IL DESIDERIO DI ESSERE SE STESSI:
LA LETTURA CREATIVA DE “LA NOSTRA FEROCE AMICIZIA”
di RUFI THORPE
(BOLLATI BORINGHIERI)
Il mese di febbraio ci ha regalato giornate via via più luminose e l’incontro con due adolescenti buffi e “diversi”, alle prese con il bisogno viscerale e spesso sconclusionato di definire il proprio sé nel mondo.
Michael e Bunny sono i protagonisti de “La Nostra Furiosa Amicizia” di Rufi Thorpe, uscito in Italia da poche settimane grazie a Bollati Boringhieri (traduzione di Claudia Durastanti). Questo romanzo di formazione è una di quelle letture capaci di ricordarci chi siamo stati, quanta fatica ci sia voluta per realizzare il più grande tra i desideri di libertà – essere completamente se stessi – e quanta ancora ce ne voglia per tenergli fede.
Oggi sono qui per dirvi di tenere duro (tra 4 domeniche è primavera) e per tirare le fila del nostro percorso “creativo” nelle sue pagine.
Michael Hesketh, la voce narrante del libro, incontra Bunny Lampert a North Shore, un’oasi americana incastonata tra una discarica, un’autostrada e una raffineria di petrolio. La fortuna di questo sobborgo orgogliosamente WASP è di avere un vento complice, che spinge l’inquinamento lontano dalle sue enormi dimore. A North Shore si conoscono tutti e per essere accettato devi rispondere ai soliti quattro requisiti di “normalità” e opulenza. Meglio che tu sia bianco, popolare e ricco, perché ogni variazione sul tema di queste priorità verrà arginata e punita sul nascere.
Michael ci arriva con il peso di una dolorosa storia familiare sulle spalle, una storia di violenza e pesati omissioni di soccorso. Il bisogno di essere guardato e capito non ha mai trovato occhi presenti e la scoperta della sua omosessualità, avvenuta quando era poco più di un bambino, non riesce a trovare punti di riferimento, immagini, esempi.
Bunny è il primo grande faro nella tempesta di Michael. In quella ragazza spaventosamente viva, mastodontica e al contempo bambina, lontana mille miglia dalla sua storia, Michael riconosce gli stessi strappi del suo vissuto, quelli che sta tentando di ricucire maldestramente.
Sono entrambi due esseri strani, “fuori norma”, eccessivi, disarticolati. Sono quel dettaglio che rovina la geometria dei giardini, che svuota le piscine per i troppi tuffi. Sono abitati dalla tipica follia delle voci fuori dal coro e da una profonda solitudine.
SE TU MI VEDI, IO ESISTO
Il tema della fedeltà verso se stessi accompagna buona parte delle pagine de “La Nostra Furiosa Amicizia”.
La storia di Bunny e Michael viene guardata dagli occhi ormai adulti di quest’ultimo. Ci viene raccontato un tempo ormai lontano, in un presente di cui sappiamo poco, ma che immaginiamo risolto. Eppure, da lettori, non possiamo fare a meno di sentirci coinvolti nel feroce bisogno che ci viene raccontato, quello di trovarsi finalmente di fronte “alla verità più disadorna e radicale di chi siamo”.
Perché essere se stessi senza limiti significa deludere, perdersi, immaginarsi soli, non avere libretti di istruzioni che possano salvarci dai giorni che verranno, dalle decisioni che prenderemo. Perché questo bisogno di verità non finisce mai di tenerci il fianco, fino all’ultimo dei nostri giorni. È come se dovessimo costantemente settarlo, preda noi stessi dei lacci e delle censure degli altri.
Nell’immediata e liberatoria amicizia tra i due protagonisti del libro di Rufi Thorpe riconosciamo il bisogno di esprimere finalmente la nostra essenza, senza che il timore di non essere capiti, di essere derisi e violati nel nostro pudore vanifichi la costruzione di chi vorremmo davvero diventare.
Questa è l’impresa titanica con cui ogni adolescente si trova ad aprirsi al mondo, ma, se ci pensate, è anche la missione di ognuno di noi. Una missione eterna, in ognuno dei giorni che ci è dato di vivere, nonostante i dati anagrafici, le grandi vittorie professionali, nonostante l’amore che ci viene regalato e che ci regaliamo, nonostante il contesto in cui siamo nati.
La mia ricognizione nelle pagine del libro giunge alla fine, ma vorrei lasciarvi con due immagini che mi hanno abitato per molto tempo dopo averlo terminato.
La prima è legata all’amore di Michael e Anthony. Un amore sbagliato su tutta la linea e non di certo perché tra i due esista una notevole differenza di età. Michael ci si è rifugiato per paura di aprirsi al mondo degli amori giovani, con tutto il carico di incertezze che questi comportano. Rifugge ogni tipo di coinvolgimento, sperando ingenuamente di essere sempre colui che governerà i giochi, le relazioni, il bisogno degli altri. Sperando di non soffrire, di non sentirsi nuovamente solo e disperato.
Contrariamente a quanto si possa immaginare, ciò che rimane di questa relazione clandestina è un sentimento bellissimo che ci dimostra di quanto la vita sia refrattaria a qualsiasi tipo di catalogazione, di evidenza e di limite.
La seconda immagine mi ha riportato alle grandi amicizie della nostra esistenza, quegli intrecci inestricabili che a un certo punto, senza alcuna ragione, si sono sciolti e fatalmente persi nel mare del ricordo. Prima così essenziali e ora privi di qualunque richiamo. Persi per strada con una disinvoltura che, se pensata con il senno del poi, lascia a dir poco interdetti.
Questo romanzo vi ricorderà di quanto imprevedibile e fantasiosa sia la vita e di quanto ci chieda la stessa disposizione a improvvisare in ognuno dei suoi variegati ambiti.
Dalle furiose amicizie agli amori sbagliati fino all’idea che abbiamo di noi… Tutto è in lenta definizione, in perenne cambiamento, dal primo minuto della nostra esistenza.
Ed è questo che vi auguro. Di sorprendervi di continuo, di non fermarvi in una sola casa, di continuare ad abbracciare nuove ipotesi di voi. Vi auguro, insomma, di lavorare senza posa alla creazione della migliore opera d’arte che vi sia mai stata commissionata: la vostra anima.
ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…
Al prossimo libro!
Un sorriso, anzi due.
Camilla
Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Bollati Boringhieri di cui vado molto fiera.
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.