16 Novembre 2020

Il Bambino, la Talpa, la Volpe e il Cavallo di Charlie Mackesy

Camilla - Zelda was a writer

Il Bambino, la Talpa, la Volpe e il Cavallo | Zelda was a writerUNA FAVOLA SOSPESA E DELICATA:
LA LETTURA CREATIVA DE “IL BAMBINO, LA TALPA, LA VOLPE E IL CAVALLO” di CHARLIE MACKESY
(SALANI)

Puntuale come una magia, in un giorno di qualche settimana fa, “Il Bambino, la Talpa, la Volpe e il Cavallo” di Charlie Mackesy (Salani) ha bussato alla mia porta. Inutile dirvi che è stato subito amore.

Quello che mi ha colpito delle sue pagine è stata la totale assenza di retorica – che spesso sovrasta libri di questo genere – e il tempismo con cui si palesava nella vita di molti di noi. Ci diceva di non avere paura, che la tempesta sarebbe passata e con lei tutti i timori di non farcela… Alzi la mano chi tra noi, specie in questo momento difficile, non ha sognato di sentirsi dire proprio queste parole!

Nelle ultime due settimane abbiamo viaggiato attraverso pagine disegnate meravigliosamente e ascoltato parole sagge e gentili, scritte a mano dal suo stesso autore. 
E così oggi, a conclusione del nostro percorso di lettura creativa, sono qui per parlarvene. 
Il Bambino, la Talpa, la Volpe e il Cavallo | Zelda was a writerLa favola di Charlie Mackesy (consiglio vivamente di seguirlo su instagram) coinvolge quattro protagonisti, gli stessi che danno nome al suo titolo: il Bambino, la Talpa, la Volpe e il Cavallo.

Non potrebbero esistere quattro personaggi tanto diversi, eppure, in questa piccola parentesi della loro esistenza, sembrano essersi riconosciuti immediatamente e lottano con gentilezza perché ognuno di loro non rimanga mai indietro in quello che è, a tutti gli effetti, un cammino senza meta.

I quattro camminano per sorpassare ogni paura, ogni idea – di sé e della propria vita – che impedisce loro di cambiare, di essere diversi, nuovi, di stupirsi. Ci appaiono finalmente liberi di trovare un significato del tutto personale a ciò che vedono e sentono, di creare connessioni ardite, di stare in silenzio se lo desiderano e, non da ultimo, di trovare conforto tra le braccia di una torta piena di calorie.

Camminano verso un posto da chiamare casa, questi quattro, senza che ci sia un indirizzo preciso. Attraversano lande silenziose, impegnate a risvegliarsi dopo un lungo sonno invernale. La primavera che li attende a braccia aperte regala loro cieli stellati, profumi intensi e fronde nuove, verdi e croccanti.

La Natura sembra indicare una via di speranza, di cambiamento e di coraggio attraverso colori saturi e miracoli della trasformazione, senza che esista una regola valida per tutti e senza certezze che possano dirsi inossidabili.

Il Bambino, la Talpa, la Volpe e il Cavallo | Zelda was a writer

C’è così tanta bellezza di cui prendersi cura. C’è così tanto da fare, da dire, da disegnare. Nuovi mondi ci stanno chiamando a raccolta e chiedono tutta la nostra disponibilità, il nostro impegno a sintonizzarci su frequenze nuove, capovolte, fantasiose. 

Non stupisce affatto che questo libro abbia fatto innamorare tantissime persone, dalle vite e dalle convinzioni tra le più disparate. Ognuno di loro ha trovato nella sua magica semplicità piccole indicazioni di percorso. Senza che queste venissero indicate su mappe certe, senza che voci sbraitanti e riottose innescassero quell’odioso meccanismo dell’ansia da prestazione.

