Sarà che, passato il rocambolesco periodo della vita in cui lotti per autodeterminare la tua maturità, gli occhi si velano di un certo fatalismo e le varie fasi dell’esistenza assumono colori e sensi del tutto diversi.
Sarà che non hai più bisogno di ripudiare l’infanzia e o di temere la vecchiaia.
Quest’ultima ti pare la soluzione dell’aritmetica dei tuoi anni: una volta tirata la riga delle addizioni e delle sottrazioni, sai esattamente che comparirà un numero speciale, utile a dirti esattamente chi tu sia stato, nel pieno della tua buona fede o dei tuoi errori madornali.
L’altra, l’infanzia, assume un colore nuovo perché la vita è ciclica e se un attimo prima era abito da smettere velocemente, arrivi a un punto in cui la guardi con curiosità perché è da lì che parte e ritorna tutta l’aritmetica dei tuoi anni.Sarà che a straparlare sono bravissima e che confido sempre nella vostra pazienza, ma ieri sera ero sul divano e piangevo lacrime di una commozione bella, speranzosa, colorata.
Il motivo? Beh, oltre al passaggio degli astri, alla lenta ma inesorabile gravitazione attorno all’asse terrestre e alla disfacente battaglia dei miei ormoni, tutto è nato dalla visione – ad un orario amato da vampiri e mostri – di Sotto il Celio Azzurro, un bellissimo documentario del 2009 di Edoardo Winspeare (dvd qui).
Molti di voi ne avranno già sentito parlare e così, se ne scrivo qui, non ambisco a raggiungere la novità dell’impresa, bensì la bellissima ondata di speranza e di bene che mi ha lasciato sulla via della mia ennesima notte insonne.
Per fortuna mi tiene compagnia questo pensiero! – mi sono detta verso le cinque di un mattino fermo e latteo.
Sotto il Celio Azzurro (su facebook qui) è un documentario che parla di impegno, l’impegno di una piccola scuola materna romana che ospita 45 bambini di 32 Paesi diversi. La sua gestione è diventata da subito un’impresa titanica, una battaglia civile che mi vela gli occhi anche adesso, mentre ne scrivo qui.
Sono persone che arrivano dai quattro angoli della Terra e della Vita, gli educatori, i genitori e i bambini del Celio Azzurro. Winspeare ne tratteggia azioni, retaggi e pure pensieri con un umanesimo poetico e leggiadro, che non lascia spazio alla retorica e che torna dare al ricordo, alla formazione e alla Memoria un ruolo etico importantissimo.
Incede negli occhi delle persone, racconta i piccoli crucci delle radici che ti devi ricostruire quando cambi tutto e tutto ti appare difficile, presenta un mondo di stupori e sorrisi che induce alla speranza più piena, al coraggio della solita mano alzata, del solito passo avanti, del solito proprio nome scandito con coraggio e necessità.
Se spesso vi è capitato di sentire quanto, in questo feroce momento storico, sia utile rimettersi a dare la mano agli altri non per circostanza ma per reale convinzione, se spesso vi è sembrato che si parlasse troppo – e in molti casi pure a vanvera – di multiculturalismo, ricordate che l’infanzia richiama all’ordine tutti, senza concessione alcuna, e che il mondo non è mai stato di nessuno (per il semplice fatto che è di tutti), anche se per molto tempo una buona parte dello stesso l’ha creduto fermamente.
Ci si abitua subito al bene, all’impegno, ad un punto di vista allegro, alla condivisione.
Scoperchiato il vaso di Pandora, il passo successivo è una grande lotta di gavettoni dove finalmente le persone valgono per quello che le abita nel cuore e per quanto riescono a riempirti di acqua a lunga distanza. Non per ciò che posseggono, non per la pigmentazione della loro pelle. Nessuna necessità di presentare conti in banca e neppure di stilare una breve e significativa lista delle esperienze professionali più esemplari.
Eccoli qui, i fattori che rendono la nostra aritmetica vitale un’operazione da scrivere sulla lavagna dei ricordi. Il cuore. L’impegno. Poi mani che s’intrecciano e sostengono. E sorrisi, tanti.
Buon giovedì, Amici belli!
xoxo
(le foto di questo articolo sono tratte dal documentario)
Ma si può piangere alle 11:22 del mattino, in ufficio?
Certo che si può.
Grazie.
ahahahahahhahah! mi immagino la scena :D!!
scusa :(
uuuuuuuuuuuuhhhhhh l’hanno mandato non molto tempo fa in tv!!! e io, che come sempre arrivo esattamente a metà grazie al mio tempismo cosmico, non avevo assolutamente capito che era un documentario!!!
Zelda in veste cinefila CI PIACE!!!
amica lomografica, che emozione di documentario!!
<3
Oddio, i miei occhi non escono sani da uno stupido film, figurarsi cosa mi può succedere di fronte a un documentario… Il mio cuore non può reggere.
Cristina
ecco, immaginami ieri sera… ero la distruzione fatta a pianto…
Devo assolutamente vederlo…se non è smile riot questo!
cuori, tanti!
la quintessenza della smile riottitudine!
<3
Certo che quando leggo di queste delizie mi dispiaccio di non guardare la tv..prometto che entrerò presto a far parte del mondo moderno-civilizzato ed altamente tecnologico ;-)
Accaldata ed in perenne ritardo su tutto
tua V.
accaldata e in perenne ritardo come te, felice di averti qui.
ti stritolo, cara V.!
M.E.R.A.V.I.G.L.I.A.
lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, pulcina!!
io non mo ricordo mai un titolo di un film ma questo documentario me lo ricordo benissimo ! Spero che sia stato per molti un incentivo a dare sempre il meglio in qualsiasi campo in cui si lavori