UNA STORIA DI NUOVI INIZI:
LA LETTURA CREATIVA DI “QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO” di LAURA IMAI MESSINA (PIEMME)
Buone prime ore del 2022!
Vi scrivo per salutare l’ultimo viaggio compiuto tra le pagine di un libro.
“Quel che affidiamo al vento” di Laura Imai Messina, nella preziosa nuova versione illustrata da Igort, mi è capitato tra le mani nel momento perfetto. Era lo scorso novembre e mi ero appena ammalata di Covid. Avevo un grandissimo bisogno di storie, creatività e prospettive quando è arrivata la proposta di Piemme di leggere a modo mio questo piccolo tesoro e di riproporvelo attraverso una lettura creativa.
Il nostro cammino è durato ben tre settimane e ne abbiamo parlato su instagram, stasera ho deciso di riassumere questa magica esperienza, nella speranza che resti con noi per tutto il tempo in cui ne sentiremo il bisogno.
La vita di Yui e Takeshi, i protagonisti di “Quel che affidiamo al vento” viene spezzata in due in un giorno come tanti, a causa del devastante tsunami giapponese del marzo 2011. Appesi al ricordo di un prima abitato da affetti che sono stati loro tolti con inaudita violenza, vivono in un presente imbalsamato dal dolore e dall’incertezza.
Sarà un immenso giardino chiamato Bell Gardia, sulla Montagna della Balena, raggiunto per puro caso e senza nemmeno conoscersi, a cambiare le sorti della loro esistenza. In questo luogo sospeso, infatti, esiste una cabina con un telefono senza fili che consente a chiunque di liberare la propria voce nel vento. Questo esercizio apparentemente privo di finalità pratiche consentirà ai due di liberarsi e di pensare finalmente a una nuova vita.
Bell Gardia esiste davvero e i destinatari di queste chiamate fluttuanti non sono solo i defunti, ma tutti coloro che si sono allontanati per mille motivi da chi non li ha mai dimenticati. Chi chiama ha bisogno di lasciare andare, di ridare spazio ai pensieri, di ricalibrare i pesi delle proprie mancanze, dei propri sensi di colpa.
Laura Imai Messina racconta la storia di chi fa i conti con i vortici delle assenze, certo, ma anche di chi riparte, mettendo in gioco ogni pezzo di sé, iniziando a regalarlo all’amore degli altri, difendendo la felicità delle cose piccole e impegnandosi nello sforzo titanico di cambiare un destino che appare spesso immutabile, già segnato.
Mentre ti parla del lutto, della perdita di te, del cortocircuito di ogni tuo investimento sull’amore e sulla fiducia, questo libro ti dice anche – e lo dice piano, senza farti male – che ricominciare è possibile. Che quello che sei stato non lo perderai mai, che cercarti in nuovi occhi non ti farà mai dimenticare quelli che si sono chiusi all’improvviso.
“Moriamo tutti, indistintamente, perché siamo vissuti. Moriamo tutti, in fondo, di vita” – scrive Laura Imai Messina in uno dei contenuti più intensi di questa nuova edizione.
E allora che sia una vita intensa, respirata fino all’ultimo dei nostri giorni.
Che sia una vita che si concede milioni di possibilità e di visioni, che rimetta in discussione ogni quadro d’insieme, ogni più ferma certezza.
Che sia gioia senza sensi di colpa, che non dica addio a nessuno passato, ma lo porti con sé in ogni nuovo presente.
IL TALENTO DELL’ATTESA…
Dopo la morte della madre e della figlia, Yui attraversa per molto tempo un mare in perenne tempesta. Il desiderio di lasciarsi andare alle sue profondità oscure e minacciose lotta strenuamente con un richiamo alla vita che va ben oltre ogni volontà. Si tratta di un sentimento senza nome a cui si affida, ipotizzando l’esistenza di risposte forti a domande mai fatte, a desideri mai espressi a voce alta.
Il suo sguardo si parcellizza in mille fotogrammi per rendere le visioni d’insieme del quotidiano più accettabili e la fragilità inizia a fare capolino nei suoi giorni come un superpotere: d’un tratto non racconta più la debolezza, ma è la dimostrazione di quanto abbia vissuto, di quanto non sia passato un giorno senza che provasse a fare del suo meglio.
Nel momento in cui la sua anima è attraversata da mille crepe, la fragilità smette di essere il simbolo della disfatta per diventare speranza in tutto ciò che ancora deve venire, nella capacità della vita di rinsaldare le fratture con estrema generosità e anche con un pizzico di fantasia.
E proprio in quel momento, l’attesa – così come la sua contemplazione – inizia ad essere un talento, la piena dimostrazione di una fiducia innata nella vita forte e selvaggia.
ECCO LE IMMAGINI DELLA MIA LETTURA CREATIVA
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PRIMA TAPPA
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ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…
Grazie per essere arrivati a leggere fino a questa riga.
Benché io sia una grande amante di liste dei desideri, quest’anno ci auguro solo una pagina bianca da aggiornare mentre camminiamo. Qualcosa che acquisti senso e bellezza solo alla fine, quando ci verrà in mente di controllarla e ci stupiremo di quanta vita ci sia passata sopra.
Nessun proposito, quindi, ma solo un grande respiro a pieni polmoni.
Un sorriso, anzi due.
Camilla
Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Piemme di cui vado molto fiera.
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.