Lunedì sono stata invitata dall’Acquario di Genova a vivere una giornata di completa immersione nelle sue attività.
Sono partita con uno zainetto carico di aspettative ed emozioni. Mi sentivo come una bambina a cui era stato regalato un biglietto esclusivo per il suo posto del cuore.
In un certo senso il biglietto delle meraviglie ce l’avevo, era nelle mie mani: si chiama AcquarioPass ed è un abbonamento annuale illimitato che consente di vivere esperienze esclusive (quali la visita di luoghi di solito non accessibili al pubblico o l’incontro con i pinguini durante la loro “pausa pranzo”) e di beneficiare di sconti importanti sulle mille attività che caratterizzano questo avamposto della biodiversità, il più grande d’Europa.
L’invito è arrivato proprio mentre mi sto occupando di una parte importante del mio libro, che – ormai posso dirlo con certezza – uscirà in ottobre. La storia racconta anche del rapporto di amore e nostalgia che mi lega al mare. Alle sue acque, alle stupende creature che ne abitano gli abissi misteriosi.
Ieri ho parlato in silenzio con lamantini e foche, ho dichiarato il mio amore eterno a un pesce azzurro che mi seguiva ovunque andassi e mi sono ripromessa di scrivere una lettera d’amore a un pinguino chiamato Arancione.
Pensare al mare, scriverne, sognarlo ogni notte ed essere invitata a viverlo in un posto tanto pieno di energia è stato un regalo incredibile, la prova provata che spesso certe risposte giungono ancora prima che tu abbia pronunciato la domanda che dovrebbe precederle.
Certe volte, la magia è a due passi da te e ti chiede solo di essere riconosciuta.
Lunedì ho incontrato VerdeGiallo e Viola: sono la “coppia arcobaleno” dell’Acquario di Genova e vivono felici la loro storia d’amore in barba alle convenzioni.
Mi hanno ricordato un libro bellissimo, che voglio consigliarvi con il cuore, si chiama “E con Tango siamo in tre” ed è dedicato a Roy e Silo, due pinguini maschi dello zoo di Central Park che diventano genitori adottivi di un cucciolo di nome Tango.
Si amano e diventano genitori. Una cosa così semplice e così difficile, nel mondo degli uomini.
Il mare per me è un grande cielo al contrario.
L’occasione di continue sorprese, di storie mirabolanti, di colori che, per quanto ci si possa impegnare a copiare, saranno sempre più vivi, sempre più significanti. Il mare è il più spassoso dei giochi, l’occasione di perdersi per ritrovarsi diversi, nuovi.
E così, lunedì, mentre visitavo le sale dell’Acquario e osservavo rapita tanto le creature che mi fluttuavano attorno quanto lo stupore incontenibile dei bambini, ho sperato che anche solo il 10% di loro uscisse dalle sue sale blu con la convinzione che la tutela del mare sia un fatto che ci coinvolge tutti e che non ci chiede grandi atti di eroismo ma solo attenzione e civiltà.
Il mio blu me lo porto dentro, non ho paura di guardarlo negli occhi.
A volte mi agguanta il cuore e lo riduce in poltiglia, altre mi ricorda che l’infinito mi abita, che aspetta solo che io lo abbracci e parta. Per le cose della vita.
Grazie all’Acquario di Genova per questo giorno speciale e a tutti voi che, senza indugio alcuno, vi siete tuffati con me durante la diretta su instagram e lungo il numero imbarazzante di Stories che ho prodotto.
Camilla
Zelda was a writer
Questo post è il risultato di una collaborazione con l’Acquario di Genova di cui vado molto fiera.
Grazie, come sempre, per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.
Il mare, la vita marina, quelle “meravigliose creature” che dici di aver incontrato, avrebbero una vita nel blu, nell’infinto blu che descrivi di avere dentro di te. Loro, quelle che hai visto, no, sono confinate dentro ad un acquario, e non per essere tutelate, ma per esser guardate, per suscitare meraviglia, per giustificare il costo del biglietto.
E’ davvero curioso che venga citata la tutela del mare e la civiltà in questo contesto, quando esistono ben altri sistemi per fare conservazione e tutela.
Buongiorno Sara,
rispondo solo ora per via della pausa vacanziera, perdonami.
Io continuo a essere convinta di quello che ho scritto. Certo, non ritengo che un acquario rappresenti la perfetta estensione del mare, la sua vita, la sua libertà. Sarebbe un’eresia pensarlo.
In questo post ho parlato dell’esperienza vissuta, di quello che ho visto e di quello che ho saputo in fatto di tutela del mondo sottomarino. Ho visto caretta caretta in stallo per tragedie di vario tipo (lenze, eliche, sacchetti di plastica) e delfini recuperati da vari parchi acquatici in cui il loro compito era solo saltare a comando e lanciare acqua sugli astanti.
Ora tu mi dici che l’acquario di Genova vuole suscitare meraviglia e guadagnare su questa.
Io credo che esista meraviglia, esposizione e anche ritorno economico ma che la questione sia molto più sfumata di come la consideri tu.
Durante la mia visita, ho visto anche una mostra sui danni della plastica davvero coinvolgente e schiere di bambini a cui veniva insegnato il rispetto per questa risorsa sempre più a rischio.
Insomma, non sto facendo una difesa d’ufficio. Non mi compete e non mi interessa.
Voglio dirti che anche in questo frangente le sfumature hanno un valore.
Grazie per il tuo commento e buon fine settimana,
Camilla