Circa una decina di giorni fa, nell’area di messaggi privati di instagram, ho ricevuto la foto di un fallo in esplosione. Avete capito bene: un fallo in esplosione.
Sotto la foto, il proprietario (italiano) del profilo che me l’aveva inviata si scusava velocemente, facendomi intendere che si trattava di un gioco stupido dei suoi amici. In pratica, in una serata di nessuno, gli amici si erano impossessati del suo cellulare e, braghe calate, avevano prodotto questa esplosiva testimonianza di pochezza.
Ero indecisa sul da farsi ma poi ho pensato che il mio silenzio avrebbe completato la violenza che sentivo di avere subito e così ho risposto. Lui si è scusato e ha tentato di alleggerire i toni con un’osservazione sulla mia gallery. Foto molto belle, si chiedeva perché avessero inviato la foto proprio a me.
In un attimo, mi sono vista da fuori: stanca e parecchio costernata.
Spesso mi sento dire che, più cresceranno i miei follower e più dovrò abituarmi a queste esternazioni. Dovrò abituarmi alla violenza e al plagio. Alle dispute sulla mia buona fede e ad altre variazioni sul tema. A volte mi viene voglia di chiudere tutto, altre mi sembra di avere la possibilità di condividere pensieri come questo su vasta scala, nella speranza di sortire riflessioni. Credo dipenda dai giorni.
Ci sono nutriti gruppi di persone che ritengono che questo genere di cose siano spacconate che lasciano il tempo che trovano e considerano il mio scoramento come un’esagerazione in termini. Volendo riassumere, per loro dovrei stare calma e godermi di più la vita.
Altri, invece, tendono a giustificarle come il Brutto a cui, prima o poi, ci si deve arrendere se si frequenta il mare magnum del web.
Oggi ho voglia di parlare con questi ultimi, con quelli che in un certo senso lasciano correre.
Vorrei dire loro che un atteggiamento simile è sbagliato. Internet è un’occasione meravigliosa di conoscenza e confronto e, anche se sembra assurdo, noi possiamo fare la differenza. Uno a uno. Non lasciando correre, non subendo, non abituandoci. Segnalando, evitando di incrementare la polemica inutile e cercando di agire nel piccolo.
Noi possiamo decidere se subire la violenza iniziando tristemente ad abituarci o se, invece, essere persone consapevoli.
Possiamo anche evitare di indugiare in infinite discussioni in cui, 90 volte su 100, qualcuno – anche il più mite tra i compassati – si fa prendere la mano e augura a qualche sconosciuto la morte peggiore. Possiamo investire il nostro tempo agendo, alzando una cornetta e chiamando. Chiamando, per esempio, la Polizia Postale. O le varie Associazioni dei consumatori che sul territorio di competenza si occupano anche della tutela degli internauti.
Credo che spesso si eviti di chiamare servizi simili per svariati motivi, che vanno dalla pertinenza delle segnalazioni (non starò togliendo tempo a casi più gravi?) al timore dell’essere più o meno esposti (che ne sarà di me, sarò preso di mira senza potermi difendere?).
In futuro, spero che si alzeranno più cornette e che sarà maggiore la consapevolezza rispetto a quanto sia pericolosa tanto la violenza che subiamo, quanto quella di cui siamo colpevoli, nostro malgrado. Per questo, vi consiglio di denunciare in privato, molto prima di diffondere profili su piazze virtuali in cui, in genere, la violenza verbale e l’incitamento a quella fisica non produce un atto, uno che sia uno, capace di cambiare le sorti della questione esposta.
Prima di scagliarci e di gridare contro questo o quell’individuo, dovremmo domandarci se un atto come il nostro possa in qualche modo generare una terribile sequenza di fatti gravi e irreparabili. Non mi voglio prendere una responsabilità tanto grande ma non voglio smettere di essere consapevole ed è per questo che, da oggi in avanti, chiunque mi mandi materiale violento e irrispettoso verrà prontamente segnalato. Perché azioni simili, permettetemi il triste gioco di parole, vengano finalmente colte in fallo.