Siamo tutti più stanchi e sconsolati e forse non saremo mai migliori come ci eravamo promessi mesi fa dai balconi, ma è fatto certo che dentro ognuno di noi esista una riserva di fiducia bambina, pronta a zampillare come una fontana non appena un piccolo indizio di rinascita si farà strada lungo il nostro orizzonte.

È questo che non dobbiamo mai smettere di sperare: non tanto che il mondo cambi prendendo spunto dalle nostre più rosee aspettative, ma che i nostri occhi siano sempre pronti a indossare nuovi occhiali per guardarlo, per renderlo migliore.


Il Bambino, la Talpa, la Volpe e il Cavallo | Zelda was a writerUNA GIOIA BAMBINA

Questa volta la mia lettura creativa del libro ha fatto un piccolo passo indietro.
Un libro che era già tutto immagine e parola scritta a mano non aveva bisogno di aggiunte. Così ho lavorato sulla gioia bambina che ha saputo regalarmi, realizzando quattro bamboline di carta (articulated paper dolls) per presentarvi i suoi personaggi.

Stasera sono qui per regalarvele, nella speranza che alleggeriscano le vostre ore di attesa, di preoccupazione, di fatica.

Se volete farmi un regalo, condividetele con chi amate e pensate abbia bisogno di qualche ora di svago. E poi taggatemi, per farmi vedere dove sono finite, come le avete colorate e inserite nel vostro quotidiano.

Non esiste gioia più grande di accorciare le distanze e sentirsi vicini. Io ci credo tantissimo.


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ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…


Grazie a Salani per avermi chiesto di attraversare questo libro a modo mio, con fiducia e sostegno.
E grazie a voi, perché avete sempre voglia di camminare con me.

Un sorriso, anzi due.
Camilla

Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Salani di cui vado molto fiera. 
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.

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4 Novembre 2020

La mia rivoluzione è dentro di me. La Passione di Frida

Camilla - Zelda was a writer

La Passione di Frida | Zelda was a writerLA MIA RIVOLUZIONE È DENTRO DI ME:
LA LETTURA CREATIVA DE “LA PASSIONE DI FRIDA”
di CAROLINE BERNARD
(TRE60)

Questo periodo “al contrario” ha tantissimi difetti e coni d’ombra, ma ha anche il pregio di avermi regalato l’incontro con una serie di libri belli, potenti e utili che ho avuto la fortuna di raccontarvi nel corso di queste settimane.
Poterli tradurre in immagine, studiarli, sondarli per lunghi lassi di tempo e poi arrivare da voi e parlarne insieme è una di quelle occasioni piene di energia e possibilità che non voglio affatto sprecare.

Oggi sono qui, intenzionata a raccontarvi della nostra ultima lettura creativa, quella che ci ha portato a tuffarci a braccia aperte nelle pagine de “La Passione di Frida” di Caroline Bernard (Tre60).

Ne abbiamo parlato le scorse settimane su instagram, ma vorrei ripercorrere il nostro cammino in questa newsletter colorata e piena di immagini.
Consideratela il mio modo di dirvi che vi penso e che sono infaticabile anche per voi. Per non farvi sentire soli/e e per fornirvi indirizzi utili a viaggiare nel dorato mondo delle storie.La Passione di Frida | Zelda was a writer

“La Passione di Frida” è un romanzo sulla vita di Frida Kahlo. Non si tratta di una biografia, ma di un racconto ispirato a fatti reali. Caroline Bernard ha studiato come una matta per rendere omaggio – un omaggio riuscitissimo – a una delle icone del Novecento. Una delle più splendenti, delle più rivoluzionarie.

