13 Gennaio 2012

Gente che mi piace: Gareth Malone

Camilla - Zelda was a writer

Non categorizzato

Buongiorno Amici!
Va tutto bene lì? Che ne dite di sentirci a intervalli regolari? Giusto per monitorarci… pare che la città sia stesa al suolo dall’influenza del secolo. E io con lei.

Per fortuna esistono piccole medicine per il sorriso! Una di loro? Ma Gareth Malone!
Concedetemi una veloce premessa. Non sono una grande consumatrice di televisione, ma nelle ultime ore lo stato delle mie povere membra mi ha incastonato nel divano, facendo diventare il telecomando un prolungamento degli arti superiori. All’occorrenza saprei schiacciare i pulsanti anche con il naso, ma al momento – vi voglio tranquillizzare – non ce n’è stato bisogno. Domani starò meglio, me lo sento. Già oggi posso azzardare della sana (???) disinvoltura, ma ieri no. Ieri ero un’ameba.
Verso le dieci di ieri sera, comunque, lo stupore si è impossessato del mio neurone highlander: sono finita per caso su Rai5, nel perfetto inizio di un documentario chiamato I ragazzi del coro. E lì ho conosciuto Gareth Malone.

Successivamente, ho scoperto che il documentario in realtà è una serie tv, prodotta dal secondo canale della BBC. Presenta Gareth, un giovane direttore e maestro di coro, alle prese con la strenua convinzione – portata avanti con sentimento e presenza – che il canto e il senso di gruppo possano trasformare le condizioni di vita di tutti, e in particolare degli abitanti di South Oxhey, nell’Hertfordshire. Sarà bene specificare che la condizione di South Oxhey non è affatto idilliaca: la comunità, che vive sulla sua pelle i pregiudizi delle cittadine limitrofe, si trova cristallizzata in uno stato d’indigenza oggettiva e in quel tipo di sconforto che tende a schiacciare, a far scegliere la via della rinuncia e del pessimismo.
Ad un tratto, però, arriva questo giovane e fine amante della musica e regala una speranza a tutti. Ma non lo fa con le parole, perché la sua presenza attiva, severa e al tempo stesso amorevole regala fatti: South Oxhey riesce ad avere il suo coro!
E non solo un coro di adulti, ma anche di bambini, provenienti dalle sei scuole del territorio: bambini cresciuti in situazioni difficili, spesso con difficoltà cognitive e deficit di attenzione che contribuiscono a lasciarli agli ultimi posti dell’attuale e feroce lotta all’autodeterminazione.
Ad un tratto arriva il canto e le cose cambiano. Non aumentano i soldi sui conti corrente, ma c’è la felicità, il sentimento di progressione, di miglioramento, di futuro.

L’esibizione del coro dei piccoli, impegnati nella loro canzone preferita (Tears in Heaven), viene introdotta da una solista chiamata Sibel, una bambina con problemi di apprendimento e concentrazione.
Da grande Sibel vuole fare il medico, ma sua mamma le ha detto che all’università possono solo andare i bambini intelligenti. E così lei studia, studia e studia. Con una fatica da titani, nella speranza di essere un giorno come tutti gli altri.
Il vibrato della sua vocina e l’emozione, che corre lungo i banchi della chiesa dove i bambini si stanno esibendo, è qualcosa che lascia senza fiato…
Immaginatevi la qui scrivente, in una valle di lacrime, indotte anche dal mio stato di salute non propriamente splendente… Mi sono chiesta cosa mi abbia spinto a parlarvene qui: molti di voi non la riterranno una novità degna di nota, altri conosceranno questa serie dagli albori, essendo già alla sua seconda edizione.
Amici, vi scrivo di Gareth Malone perché sono sempre più convinta che vada sottolineato con la penna rossa qualunque moto di passione pura. La passione del fare, quel tipo di sentimento talmente pulsante ed estatico da non temere la sua totale condivisione, lo svelamento dei suoi meccanismi, la piena volontà di portare persone a sé, nel meraviglioso cerchio magico di bene che avvolge chi lo prova. Vi scrivo di questa persona eccentrica e sensibile, di cui è praticamente impossibile non innamorarsi, perché esiste in lui quanto di meglio si possa produrre in questi giorni: una tenace lotta per il sorriso e la speranza.

Per Gareth cantare è ritrovare gli altri, usare tanti muscoli ed essere felici. In questo preciso ordine.
La verità straordinaria e semplice di questo assunto risiede nella forza del fare, nel coraggioso e necessario bisogno di mete e di speranze. Nella convinzione che senza il senso di gruppo si riesca a combinare poco e che certi progetti ambiziosi possano diventare piena realtà, se c’è l’impegno e la determinazione.

Ieri sera mi sono davvero commossa. E lo so che sono sempre più spesso preda di questi exploit lacrimosi! Forse il tempo passa anche per me e sto diventando un cuore debole e impressionabile, o forse – io voto per questa opzione, anche per evidenti motivi di decenza pubblica – il mio infaticabile senso di progressione non può restare indifferente di fronte a simili tentativi di creatività e lungimiranza.

Vi auguro questa cosa qui, per il 2012. Vi auguro di provare la felicità del fare, il bisogno di condividere le vostre passioni senza paura che diventino di altri, la necessità di pensarne 1000 e portarne a casa almeno 100 (ma andrebbero bene anche 2 o 50) e, non da ultima, la sensazione che la vostra espressione di anime singole e uniche passi sempre e comunque attraverso la forza del gruppo.

Gareth è su Rai5 per i prossimi due giovedì, dalle 22.15.
Lo trovate sul suo sito, su facebook e su twitter.
Ha scritto un libro che già dalla copertina predispone al bene.
La musica è la sua passione più sconfinata e pensa che cantare mentre si passeggia sia una cosa meravigliosa.
Chi tra noi potrebbe dargli torto?

Buona giornata, Amici belli!
xoxo

2 pensieri su “Gente che mi piace: Gareth Malone

  1. Flo

    E’ la dimostrazione che la passione e la fiducia in quello in cui si crede permette di abbattere ogni barriera e andare oltre.
    Certo ogni tanto si perde la fiducia e sembra che quel poco che si fa sia vano ma per fortuna passa in fretta questa sensazione.
    Spero guarisca presto da questa brutta influenza.

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