27 Gennaio 2015

Ricordi futuri!

Camilla - Zelda was a writer

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Ricordi futuri | Zelda was a writer

Ricordo perché, semplicemente, non potrei mai dimenticare.
Ricordo perché mi hanno sempre insegnato che, se ricordi, errori ne farai ancora, ma alcuni – quelli più grossi e insopportabili – ti staranno stretti e forse lavorerai perché siano acqua passata, acqua che asciuga presto, specie se in una bella giornata di sole.

Ricordo solo le lacrime, dei sorrisi voglio perdere memoria, perché è dannatamente bello sorprendersene ogni volta. Non è vero, li ricordo tutti, ma fingo come posso di dimenticarli.

Ricordo tutti gli sbagli e lotto per non dimenticare la lezione. Dimentico, invece, tutti coloro che mi dicono “ti darò un consiglio”. Ci ho ragionato e credo che, più di tutto, sia quel verbo al futuro a indispormi.
Ricordo di quella volta che non credevo fosse possibile e poi sì, lo è stato. Ricordo la gioia, lo stordimento, il ritorno delle certezze, ricordo pure la spavalderia.
Ricordo che mi hai detto: cura le piante del balcone. Ricordo che eri debole ma che non ti mancava affatto il coraggio. Ricordo le tue mani. Ti sfilai la fede, la tenni al collo per un sacco di tempo. Siamo stati legati da un cerchio solido, io e te, amore indimenticabile.

Ricordo quando vidi per la prima volta un elefante. Lo ricordo alto come un grattacielo, ricordo che non smisi di pensare a quanto fosse piccola la casa che lo conteneva.
Ricordo di quando mi perdevo nei boschi sulle colline di Imperia. Non riesco a togliermi dalla mente i fili d’erba che si muovevano in controluce e poi il sole caldo, il senso di libertà esteso, totale. Non riesco a togliermi dalla mente il gufo che abitava la piazza, i rintocchi del campanile, le corse di noi bambini. I piani, le storie, le scorribande.

Ricordo quando diventai improvvisamente alta, troppo alta per essere una “bambina alta”. Ero una donna. E lo ricordo bene, mi fece effetto.
Ricordo il mio primo concerto, l’emozione di uno stadio che si riempiva. Vidi un ragazzo che mi piaceva, mi presi una birra.
Quando scrivevo lettere a chiunque, lo squillo del mio saluto sui sentieri di montagna, la casa disabitata che aveva i pavimenti di ghiaccio. Ricordo che ci andavamo sempre a pattinare, anche se i genitori ce l’avevano proibito.
Ricordo la mia prima litigata, ricordo che ruppi le uova che portavo con me per la troppa concitazione.

Una volta intervistai Agota Kristof e le dissi che la stimavo, lei disse grazie.
Una volta incontrai Sandra Dee in Galleria Vittorio Emanuele, aveva ottant’anni e nessuno la riconosceva. Le chiesi l’autografo e lei mi sorrise. Le tremavano le mani.
Una volta mi trovai di fronte Henry Miller ma era chiaro a tutti che non fosse lui. Scoprii più tardi che si trattava di un pompiere.

Ricordo tutte le volte che la realtà mi è stata stretta, che i desideri si sono liofilizzati e che la speranza ha iniziato a vacillare. 
Ricordo tutti i libri in cui mi sono persa, la febbre alta di quando ero bambina, il concerto di fine anno al liceo, un profiteroles altissimo preparato a casa mia quando i genitori erano in vacanza e per una settimana ospitai una vera e propria comune. Fu una settimana di orari al contrario, ricordo che un mio amico prese una testata sullo stipite della libreria, mentre ballavamo per casa. Ricordo che ridemmo per ore. 

Ricordo i carciofi alla giudia di Giggetto nel quartiere ebraico di Roma, il cacciucco di Carlo al porto di Livorno, i liquori aromatici che confezionano le mie zie, il mio primo arancino, la prima volta che vidi la Sardegna dalla nave, ero di fronte a un’alba sconfinata e sussurrai due parole preziose, che albergano ancora nel mio cuore.  
Ricordo l’incontro con la mia piccolissima isola nel mare. Ricordo il richiamo magnetico di ogni anno passato lontano da lei.
Saprei descrivere con dovizia di particolari il fruscio che lo scirocco produce quando attraversa i miei capelli, il profumo del mirto che t’invade non appena entri nel porto di Golfo Aranci, il sapore di un gyros mangiato di fronte all’Acropoli, di sera tardi. Un attimo prima che un motorino sgommi rumorosamente, facendo finire per terra il suo incauto guidatore a due passi da te.

Mi ricordo tutto. E lavoro perché niente vada perso.
Il mio lavoro sulla Memoria agisce anche in prospettiva e così spesso mi piace dire che colleziono ricordi futuri.
I ricordi futuri sono molto più che desideri. I ricordi futuri sono fatti speciali, piccoli squarci di una speranza magica e pulsante. Sono viva, procedo con tutta la buona fede che una persona possa umanamente contenere, lavoro per i miei ricordi futuri.

Ricordi futuri tabella in bassa | Zelda was a writer

In questo giorno che festeggia la Memoria, ho deciso di regalarvi un piccolo foglio (qui in alta risoluzione) che vi permetta di prendere almeno cinque impegni con il vostro futuro.
Fissate i ricordi futuri, fate in modo che la vostra volontà, la fantasia, il senso dell’esserci e del tentare superino i limiti del tempo, le ovvietà e le contingenze!

Buona giornata a tutti,
Camilla
Zelda was a writer

7 pensieri su “Ricordi futuri!

  1. sparklingvale

    É ufficiale! Ti adotto come sorella maggiore.
    Non ne ho una e ricordo che da piccola la chiedevo disperatamente ai miei genitori. Ma loro, ahimè, mi dettero solo due fratelli più piccoli!
    Baci :-*
    Vale

    Replica

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