Durante le lunghe – lunghissime – passeggiate della mia meravigliosa settimana d’inizio agosto a Parigi, in una strada del Marais che faticherei a ritrovare (chiamatemi navigator), mi sono imbattuta in una magnifica libreria chiamata Le Livre Ouvert. Una magnifica libreria chiusa.
Nessuna tristezza in merito alla sua chiusura: Parigi pullula di lettori assorti e di librerie fornite. Con la leggerezza di una stima fatta tra amici, direi che questi avamposti di pagine stampate compaiono ad ogni angolo di strada, ogni due o tre negozi di altro tipo.
Ma quando ho visto Le Livre Ouvert chiuso (ossimoro piuttosto interessante, o sbaglio?) mi sono figurata lì dentro, intenta a vendere deliziose edizioni numerate, mentre sorseggio caffè italiano e mi sistemo una ciocca di capelli ribelle.
Amici, potrei partire e non tornare più, mi sento di ammetterlo pubblicamente. Potrei tirare su i quattro lembi di coraggio del mio fazzoletto delle idee e spendere una vita nuova presso quella magnifica libreria chiusa in una strada che non ricordo.
Ovviamente ignoro se sia in vendita. Ovviamente non dispongo di alcuna cifra che mi consentirebbe un’ipotesi tanto rivoluzionaria… a meno che non costi 9 euro e 99 centesimi.
Nelle mie peregrinazioni parigine sono stata molto assennata e i soli libri acquistati sono i seguenti…
Primo libro: Qu’est ce que le cinéma? di André Bazin (Cerf).
Edizione in francese, da accostare alla mia, sottolineata in modo compulsivo e piena di orecchie.
Comprata nella libreria di fotografia più fornita della città, dalle mani di un signore gentile e canuto, a cui ho voluto dire che mi sono laureata in Cinema e che Bazin era uno dei miei dèi pagani.
Non era affatto necessario, lo so, ma in quel delirio di Truffaut, Gary e Goliarda Sapienza (lo sapete che L’arte della gioia in Francia è un libro cult?), non ce la facevo a placarmi e dovevo parlare con i librai di tutte le librerie in cui sono entrata. Parlavo in un francese stentato e dicevo la mia con un tale entusiasmo che la proverbiale crudezza parigina non mi ha mai, e dico mai, sfiorato.
Amici, obiettivamente: potevo non portarmi a casa un Bazin? Il mio nume tutelare, il mio faro di lunghi anni di studio e di altrettanti di speculazioni spese in bar fumosi, quando finalmente mi sono sentita grande ed esistenzialista?
Secondo libro: Writers in Paris di David Burke (Counterpoint).
Copia autografata dall’autore, bramata non appena ho messo piede nella mitica Shakespeare and Co.
Libro speciale, pieno di curiosità e di fotografie. Un’occasione romantica per scoprire chi ha camminato prima di te, lungo quelle strade di luce frizzante e di tetti orlati di pizzo.
Attualmente si trova nel punto principe del mio comodino.
Terzo libro: Jules et Jim di Henri-Pierre Roché (Penguin).
Avete capito bene: a Parigi, ho comprato un libro di un autore francese nell’edizione inglese Penguin.
Machiavellico, non trovate? Confesso di essermi mossa come un automa, senza volontà e creanza, nel pieno di una sindrome di Stendhal da libromaniaca. Per darvi un quadro completo della triste situazione, aggiungerò che mi trovavo ancora alla Shakeaspeare and Co. e giravo con un evidente accenno di bava lungo i lati della bocca.
E sempre in quello stato pietoso, ho acquistato il bellissimo taccuino della libreria, nella speranza di imprimervi parole destinate a finire in un posto tanto bello… Che dite, ho fatto bene?
Tornerò parlarvi di Parigi… ho una programmazione di 20/25 post tutti per voi :DDDDDD
Che sia un’ottima giornata!
xoxo
Ben tornata! Entro, la soglia forse cigola, forse un campanellino delicato ti avvisa della mia entrata, mi offri un caffé italiano? Se vuoi ti dò una mano a sistemare gli scaffali… S.
