Buongiorno a tutti! Buona settimana corta!
Oggi vorrei fare il punto della situazione (senti come sembro seria!) sul nostro BookeaterClub di maggio e darvi il titolo del prossimo libro da leggere per l’ultimo incontro della stagione, che si terrà a Open More Than Books mercoledì 25 giugno alle 19.
L’incontro di maggio sulla nuova traduzione de Il Giovane Holden (qui il post che lo introduceva) è andato alla grande!
Abbiamo avuto modo di ragionare sulla sua fama imperitura e mondiale, abbiamo citato il recente documentario sul suo autore (ne avevo parlato qui) e ci siamo soffermati sul senso del Tempo – quello vissuto velocemente, nelle vicende in cui Holden è coinvolto una volta lasciata la Pencey Prep, e quello pensato, interrogato e odiato nel suo animo confuso e in perenne ricerca. Tre tempi, dunque: il tempo della narrazione, il tempo della storia e il tempo interiore del protagonista.
Holden Caulfield vorrebbe essere “l’acchiappabambini nel campo di segale”, vorrebbe difendere l’infanzia dalla lenta e inesorabile avanzata della vita adulta e delle sue ipocrisie. Vorrebbe squarciare il velo dell’ovvietà, essere il libero pensatore del dietro le quinte, ribellarsi all’evidenza per perdersi finalmente nell’arcobaleno di una pozzanghera come tante o nella ricerca delle anatre di Central Park in inverno.
Dove andranno con la stagione fredda? Questa domanda non smette di tormentarlo.
Verità e ipocrisia sono le parole più utilizzate nel libro: questa dicotomia continua a puntellare l’instancabile e avventurosa quête di Holden nei meandri della Grande Mela. Ogni persona che incontra, ogni adulto, pare rivelare, presto o tardi, un’insofferenza al dialogo, una condotta corrotta e priva di cura verso il grande passaggio esistenziale di questo sedicenne. Il suo vagare donchisciottesco ci ricorda quanto le storie di personaggi alla ricerca finiscano sempre per parlare di noi… Lungo la nostra ora di confronto, ci siamo interrogati sul linguaggio, sul fatto che, con le sue continue ripetizioni e con certe formule colloquiali, ci porti lontano da Holden e, in un certo senso, porti lo stesso protagonista lontano da sé.
Abbiamo sottolineato il rapporto tra una materia così fortemente emotiva come la straziante perdita dell’ingenuità e il modo in cui viene esposta.
Ci siamo concentrati sul dualismo tra Holden personaggio, a cui nessuno presta attenzione, e l’Holden narratore, che verrà letto da milioni e milioni di persone.
Abbiamo analizzato certi simboli: il cappello da cacciatore, il museo, la giostra…
La nostra attenzione, poi, si è concentrata sul personaggio di Phoebe, la sorellina di 10 anni, il simbolo della saggezza dell’infanzia. Un punto di riferimento leggiadro con cui il libro termina la sua corsa: Phoebe che continua a girare su una giostra, senza posa, quasi a voler suggerire una certa circolarità della vita e dei suoi momenti cardine.
La nostra Phoebe noi ce l’abbiamo, si chiama Veronica e con i suoi ricci sorridenti ci regala l’emozione delle cose belle che si fanno per la prima volta (le mani che sorreggono il libro pieno di appunti sono le sue).Questo, ovviamente, per sommi capi.
Ci vorrebbero un’infinità di ore e tanti, tantissimi articoli per esaurire tutte le dinamiche di questo libro.
Ecco qui due foto che Vanessa di Open ci ha scattato mentre eravamo immersi nelle nostre parole… Bene, ora procediamo.
Il nostro prossimo libro?
Sarà lui:Sarà l’Isola di Arturo di Elsa Morante.
Sarà un bacio di salsedine sulle fronti di chi ha partecipato a questo bellissimo anno di libri e confronto, un bacio veemente come il vento delle isole ma poetico come la miracolosa estensione di certi tramonti indimenticabili.
Sarà l’occasione di parlare di una nuova ricerca, di un nuovo passaggio dall’infanzia alla vita adulta.