Frida ci viene raccontata attraverso l’Amore e l’Arte, due ambiti in cui l’artista si è spesa senza sconti, vivendoli come fossero ogni volta i suoi ultimi respiri, i trampolini di un volo verso l’eternità, le stampelle per tenere in piedi il suo corpo martoriato dal dolore e dalle privazioni.
La Passione di Frida | Zelda was a writer

Leggendo il libro, e venendo a conoscenza del suo successo editoriale, ho maturato la convinzione che Frida sia una dea pagana del nostro presente, capace di comunicare tanto con il nostro desiderio di bellezza quanto con le nostre paure. Le stesse che ci vogliono fermi, pacati, ragionevoli. Come se l’esistenza fosse un compito in classe, da fare bene, senza uscire dai bordi, senza improvvisare mai.

Frida non la ferma nessuno. Non di certo il dolore, le lunghe e faticose sessioni di cure mediche, i giorni passati a letto, in cui è impossibile fare una qualunque previsione per il futuro. Lei vive l’attimo, lo plasma, lo arreda e poi lo colora, senza che regole e confini imposti da altri frenino la sua voglia di estensione e di infinito.

La sua storia ci dice che, molto prima di chiederci come vivere, dovremmo semplicemente respirare e procedere. Prendere tutto, gioie e dolori, essere insaziabili, curiosi e bizzarri.
Per questo, e senza ombra di dubbio, la sua opera d’arte più riuscita è e sarà sempre la sua esistenza. 

“La Passione di Frida” è l’occasione per avventurarsi nella vita di una delle donne più rappresentate nella Storia delle immagini. Il suo volto e i suoi quadri sono presenti nell’immaginario di ognuno di noi, vengono riprodotti su cuscini, quaderni e t-shirt, ma molto spesso non sappiamo nulla di lei.

Bisognerebbe che tutti conoscessero la storia di Frida. Con lei la parola “resilienza” torna ad avere un senso preciso, il coraggio si anima di miscele e impasti vivi e la speranza decide che non ha tempo di fermarsi a pensare perché preferisce vivere negli atti, non negli intenti.


La Passione di Frida | Zelda was a writer

LA MIA RIVOLUZIONE È DENTRO DI ME

Frida ci ha insegnato che l’equilibrio è il risultato di perenni sistemazioni, di continue rimesse in discussione di sé, dei propri desideri, del proprio sacrosanto bisogno di espressione e vita.

Lei è stata maestra in questo. Ha lavorato per rendere bella ogni sua ferita, non ha mai nascosto lo strappo, ma l’ha adornato, l’ha esaltato, l’ha reso un punto di partenza, mai un approdo.

Il mio lavoro creativo su Frida Kahlo si è occupato di fornire buone cornici a un tripudio di arte e di vita che non necessitava di niente, che già era perfetto così com’era.

Spero di esserci riuscita e spero che le frasi intrappolate nelle cornici condivise – ispirate ai nichos messicani –  possano regalarvi la spinta a seguirvi e a rivoluzionarvi senza posa. Ogni volta che voi e solo voi lo riterrete necessario.

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ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…


È giunta l’ora di salutarvi!

Un sorriso, anzi due.
Camilla

Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Tre60 Libri di cui vado molto fiera. 
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.

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10 Ottobre 2020

Il Nome della Madre, una lettura creativa

Camilla - Zelda was a writer

Il Nome della Madre | Zelda was a writerIL DIARIO DI UN’ASSENZA:
LA LETTURA CREATIVA DE “IL NOME DELLA MADRE”
di ROBERTO CAMURRI
(NN EDITORE)

Ci siamo: è arrivato il momento di salutare il progetto dedicato a “Il Nome della Madre”, il libro di Roberto Camurri (edito da NN Editore) che ci ha tenuto compagnia nelle ultime due settimane!

Forse non siete grandi fruitori dei social e così, visto che questa nuova “lettura creativa” si è sviluppata soprattutto su instagram, ho deciso di accorciare le distanze e di riassumervela qui. Spero che questa idea vi piaccia!

Il Nome della Madre | Zelda was a writer

Poco prima delle vacanze estive mi sono tuffata nel secondo libro di Roberto Camurri: era accompagnato dalla richiesta dell’editore di raccontarlo a modo mio, di crearci attorno un mondo, un sentimento, una storia.

