatto mozzafiato [ma timido] a Calafuria) non ho mai provato a fare niente del genere! Sei mitica, bentornata! E guarda che ora, a Milano, un po’ di sole sta spuntando.
E stamattina il cielo è azzurro!!!
Sono proprio felice di questa sorpresa, del tuo commento e anche di aver letto “che ganzo” che, insieme a “ti garba”, mi fa letteralmente impazzire! ;)
BUONA GIORNATA, cara Claudia!
ps: basta con gli scatti timidi, che siano sconsiderati! <3
ciao :)
belle le foto dal finestrino!
i viaggi aiutano sempre a crescere, non importa la meta e non importa se solo con la testa, ma lo fanno. E forse è proprio questa la parte più magica del viaggiare
Brava Laura, sottoscrivo in pieno la tua riflessione!
Passa una bellissima giornata!
Camilla