21 Febbraio 2011

Quando la tipografia diventa poesia

Camilla - Zelda was a writer

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Buongiorno Amici.
Li ho pagati tutti, gli stravizi eno-gastronomici del week-end appena trascorso. Prima o poi dovrò accettare il fatto di essere una donna da riso in bianco… in attesa della redenzione, oggi giro per casa mugugnante, con un tazzone di tè zuccherato come unico amico.

Sono qui a parlarvi di un evento a cui tengo moltissimo, sicura come poche volte che questa bellissima idea vi accenderà almeno quanto è capitato a me.

Nonostante il periodo storico non sia propriamente in linea con questo genere di iniziative, le grandi imprese di diffusione di arte, bellezza e cultura esistono e alcune di esse possono diventare vere e proprie gioie della scoperta. Ormai sono abituata: quando vedo comparire il nome di Andrea Kerbaker in avventure culturali di questo tipo, io so esattamente che quello che mi si propone avrà a che fare con pure logiche cardiaco-sentimentali, perché l’attività infaticabile e splendente di questo signore della cultura milanese zampilla da sempre di colore, scoperta e di una lucente ed emozionante forma di rispetto per l’Uomo.

Ecco dunque la notizia di una bella mostra legata alla storia dell’officina d’arte grafica Lucini. Pensate che questa storica tipografia, in ottant’anni di attività, ha stampato 5000 volumi d’arte più decine di migliaia di stampati vari. Parallelamente, come spesso accadeva in contesti illuminati del passato, condotti da menti sensibili e allenate al bello, ha collaborato per la realizzazione degli stampati con i più importanti grafici, designers, architetti, scrittori, pittori e scultori.

Officina d’arte grafica Lucini
Quando la tipografia diventa poesia

A cura di Andrea Kerbaker e Luigi Sansone

Biblioteca Sormani, Sala del Grechetto
Dal 26 febbraio al 26 marzo 2011 – ore 14.00-19.00

Giorgio Lucini festeggia le nozze d’oro con la tipografia esponendo 300 opere di alcuni dei più importanti artisti italiani, e non solo, stampati da tre generazioni della sua famiglia. Un lavoro di alto artigianato, di quel genere che ha fatto della Milano del Novecento la capitale mondiale di grafica e design.

Quasi tutti i protagonisti di questo mondo hanno incrociato, prima o poi, i Lucini; tra i più assidui, i tre a cui sono dedicate le prime vetrine della mostra: Giò Ponti, padre nobile del design milanese, attivo con le tre generazioni della famiglia; Bruno Munari, con la sua ironia elegante; Vanni Scheiwiller e i suoi libretti “taschinabili”, dove hanno trovato casa l’arte e la più alta poesia del Novecento.

Poi, in ordine sparso, mille altri: artisti come Lucio Fontana, Salvador Dalì, Kengiro Azuma o Pietro Consagra; l’élite della grafica internazionale, da Albe Steiner a Max Huber, da Bob Noorda a Italo Lupi; tra gli scrittori, basti la vetrina dei Premi Nobel: naturalmente Montale e Quasimodo, ma anche Seamus Heaney o Wisława Szymborska, pubblicati nelle strenne per Paolo Franci quando in Italia nessuno sapeva chi fossero.

Di tutti, libri, manifesti, autografi, lettere e anche qualche inedito: una vera chicca, per qualità e quantità.

Non perderò di certo questa occasione di bellezza e spero di poterci portare anche Mrs Canon, per scattare un sacco di foto.
Mi premeva solo darvene notizia, sono sicura come sono che molti di voi ne saranno felicissimi!

Buon pomeriggio, cari miei!
xoxo

2 pensieri su “Quando la tipografia diventa poesia

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