C’è una sottile ma abissale differenza tra l’essere autorevoli e autoritari. La dismissione di piazze di pubblico ludibrio e la REALE partecipazione ai fatti del NOSTRO mondo (mondo che è UNO) lo potrebbero rendere un posto davvero interessante e fertile.
Per questo motivo, ho aperto il mio post con un ritratto di Albert Einstein. Durante la prima metà degli anni ’50, chiamato a parlare per un omaggio pubblico al musicista Pablo Casals, Einstein suggerì una triste verità: il mondo era in pericolo molto più a causa di coloro che continuavano a tollerare e incoraggiare il male, rispetto a chi quel male lo commetteva davvero.
Siamo di fronte a una grande responsabilità. Non pubblica ma privata, silenziosa, intima. Non ci sono like da guadagnare o photogallery di cui vantarci.
Ci siamo noi. Immaginiamoci allo specchio: siamo certi che riusciremo a intravedere le persone vogliamo veramente essere?
Camilla
Zelda was a writer
(Albert Einstein: ph. source)
Post meraviglioso, ma a questo noi che ti seguiamo siamo abituate. Io dal canto mio sono sempre stata una tosta, rompiballe e cocciuta come un mulo. Frequento poco la diplomazia e per amore di giustizia e per difendere una persona in difficoltà le ho anche prese. Ma sempre fieramente, senza mai abbassarmi alla bassezza. Perchè questo è da sempre un mio credo: mirare sempre al superiore, al più bello, all’elevarsi, e non cedere mai al brutto e al basso… costi quel che costi.
Con buona pace dei negoziatori;)
E soprattutto non credere che se non capita a noi non sia un fatto che ci riguarda…
Un sorriso!
Ti ammiro per come hai testimoniato la tua esperienza e sappi che hai fatto più che bene a denunciare il fatto. Questi casi di pochezza al giorno d’oggi sono “normali” mentre chi tenta di salvaguardarsi tutelandosi è visto come “alieno”. Bisogna dire NO a questi atti di violenza,perchè sono a tutti gli effetti ATTI DI VIOLENZA!
Ti stritolo e ti mando un bacio con schiocco ♡
Ho bisogno di accorgermi che siamo noi la maggioranza…
Ti stritolo anche io, cara Federica! <3
Hai fatto proprio bene. Essere nascosti dietro un telefonino ed un nickname fa sentire tutti i bulletti dei supereroi, invece è meglio che qualcuno li riporti alla loro miserabile dimensione.
Avevo bisogno di ricordare alle persone che si può essere consapevoli senza essere violenti, compartecipi senza essere direttamente feriti dalla violenza o dall’ingiustizia. Ce la faremo? Alcune volte penso di sì. Altre sono drammaticamente pessimista.
Credo che il non denunciare dipenda molto anche da chi ti tutela e non lo può fare come si deve per varie ragioni. Quando mi è successa una cosa molto simile (il mio num di cell spiattellato su un sito di incontri insieme a foto non so nemmeno se mie o di qualche altra povera ragazza) sono andata a denunciare il tutto alla polizia postale e loro oltre a guardarmi come a dire “vabbè non è la fine del mondo”, mi hanno fatto delle domande assurde ( chi poteva essere, perchè, ci deve portare la foto del sito altrimenti non possiamo far nulla) e mi hanno quasi scoraggiato. Nonostante tutto io ho denunciato ma sono uscita da li arrabbiata delusa e demoralizzata. Possibile che anche chi ti deve tutelare non può ( o non vuole?) fare niente???
Ad ogni modo hai fatto bene a parlarne dovremmo tutti essere più consapevoli delle cretinate che facciamo su internet e di quanto possiamo far male.
Baci baci baci
Che cosa orribile, Ileana! Mi dispiace tantissimo!
Immagino lo sconforto e la delusione!
Io credo che dipenda anche dal fatto che siamo abbastanza impreparati a questo genere di cose. Il Male è senza tempo, ahimè, ma la sua espressione virtuale ci coglie spesso alla sprovvista perché, per quanto il web non sia un fatto recente, la presa di coscienza delle sue potenzialità ma anche degli innegabili disvalori è ancora ai minimi storici. Di certo serve continuare a parlarne, come hai fatto tu, in questo commento. E serve sentirsi “tirati tutti in ballo”.
