Oggi è stata la giornata delle fettucce. L’anno prossimo ricordiamoci di festeggiarla.
Non so cosa mi sia preso, ma ne ho acquistate senza ritegno. Mi è stato chiesto ripetutamente a cosa mi servissero e, altrettanto ripetutamente, ho risposto che proprio non lo sapevo.
(ennesima fettuccia sullo sfondo di un foulard di seta magnifico, regalatomi dalla mia preziosa Essa)
E sono qui che me lo chiedo ancora: a cosa mi servono?
Con il senno del poi avrei pure una risposta delle mie, ma oggi, a inizio giornata, mi ero ripromessa di eliminare ogni residuo ermeneutico dalla testolina e così, dopo l’acquisto sconsiderato di fettucce, ho continuato a non domandarmi il perché delle mie azioni.
ERO UNA DONNA SENZA DOMANDE e non me ne dispiacevo: era una giornata talmente colorata… e arrivavo da un grigio così difficile da sopportare! Forse – mi dicevo senza chiedermelo – il colore porta sconsideratezza, fettucce e sorrisi. Il sole era bellissimo e freddo e forse, per un attimo velocissimo, mi sono pure sentita felice.
Ogni dettaglio in giro per la città mi istigava, ma io procedevo ripetendo come un mantra: NON CHIEDERTI PERCHÉ, PROCEDI! E così non mi chiedevo e vivevo, che tanto – pensavo senza chiedermi – c’è sempre una risposta alle nostre domande. Il vero problema è che molte volte non arriva subito.
Sono quindi andata in libreria ed è capitata una cosa di cui non mi capacito. Seguitemi come fareste con Arianna, perché prima di arrivare al punto bisogna dipanare la matassa degli indizi.
Volevo acquistare Una questione privata di Beppe Fenoglio (Einaudi): non me lo trovavo tra i libri casalinghi e stavo facendoci una malattia (ammetto di soffrire da possesso fisico di pagine scritte). Così l’ho afferrato e mi sono diretta verso la cassa.
Adoro questa foto di Fenoglio! Ok, procedo.
Sono alla cassa e attendo e trac! li vedo… sono loro, i coniglietti suicidi di Andy Riley (Mondadori)… ovviamente non reggo all’insinuante desiderio di portameli a casa.
Attratta forse dalla medesima scelta cromatica, decido di mettere nel carrello (un carrello metafisico) pure lui, il Quaderno di scarabocchi per chi sogna di CAMBIARE VITA di Claire Faÿ (Rizzoli)… uno spassoso modo di non pensare che, gira e rigira, ‘sta benedetta vita non riesci mai a cambiarla. O di pensarci ridendone. Tentando, insomma.
Ok. Ora la cosa strana: per regalo il libraio mi molla l’agendina del provetto filosofo, infarcita di Idee, caverne, pólemos, summae, terze vie e affini.
Allora, sono uscita che NON volevo pensare, giusto? Mi ritrovo con libri che parlano di guerra partigiana, suicidio (di coniglietti) e desiderio di cambiare vita (formato taccuino). Mi regalano l’agenda più noiosa dell’anno e le biciclette paiono sfidare le leggi di gravità. Una vera istigazione collettiva alla domanda.
Alla fine una domanda me la sono fatta: che io debba domandarmi qualcosa?
Non devo specificare che sono ancora qui che tento di rispondermi.
ps: vi lascio con le opere dell’artista americano Mike Stilkey (classe 1975, Los Angeles CA). Lo adoro già e lui pare adorare i libri. Che ne dite? … acc, un’altra domanda…
baci e fettucce filosofiche a tutti!
xxx