Non tutti i libri si prestano a questo strambo approccio, ma non appena ho iniziato a leggerlo non ho avuto dubbi: “Il Nome della Madre” non andava solo raccontato, ma festeggiato lungamente.

Da quel momento ho iniziato un cammino tra le pagine di un libro atavico e vibrante. È così che è nato il “Diario di un’assenza”.

Il Nome della Madre | Zelda was a writer

“Il Nome delle madre” racconta l’allontanamento di una madre senza nome dal proprio marito, Ettore, e dal loro figlio appena nato, Pietro. Lo fa in modo inedito e umano.

Non c’è giudizio nelle parole di Roberto Camurri, ma un ascolto pieno e libero da qualunque morale.
Non c’è condanna, ma un’infinita tenerezza verso quello che non si può prevedere e che mette in seria difficoltà ogni nostra previsione, ogni schema e ipotesi di perfezione.

“Il Nome della Madre” non ci viene raccontato da una voce maschile o femminile, ma da un’umanità impegnata a raccogliere come può i pezzi di un passato dolente e tradito nelle sue aspettative più semplici. Ognuno di noi è coinvolto in questa storia.
Ognuno di noi, nonostante le differenze del proprio vissuto, può capire intimamente i suoi strappi e la sua leggerezza.

Leggendolo, vi accorgerete di avere tra le mani un libro tanto etereo da farsi pelle, tanto animista da chiamare a raccolta tutte le forze della Natura, anche quelle più violente.
Tra le sue parole troverete tanto cielo: si tratta della sconfinata e incombente distesa di azzurro di Fabbrico, la città emiliana che partorisce tutti i personaggi nati dalla penna di Camurri.


Il Nome della Madre | Zelda was a writer

DIARIO DI UN’ASSENZA

La mia lettura creativa del libro ha ipotizzato la sovrapposizione di due mondi, quello di Fabbrico, reso vivo e colorato dalle fotografie di Daniela Calzolari, e quello di una serie di foto vintage in bianco e nero acquistate tempo fa da un rigattiere cittadino.
Sopra questi due mondi, poi, una madre privata della sua fisionomia, parcellizzata tra ricordi di chi rimane, di chi, per non soccombere all’assenza, sublima il proprio dolore riscrivendo i finali di una storia che non ha voluto.

Il mondo delle fotografie vintage voleva mettere in scena la memoria collettiva, quel ricordo che ci accomuna tutti e che ci permette di conoscere profondamente anche il significato di esperienze che non abbiamo mai vissuto in prima persona.


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ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…


Spero che questo modo inedito di attraversare le trame dei libri vi piaccia e vi ispiri!
Lasciatemi ringraziare NN Editore per aver avuto fiducia nelle mie intuizioni e Roberto Camurri per averle abbracciate con generosità.

Un sorriso, anzi due.
Camilla

Questo progetto è il risultato di una collaborazione con NN editore di cui vado molto fiera. 
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.

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6 Febbraio 2020

BookeaterClub 2020 – la tessera!

Camilla - Zelda was a writer

BookeaterClub | Zelda was a writerBookeaterClub | Zelda was a writer

Eccola qui. la tessera del BookeaterClub in corso! Ci è voluto del tempo, ma finalmente è nelle nostre mani!

Stampatela e presentatela in libreria alla fine di ogni nostro incontro: avrete il 15% di sconto sull’acquisto del libro del mese successivo.

Vi ricordo che vediamo mercoledì 26 febbraio, dalle 19, in Feltrinelli di Piazza Piemonte, a Milano.

Libro del mese di febbraio: “Il Ritratto” di Ilaria Bernardini (Mondadori).

Per maggiori informazioni sul Bookeaterclub cliccate qui.