Sono molto offesa per quello che ti è stato fatto, lo considero uno scherzo di infimo livello.
Non importa sia capitato a te e non a me. Trovo che sia anche un mio problema.
Ti abbraccio!
Mi vengono in mente tristi e gravissimi episodi recenti avvenuti proprio pochi giorni fa a livello internazionale. E’ ora di smetterla di fare finta di niente. Perché un conto è essere ottimisti, guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, diffondere positività intorno a noi. Un conto è chiudere gli occhi: significa – di fatto – essere conniventi. Grazie Camilla!
Cara Alessandra, se ti riferisci ai fatti di Colonia, sono assolutamente d’accordo con te.
Ma trovo che, ancora una volta, un fatto gravissimo, che avrebbe dovuto stimolare domande importanti sulla questione dei generi e della violenza, sia stato usato soprattutto per acuire la polemica sull’immigrazione.
Si è spostato il focus in modo davvero triste e una buona occasione per porsi delle domande importanti è svanita. Quando sento dire “difenderemo le nostre donne” mi viene una tristezza infinita, che non saprei nemmeno motivare da tanto mi pare ovvia.
Insomma, la situazione non è affatto facile ma io sento che siamo noi la maggioranza, noi siamo quelli che, a prescindere dalle differenze di genere, religione e provenienza, continuano a ritenere fondamentale la strada del rispetto e di una coscienza critica che non ceda mai all’ovvio e alla paura.
Ti mando almeno tre sorrisi!
Camilla
Far finta di niente????? Non è la fine del mondo ????? E’per questo atteggiamento che ormai queste violenze e maleducazione sono “normali”!!!!
Rimaniamo uniti nel dire no a queste cose!!!!
Un abbraccio Martina
Sono d’accordo con te, Martina.
Minimizzare e abituarsi è quanto di peggio si possa fare. Bisogna lavorare anche sul non inasprire ulteriormente gli animi: basterebbe una gestione cosciente e pronta unita a un forte sentimento di gruppo. Se ci pensi, sono cose tanto semplici quanto difficili da realizzare!
Un sorriso!
Ho commentato sul blog di Chiara Lorenzetti il tuo articolo.
Lo ripeto qui.
È fuori discussione che voi donne siate esposte a tali distorsioni dell’uso della rete. Esistono metodi efficaci per porre fine che, ovviamente, passano per l’autorità giudiziaria. Ciò, mi rendo conto, espone a una forma di pubblicità che non sempre si riesce ad affrontare con “coraggio” e porta in qualche modo a passare oltre. Invece bisognerebbe farlo sempre.
Mi spiace dell’accaduto. Mi spiace che esistano imbecilli di tal fatta. Mi spiace che un mezzo di comunicazione così potente (molto di più e ben diverso nelle dinamiche, dalla “piazza”), sia svilito così. Il punto è che c’è gente convinta che l’essere presenti su piattaforme di comunicazione, preveda l’abolizione prima della privacy e della dignità altrui e poi del proprio decoro. Ciao, Piero
caro Piero, questo commento è talmente vero e profondo che non so aggiungere nulla oltre ai miei grazie!
Felice che tu sia passato qui.
Camilla
Fare finta di niente, ignorare la violenza ricevuta (che sia di tipo fisico o morale o spirituale o quale che si voglia) non è segno di maturità come molti dicono. <> Ma peggio per chi, scusa? E’ un discorso molto complesso e che può essere ampliato a diversi ambiti della vita, tipo il lavoro. Quante atti ingiusti vengono fatti sull’ambiente di lavoro e quanto vengono ignorati perché dire di NO, ribellarsi viene visto solamente come controproducente? <> La conclusione? Il capo continua a farlo, se ne sente quasi autorizzato e legittimato, e tu mandi giù il rospo amaro fino a quanto esplodi o… muori.
Scusa lo sfogo ma è una questione che ultimamente ritorna troppo spesso nella mia vita.
Hai fatto benissimo e se dovesse succedere qualcosa di simile anche a me non esiterò a fare altrettanto.