Da dove partiamo? E come cataloghiamo il tutto?
Aspetta che ti intreccio un magnifico foulard tra i capelli: tempo alzeremo un po’ di polvere :D
Zeldaa! Ieri notte ho scoperto un nuovo modo per ordinare i libri. Non ci avevo mai pensato e l’ho trovato in un libro in cui la protagonista fa così: li mette in ordine alfabetico con il nome del/della protagonista! Certo, questo metodo ha i suoi limiti, ad esempio si applica solo ai romanzi… ma mi è parso degno di sorriso e di scodinzolo! Lo hai già testato? Rispondimi presto, è di vitale importanza! ; >
Sognare di partire e non tornare, di essere se stessi altrove, che è un po’ come essere qualcun altro. Il coraggio di scelte ardite, la mancanza di mezzi, l’amore per i libri. Una vita in poche righe. Bentornata, Zelda.
buon pomeriggio, mia cara cristina!
questo commento delicato e così pieno di te è un bellissimo regalo!
che siano ore di nuove vite, nuove righe e nuovi sogni per tutte noi ;)
E io li leggerò con avidità tutti, come ho fatto con questo centellinando ogni titolo e ogni frase come si fa con il buon vino…
E tra poco più di un mese anche noi saremo là a goderci quelle meravigliose librerie e il foliage che nasce dalle foglie nel parco e le panchine di ferro e le ombre di sera che si allungano e.,ah (sospiro) Paris, Paris…
Uhhhh, che invidia!! quasi quasi vi raggiungo…
sei già dentro un libro aperto, dentro un luogo di possibilità e sogni e corrispondenze che condividi…e noi a sorseggiare caffè italiano :)
e così svengo. di felicità e gratitudine.
<3 mille baci, cara simonetta!
Come ti scrissi anche su Instagram, il secondo libro mi incuriosisce tantissimo, aspetto recensione…
Quando ho visitato Shakespeare&co ero così in overdose che sono uscita a mani VUOTE! Mi capita spesso, troppo tra cui scegliere… Vabhe ora ho la scusa per tornare a Parigi!
ahahahha!!
capita anche a me: troppe sollecitazioni visive e altrettanti battiti del cuore mi mandano in confusione!!
devi tornarci assolutamente! <3
Partire alla volta di un nuovo Paese per restarci a lungo, forse per sempre, è una fantasia che mi affascina spesso, ma nel momento in cui la formulo so già che non avrò mai abbastanza coraggio e freddezza per mollare tutto quello che ho qui. Sono troppo attaccata a tutto per rivoluzionare così tanto la mia vita, anche se vorrei saperlo fare, in fondo.
:)
Buona giornata!
La vita è strana: ti regala la certezza del luogo di nascita ma niente che trapeli su data e luogo del tuo abbandono!
Ti auguro – e ne approfitto per augurarlo a me stessa – di essere invasa dalla possibilità di una rivoluzione. Che decida per te molto prima che ti sia concesso di realizzare. Nel preciso punto in cui vivi da sempre o altrove, poco importa.
<3
Io ci aggiungerei altrettanti spiccioli o poco più, poi preparerei con cura il tè e tutti i giorni alle 5 potremmo sederci a conversare e chiunque passi di lì sarebbe il benvenuto ad unirsi…sono francofila da sempre, ho parigi nelle viscere…che dici si può fare??Partiamo??…se devi dirmi di no aspetta domani così mi lascio cullare dal sogno ancora per qualche ora…
E perché dovrei dirti di no? Sogna quanto desideri <3
Buona giornata!
Gestire una libreria e farla diventare un circolo per appassionati è un’idea fantastica.
Pensare di investire i soldi, ora, in un’impresa del genere… per il puro piacere di farlo e non solo per guadagnarci qualcosa, è idea antiquata però.
Anche io mi sarei commossa davanti ad una vetrina del genere però…