Buona lettura a tutti!
Camilla
Zelda was a writer

 

24 Gennaio 2020

Il Museo delle Promesse Infrante

Camilla - Zelda was a writer

Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

Il mese di gennaio è passato in compagnia della lettura creativa di un libro chiamato “Il Museo delle Promesse Infrante” di Elizabeth Buchan (Edizioni Nord).

Per chi fosse nuovo a questo genere di progetto, ecco un breve riassunto del mio approccio creativo: in genere mi capita un libro tra le mani (accompagnato con una richiesta da parte di una casa editrice di farne quello che la mia fantasia mi suggerisce). Lo leggo, lo analizzo e me lo immagino. Non sempre riesco a costruirci un lavoro perché una condizione necessaria è che il libro mi coinvolga, che parli prima di tutto alla me lettrice. Quando capita, però, è una festa di colori, pensieri e imprese visuali!

Alla fine di ogni avventura arrivo qui a raccontarvi come è andata e a raccogliere tutto il materiale condiviso su instagram.

“Il Museo delle Promesse Infrante” è stato raccontato così:

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 1/5 
10 GENNAIO 2020
Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

“C’era un insolito pacchetto di sigarette ricoperto di colonne di numeri cui erano allegate le parole Accordo di divorzio”.

Il Museo delle Promesse Infrante si trova nella zona di Canal Saint-Martin, a Parigi, ed è opera di Laure Carlyle. Raggruppa oggetti simbolo inviati da persone comuni e intrisi di significati che vanno ben oltre il loro semplice utilizzo. Ci sono federe di cuscini che raccontano matrimoni interrotti bruscamente, biglietti ferroviari di viaggi mai compiuti, scacchiere di legno che hanno regalato vittorie ma anche disfatte cocenti.
Ogni oggetto viene lasciato al museo per raccontare la promessa mancata, il dolore e la sconfitta: chi dona vuole allontanarsi da una presenza e da ciò che rappresenta. Una volta lasciato ed esposto, ogni feticcio parla magicamente di nuove fratture, di nuove ferite a tutti coloro che gli passano vicino e che, inconsapevoli, lo guardano attraverso il filtro della propria esperienza.

Questo libro, scritto da Elizabeth Buchan, è uscito ieri per Editrice Nord. Parla del legame complesso e paradossale che ci lega agli oggetti, ma anche di una storia d’amore spezzata dall’insensatezza e dalla violenza di un regime. Ve ne parlerò tra qualche ora, con una nuova immagine. Inutile dirvi che non vedo l’ora! ❤️ Buona lettura!

 

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 2/5
12 GENNAIO 2020Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

“Questi oggetti t’invitano ad affacciati sull’orlo di un abisso”

Siamo sempre nel Museo delle Promesse Infrante di Laure Carlyle. Si trova a Parigi, nella zona del Canale Saint-Martin, e raggruppa oggetti che hanno dismesso i panni del quotidiano per diventare luoghi dell’anima, potentissimi feticci di storie interrotte e di atti mancati.

Sappiamo poco di Laure, ma tutto ci fa supporre che la sua attenzione verso le cose e le loro connessioni più intime arrivi da lontano. E così, mentre il museo lotta per la sua sopravvivenza e viene invaso da pacchi come quello che vedete in foto (“una misteriosa scatola di conchiglie, senza l’indirizzo del mittente”) Elizabeth Buchan, l’autrice del libro, ci porta indietro nel tempo, ai vent’anni della misteriosa Laure. La troveremo a Praga, nel 1986, durante il regime comunista, alle prese con un lavoro da babysitter e un nuovo amore. Un amore libero, doloroso, indimenticabile.

In pieno regime manca l’ossigeno, le persone vengono continuamente spiate e ogni azione, ogni pensiero, ogni speranza vengono passati al vaglio della censura. Pian piano Laure si rende conto che la libertà, data troppo spesso per scontata, è il tesoro più grande che esista. Ma di questo ne parliamo la prossima settimana❤️

 

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 3/5
14 GENNAIO 2020Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

La storia di Laure Carlyle, protagonista del romanzo di Elizabeth Buchan uscito giovedì scorso per Editrice Nord, ci delizia e ci strattona.