Lasciamo così l’America e raggiungiamo una piccolissima isola, preda di correnti e approdi. Lo facciamo grazie alla penna meravigliosa e magica di una delle mie autrici preferite.Se qualcuno ha letto il mio primo e al momento unico libro, Farfalle in un Lazzaretto, sa quanto la Morante significhi per me, per le mie parole scritte.
Questo non è un sotteso invito a leggerlo, ma una prova provata di quanto certe esistenze, che non ti appartengono per contiguità fisica o temporale, diventino il tuo faro nelle furiose notti di tempesta… Di quanto si possa essere vicini anche se non ci si è conosciuti, di quanto a certi sconosciuti della penna telefoneresti per fare domande di massima sulla vita e sul destino invernale delle anatre di New York.
Io alla Morante avrei telefonato. E lo so già che avrei detto cose assurde, balbettando concetti perfetti ma drammaticamente tradotti in cocci di parole.
Ho scelto L’Isola di Arturo per regalarvi una gioia che mi ha colto all’improvviso. Nella speranza che sia anche vostra.
Un’ultima cosa!!! Durante l’incontro di giugno, vorrei creare UN PICCOLO VIDEO sulla nostra esperienza di BOOKEATER famelici e sorridenti!
Nessuna traccia audio dei nostri discorsi, solo qualche immagine e una musica che ci accompagni.
Devo ancora organizzare tutto e può essere che l’intenzione continui a rimanere tale (come sapete qui si naviga a vista!)… Voi, però, vestitevi ugualmente eleganti ;)
E per festeggiare la fine della nostra festa di pagine scritte e lemmi, potremmo concederci una pizza o un tardo aperitivo… Che ne dite?
Ultimamente, la Roby ed io indugiamo al Kapuziner, parlando di Oktober Fest e di viaggi nell’Europa orientale… Bene, credo di avere detto TUTTO!
Vi stritolo e vi ringrazio.
Sempre.
Camilla
Zelda was a writer
ph. credits: tutte le foto sono mie, scattate con la mia Samsung NX30 (domani ve ne parlo), eccezione fatta per quelle scattate da Open More Than Books (grazie Vanessa!)
La foto di Elsa Morante appoggiata sulla scrivania è tratta da qui.
La foto di Elsa Morante impegnata a scrivere è tratta da qui.
Quelle relative ai materiali de L’Isola di Arturo sono tratti da Le Stanze di Elsa. Il progetto è meraviglioso, dategli un’occhiata e mi direte!
Sembrano super i vostri incontri… Quanto vorrei esserci!!
Grazie per condividere la passione che ci mettete! :)
Alice
Avrei voluto partecipare ai vostri incontri: dalle tue parole e dalle istantanee traspare un’atmosfera accogliente e serena. Purtroppo, alcune volte le distanze non si possono colmare. Peccato!
Se ci fossi stata avrei letto Holden, più volte ripreso e più volte abbandonato. Chissà…
Bookeaterclub: Il più bel Book club del mondo, anzi dell’universo! <3
Non solo mangiamo libri, ma anche wurstel bavaresi! :D
Elsa Morante…ti capisco.
E “Il mondo salvato dai ragazzini”? Una folgorazione assoluta per me.
Buona giornata!
Io non riesco mai a venire, cavolo.
Quando ho letto “Arturo” ho pensato al grandissimo Arturo Bandini (Salinger + Fante non sarebbe stato niente male); certo che neanche così si scherza!
Ottima scelta!
:D
Grazie Chiara!!!
Arriveremo anche ad Arturo B., lo sai vero?
Un sorriso di sole!
Ho scoperto Zelda was a Writer un’ ora fa e sono rimasta davvero colpita!
sapete dirmi dove si svolgerà l’incotro?
In realtà non ho mai letto l’Isola di Arturo, però mi piacerebbe comunque esserci.
ciao a tutte :)
Ciao Giulia, benvenuta!!! <3
Ci vediamo mercoledì 25 giugno alle 19, presso l'Open More Than Books di Milano (viale Montenero 6)!
grazie! ci saro’!
:)
perdono! ho letto meglio e mi sono risposta da sola!
a presto!
perdono! ho letto meglio e mi sono risposta da sola!
a presto!