Sfogo legittimo, cara Cristina! Sarebbe utile sentirsi liberi di dire quello che si pensa ma è anche ingenuo pensare sia sempre possibile. Io tifo per te e per i prossimi sviluppi della tua professione ;)
Ti abbraccio,
Camilla
strumentalizzazioni politiche a parte…
il web è proprio coma la piazza di Colonia, affollata da quella varia umanità fatta di bellezze, utilità, attività ludiche e becerume. Non sono in grado di consigliare o meno la denuncia, come tu stessa hai scritto, mi auguro la polizia postale investa mezzi ed energie per perseguire pedofili, terroristi, ecc. ecc. Nel caso ci si imbatta in calunnie e diffamazione è meglio rivolgersi a un avvocato e sporgere querela.
bel post
Grazie per il tuo commento e per il consiglio che racchiude! Hai ragione: bisogna usare la testa anche nelle segnalazioni, pena un aumento – non auspicabile – di confusione e scoramento!
Camilla
Camilla condivido ogni singola parola, ci vuole una certa consapevolezza degli altri e di noi stessi e tanto rispetto! Anche se…magari è un caso isolato eh, mica voglio dire sia sempre così, una volta ho segnalato alla Polizia Postale quelle mail che arrivano che non è che puzzano di truffa, lo sono proprio! Ma riscontri ZERO..mi auguro abbiano proceduto anche senza un: “Grazie per la segnalazione”
Mistero….
Cara Linda, come dicevamo in un altro commento, è possibile che il lavoro della Polizia Postale sia parecchio variegato e che proceda scandagliando una lista di urgenze più o meno gravi. Cercherò di farmi un’idea della gestione delle nostre segnalazioni: come fare, cosa segnalare, a chi rivolgersi senza rallentare lavori e indagini.
Non cedere mai il passo alla delusione e continua a credere che si possa fare qualcosa… Se ci pensi, questa è la nostra forza più grande!
Un sorriso,
Camilla
Assolutamente NON abituarsi e rassegnarsi! E’ una cosa disgustosa e umiliante, e in Italia – ma non solo – queste cose vengono spesso identificate come goliardate…ma si tratta di una cosa seria. Purtroppo ho parlato con ragazzine delle medie che qui in Danimarca hanno ricevuto foto e messaggi simili su Snapchat, da uomini. Spero che in futuro potremo contare su modi piu’ efficaci di tutelarci effettivamente da queste cose, e spero che sempre piu’ donne lavorino in campo informatico per cambiare le cose :)
Cara Valeria,
il male ha sempre fatto parte del mondo, come dici tu, in questo momento di comunicazioni virtuali, ci sono solo oscuri i modi per arginarlo. Molto è stato fatto ma moltissimo deve essere ancora affrontato.
Io sono ottimista, però. E mi aspetto che non siano solo le donne a lavorare in campo informatico ma che uomini e donne sviluppino una coscienza di genere nuova e più proficua… In fondo ci sono già tantissime felici testimonianze di un cambiamento sostanziale! Il grosso problema di questi tempi è che la retorica e la lamentela costante hanno il vizio di alzare la voce e mettere a tacere tutto il resto.
Ti abbraccio, grazie per le tue parole!
Camilla
Condivido :) che uomini e donne insieme lavorino in questo senso. Grazie a te! V.
Internet e’ un mezzo fortemente democratico….ma si sa la democrazia e’ un diritto difficile da gestire….sono d’accordissimo su tutto ed il tuo coraggio ancora una volta e’ stato uno stimolo per le mie lezioni in classe…..va denunciato tutto anche le truffe…anch’io l’ho fatto proprio in questi giorni e pazienza se la mia denuncia di frode subita nel web non avra’ seguito ma io devo insegnare ai miei figli ed ai miei alunni a non subire, a non tacere…nel web come nella mia meravigliosa terra dei fuochi e del sole….voglio combattere e provare a dare loro l’esempio…quello corretto…il tuo blog, i tuoi interventi…il tuo esempio di giovane donna coraggiosa mi sono di grande supporto nella mia missione di mamma e docente…grazie Camilla
Grazie infinite a te, Rossella! Le tue parole mi rendono felice!