Il breve periodo passato a Praga, nel 1986, in pieno regime comunista, è per Laure un tempo agrodolce, di amore e di violenza. Il primo amore, quello totalizzante dei vent’anni, procede di pari passo con la violenza, il sopruso e l’ingerenza di un potere sordo e deviato che annienta ogni anelito di libertà. La gioventù è schiacciata, l’arte è tenuta sotto chiave e le persone vengono schierate le une contro le altre, in un un gioco sadico di controllo e privazione. Milioni di occhi serrati si muovono su un territorio minato, dove una parola sbagliata o un gesto ritenuto sovversivo può far saltare in aria tutto, senza distinzioni di sorta, senza alcuna umanità.
Laure sperimenterà il dolore di chi non ha voce, il dramma di chi non dispone di nulla, né dei suoi pensieri, né del suo corpo.

Le pagine dedicate ai suoi giorni a Praga sono sintetizzate da un telefono nero, che suona a intervalli regolari e che, con un semplice squillo, può decidere della vita, dell’amore e della libertà di chiunque.

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 4/5
17 GENNAIO 2020

Siamo nel 1986, a Praga. Il gruppo di giovani a cui si avvicina Laure Carlyle, la allora ventenne protagonista del libro di Elizabeth Buchan, vive un profondo rifiuto nei confronti del regime comunista che sovrasta e smorza ogni anelito di espressione e indipendenza.

Non potendo – e non volendo – usare le sue stesse armi inquisitorie, questo gruppo sceglie di rispondere alla violenza con la cultura e attinge alla vasta tradizione artistica del proprio Paese per mandare messaggi al mondo, per ricordare a tutti coloro che si sentono oppressi che non sono affatto soli, che un cammino verso la libertà esiste. Anche se impervio, anche se pericoloso.

Le storiche marionette cecoslovacche diventano rappresentanti del loro sentire, sono tanto significanti e libere da smettere di avere bisogno persino dei fili che le dirigono. Spezzare quei fili significa trovarsi soli e in pericolo, in un mondo oscuro e minaccioso. Spezzare quei fili è l’unica via possibile per tornare a respirare, per sentire che la propria vita ha un senso, anche a costo di perderla per sempre.

Torno presto con l’ultimo artwork di questo lavoro appassionante. Grazie per essere qui ❤️

 

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 5/5
21 GENNAIO 2020Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer[Era solo amore]

Era solo amore il sentimento che muoveva i giovani a Praga, durante l’estate del 1986. Amore per la libertà, amore per la vita, per le sue scoperte folgoranti e suoi eccessi. Amore per la cultura e per l’arte.

Finisce con questa immagine la lettura creativa de “Il Museo delle Promesse Infrante” di Elizabeth Buchan (Editrice Nord). Dentro ci trovate tutto: un’idea di marionetta – la Marenka, donna prossima al matrimonio, con due occhi dal colore diverso, lunghi capelli e un velo che attende di essere indossato – e i suoi fili. Spezzati, da annodare, aggrovigliati in una massa insensata di lacrime e privazioni. Ma il vero protagonista del libro è il riscatto, non di certo il dolore, perché per i giovani protagonisti di quella estate afosa e oscura non c’è stata gabbia che li abbia allontanati dal desiderio di espandersi, di migliorare, di conoscere.
Per loro era solo amore, nient’altro che quello.

Grazie per avere camminato con me ❤️

Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writerIl Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

Questo post è il risultato di una collaborazione con Editrice Nord di cui vado molto fiera. Grazie a Controcorrente Milano per avermi aiutato nel reperimento di molti degli oggetti che vedete.
E grazie a voi, come sempre, per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.