La grandiosa capacità della nostra specie umana di resistere ai più grandi e democratici contraccolpi della vita ha creato, in una notte dei tempi senza spazio né data, il superpotere della malinconia.
Bisognerebbe dare maggiore credito a questo sentimento dolce e caldo, bisognerebbe ringraziarlo ogni giorno perché, senza di lui, il ricordo del dolore sarebbe ogni volta un nuovo dolore, una nuova lacerazione, un nuovo e dirompente senso di perdita e di solitudine.
Con la malinconia si regala un nuovo senso al dolore: è quello ma è tanto altro, è talmente sublimato da diventare musica e pensiero, caldo abbraccio e contemplazione.
Ci ho pensato dopo la visione di Blue Jay, film indipendente del 2016 che potete trovare su Netflix in queste ore.
Immaginatevi una sinfonia di immagini in bianco e nero, dolce e talmente bella da fare male, persa in un niente che sa molto dell’America più sconosciuta e lontana. Siamo in California ma potremmo essere in ognuno di quei posti che riecheggia nelle pagine di un libro che abbiamo amato alla follia o in quei film in cui la traversata di spazi vuoti è tutto: contenuto e sentimento.
Immaginatevi due quarantenni – Amanda e Jim – belli e forse un tempo promettenti, con il loro bagaglio di storie finite e ancora da cominciare, con le speranze disattese che ogni corposa porzione di vita sa creare. Immaginateli in un labirintico negozio di alimentari: non si vedono da vent’anni, si sono lasciati negli anni del liceo per colpa di una frattura troppo più grande di loro.
Il tempo che li ha visti insieme è passato ed entrambi si trovano nella cittadina della loro infanzia per due motivi pratici: Amanda per aiutare la sorella incinta e Jim per vendere la casa della madre appena morta. Inesorabile e tenace, la traccia del loro dolore è lì a due passi dallo scaffale in cui si incontrano ma il passare del tempo l’ha resa diversa, più lontana e per questo forse più gestibile.
E nonostante i cammini mai percorsi, gli errori compiuti e un senso fortissimo di rimpianto, il loro incontro è funzionale a ballarla insieme, quella malinconia, stretti da soffocare, emozionati come solo a 13 anni, nel pieno di un tempo che non esiste più, con fogli scritti a mano di scuse per le troppe omissioni, per la cocente e irreparabile mancanza di tempismo.
Questo film è una gioia del cuore. Guardatelo e vi sentirete coinvolti e chiamati a raccolta: parla di voi senza aver ripassato la vostra biografia, vi chiama senza conoscere il vostro nome.
Ci sussurra verità profonde e universali. Fa cantare la malinconia attraverso il pigro movimento delle foglie, i riflessi del sole sull’acqua e tutti gli oggetti che restano in ogni storia che si rispetti: una volta tanto pieni di vita e poi – senza che si potesse immaginare – simboli silenziosi di tutto l’amore che abbiamo provato nella vita e di cui, in fondo, abbiamo coscienza solo a posteriori.
Blue Jay parla delle occasioni mancate. Dell’essere arrivati troppo presto o troppo tardi in una storia d’amore o di amicizia, di avere omesso parole la cui assenza continua a pesare come un macigno sul nostro presente, di aver deciso scientemente di far andare tutto a rotoli. Per paura, tempi sbagliati, mancanza di coraggio o per troppo amore.
La vita non sistema le cose come nei film. Non sempre tutti vivono felici e contenti ma è questa occasione di ritornare sulle orme del proprio dolore, per permettere loro – finalmente – di dissolversi con l’arrivo delle onde sul bagnasciuga a essere magicamente reale, a essere il motivo per cui vale la pena di continuare a camminare lungo l’arenile, con la stessa fiducia che si ripone in ogni albeggiare.
La vita non è un film ed è davvero interessante che sia proprio un film, Blue Jay – un film tanto bello e significante – a ricordarcelo.
Camilla
Zelda was a writer
Scheda del film su Imdb – Link a Netflix —> qui.
Ottimo consiglio che son stata felice di aver seguito. Bellissimo film dove il destino ha provato a aggiustare qualche errore, diciamo dal rimpianto al perdono. Mi ha divertita e commossa. Grazie
Mentre lo si guarda si prova come un senso di nostalgia per la precedente vita dei due. Ed è incredibile perchè ovviamente lo spettatore sta provando nostalgia per qualcosa che non ha mai vissuto.
Nostalgia per quel qualcosa che non ha mai vissuto e che mai vivrà, purtroppo.