In effetti, ho la sensazione che nessuno di noi possa più abbassare la testa e fingere. C’è stato un tempo, specie nel nostro Paese, in cui questa gestione delle cose avrebbe garantito una lunga vita. Ma mi chiedo che tipo di vita reale possa accettare di subire senza porsi delle domande, senza ambire al cambiamento. Una non vita, in fondo.
Un sorriso alla tua meravigliosa terra e a te!
Camilla
Grazie per questo post.
anche io l’ho ricevuto ma ho solo pensato innoridita a cancellarlo e bloccare utente. Hai ragione tu avrei dovuto alzare cornetta, che poi io sono una che si lamenta che abbiamo imparato a tollelare troppo a considerare normali cose che non lo sono e poi ecco alla prima occasione non agisco.
Grazie per questo richiamo.
Un abbraccio grandissima.
Grazie a te, cara Mimma!
Siamo tutti chiamati a decidere se contribuire a migliorare le cose o a lasciarle come sono. Come dici tu, però, nel secondo caso dovremo smetterla di lamentarci di tutto.
Io la trovo una situazione molto stimolante e, ovviamente, tifo per la prima opzione!
Un bacio!
Condivido su tutto! Davvero bellissimo post. Io resto dell’idea che queste “bravate” (perché questi atti di violenza vengono visti come spacconate da ragazzini) non debbano essere prese alla leggera, penso che il minus habens in questione debba essere segnalato ed in caso pagare (in senso allegorico) per aver mancato di rispetto un altro individuo. Chissà se alla fine, a forza di segnalazioni ( e provvedimenti presi), certi ragazzini che hanno già i peli pubici e all’anagrafe superano tranquillamente la trentina, ci penseranno due volte prima di fare “scherzati goliardici” come questo.
Ti mando un abbraccio.
Io credo di sì, cara Flavia. Ne sono convinta!
Considera che una percentuale notevole di questi invii viene prodotta non tanto da ragazzini in fase puberale ma da uomini fatti e finiti, padri di famiglia… Triste, vero? :(
Condivido il tuo pensiero. Purtroppo sempre più spesso le persone pensano di potersi permettere tutto (e peggio) solo perchè si nascondono dietro uno schermo e una tastiera. La violenza (in ogni sua forma), il bullismo e la mancanza di rispetto non andrebbero mai tollerate, in nessun ambito della vita.
E soprattutto il fatto che le vittime siano altri non ci deve far sentire meno toccati. Se questa coscienza di gruppo cambiasse, se riuscissimo a vivere un’empatia reale e fattiva, il mondo sarebbe un bel posto!
Ti abbraccio, cara Fede!
Non sai quanto mi ci ritrovo.
“A volte mi viene voglia di chiudere tutto, altre mi sembra di avere la possibilità di condividere pensieri come questo su vasta scala, nella speranza di sortire riflessioni. ”
Mi capita spesso, spessissimo.
Proprio oggi ho discusso su Fb con un tizio che aveva rubato una mia foto condividendola ai suoi 480000 contatti . e ottenendo circa 800 condivisioni – ovviamente senza l’ombra di una menzione.
In passato mi è successo qualcosa di ben più grave e sì, mi sono rivolta alla polizia postale.
Il problema è che pare che per il web non vi siano delle vere leggi, non vi siano sanzioni, non vi siano indirizzi fisici. Basta collegarsi ad un server in India e il gioco è fatto.
Credo in un mondo migliore, ci spero.
Io sono assolutamente d’accordo con te. Non è giusto lasciar correre se a te la cosa fa sentire a disagio, senza contare che il tizio te l’ha spacciata come scherzo, ma se non lo fosse. Non sei tanto a posto con la testa se fai una roba del genere.
Trovo poi raggelante l’idea che se sei popolare allora devi tollerare tutto perché insomma, più o meno velatamente, te la sei cercata.
Aggiungo: vogliamo un città pulita? Non basta che facciamo la differenziata e buttiamo il fazzoletto nel cestino, bisogna anche evitare che gli altri sporchino a costo di risultare rompicoglioni.
Tutta la mia solidarietà e buone letture :)
Carlotta