Amici belli,
sono tornata da un pranzo a cui tenevo molto e sento di potervi dire che da oggi, per quanto mi riguarda, è Natale. Almeno per qualche mese lo sarà e ho anche deciso di tenere un ideale alberello di luci a portata di mano, per sistemare qualche regalo non preventivato, nelle notti di cioccolata calda e speranze intermittenti.
Non è sempre facile la vita vera, quella che lascio fuori di qui per decenza, rispetto e bisogno di equilibrio. Non lo è anche nelle situazioni in cui il bene non è in discussione. Quindi, pensierino del giorno: essere più aerei, meno legati alle virgole, più predisposti ad un senso che travalichi le nostre ovvietà, per raggiungere qualcosa di più ampio, qualcosa che sia in pace con la maggior parte degli elementi (tutti quelli possibili, tutti quelli che collaborano).
Da qualche giorno un libro mi tiene compagnia e sono qui per raccontarvelo a modo mio, siete pronti?
Si chiama A Milano con Verdi – Guida ai luoghi vissuti dal Maestro (di Giancarla Moscatelli – Curcilibri) e, mentre ne scrivo, un emozionante Và Pensiero – tratto da una registrazione del 1958 dell’Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma – riempie i vuoti di una casa sottosopra, natalizia e meravigliosamente silenziosa.
Mi emozionano sempre i libri dedicati alla mia adorata città, specie se mi raccontano di passaggi, di piccole specialità, di imprese compiute sui miei tragitti quotidiani. Questo libro è l’occasione che cercavo per curiosare ulteriormente nelle cose di Milano e per scoprire il perché di questo immenso amore che legata la città meneghina al compositore di Busseto.
Giuseppe Verdi è stato un mito per Milano. Il Conservatorio – udite udite! – lo respinse nel 1932, ma lui non si perse mai d’animo e tornò in città nel 1939, deciso a restarci per sempre. Questo a dimostrazione che se sei un musicista, un musicista rimani… un po’ come la nostra Zelda, che era una scrittrice dentro e fuori. Ben oltre le evidenze. Per sempre.
Il libro è diviso in tre parti: la prima vi racconta di una Milano nel lento e decisivo passaggio degli eventi compresi tra il 1800 e il 1900; la seconda narra i fatti privati dell’artista (l’arrivo in città, gli anni della produzione creativa, l’esperienza in Russia, i suoi rapporti con il Teatro alla Scala e con i milanesi) e la terza, infine, vi suggerisce – mappa alla mano – quattro itinerari tra le vie del centro, da percorrere per seguire la sua storia attraverso i suoi stessi passi.
Alla fine di tutto, nascosto in un siparietto di copertina, un disco con le più belle arie dirette da bacchette illustri (vi dice niente Herbert von Karajan?) e interpretate da voci meravigliose, come quelle di Maria Callas, Renata Tebaldi e Renato Corelli (che piaceva tanto a mio papà).
La bellezza delle pagine di A Milano con Verdi risiede soprattutto nelle piccole curiosità che regala: storie legate a posti che non ci sono più e a gustosissime vicende sulla vita dei milanesi.
Ve ne lascio due. Nel decennio, tra il 1860 e il 1870, iniziarono a sorgere botteghe di venditori di cibi quali polenta, pesce fritto, pere cotte e castagne. La gente le chiama 6015, trasformando in numeri la parola francese bois (b=6, o=0, i=1, s=5). Vi state chiedendo perché proprio bois? Semplice: Verso la fine del 1700, Monsieur Bois fu il primo ad aprire un negozio di gastronomia in città… e da quel momento, ça va sans dire, tutti a copiarlo :DD!
Lo sapete che dal 1386 alle spalle del Duomo c’era un laghetto, interrato solo nella seconda metà dell’800? Serviva per spostare i pesanti marmi destinati alla costruzione della cattedrale. Ogni tanto mi dico che avrebbero dovuto lasciarlo lì, per farci pattinare d’inverno e per far navigare tutte le formichine milanesi, che corrono corrono e corrono e paiono non arrivare mai. Non sarebbe stato moooolto olandese, come cosa?
Non dovete essere melomani per apprezzare questo libro, ma amare Milano… Beh, quello sì, è richiesto! E poi ci vuole un pizzico di curiosità per le strade, i racconti, quello che resta e quello che non c’è più.
Bacibelli e buona serata, mi preparo per la seconda festa di Natale della mia giornata!
xoxo
Complimentissimi!! Il tuo blog mi piace un sacco!! Ti ho scoperta tramite economistapercaso ed ora vado a spulciare un po’ nel tuo archivio! Peccato non averti conosciuto ai tempi dell’università, non sai quanto avrei voluto vivere e vedere Milano attraverso un paio di occhiali come i tuoi!! Buone feste! Take care…Valentina
Ciao Vale! Adesso provvedo a salvarmi anche il tuo!
Benvenuta qui e GRAZISSIME!! <3
Zelda, meravigliosa come sempre, soprattutto nel tuo augurio di essere più aerei ecc ecc, hai colto nel segno.
Io amo Milano, ho imparato ad amarla negli anni dell’università. Amo il suo nascondersi e far intravedere, amo il suo essere tutto fuorchè scontata e ovvia. Amo il sorriso che si trova nei negozi e nei bar, sì, i milanesi non sono quello che si pensa, dipende da come ci si pone. Io a Milano trovo accoglienza, eleganza, frenesia, lavoro, angoli stupefacenti e cortili incredibili… Spero un giorno di leggere questo libro e te ne suggerisco un altro, anche se non ha a che fare con Milano: la biografia della Callas.
Grazie, cara Bruna! Ti stritolo di sorrisi!
Buona giornata (di sole),
Cami