22 gennaio 2020

GIULIETTA MASINA

Illustrazione digitale

“Le Notti di Cabiria” è uno dei miei film del cuore di Federico Fellini. Ero, sono, sarò innamorata pazza di Giulietta Masina. Una donna unica, non comune, lontana da qualunque ansia di assimilazione. Spesso, ricordandola, si loda la sua capacità di avere sopportato le intemperanze coniugali del marito restando sempre al suo fianco, in quel leggendario passo indietro di cui si parla tanto in questi giorni. Ispirante, certo, irrinunciabile e amata, certo, ma comunque dedita alla sopportazione. È stato davvero così o siamo di fronte all’ennesimo tentativo di tenersi aggrappati a due schemi triti e ritriti? Si può dire che cosa muova certe coppie, quale sia la loro personale economia?
Lo stare un passo indietro e la sopportazione appaiono ancora oggi – incredibile, vero?! – preziose doti femminili, certezze per buoni investimenti futuri. Sono incise nel nostro corredo culturale, cliché da smontare con esempi e un instancabile lavoro sul pensiero, sulla parola.

Ma c’è un ma che lascio a questa notte che spero sarà di sonno, forse non è del tutto attinente, ma ci tengo a condividerlo con voi. Fatemi dichiarare amore eterno al desiderio di restare dietro le quinte, non dietro un uomo, è ovvio, ma dietro ai milioni di palchi su cui sono puntati altrettanti faretti. Stare nell’ombra e brillare non è da tutti. E io amo, stimo, bramo i passi indietro. Perché è un tempo di sipari perennemente alzati e di azioni per lo più finalizzate alla loro messa in scena e chi sceglie – sceglie, sia chiaro – di lavorare nell’ombra mi sembra un eroe.

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