Chiedo scusa a tutti. Chiedo scusa agli stilisti, ai fashion blogger, a chi sa abbinare davvero tessuti, colori e pattern. Chiedo scusa anche a loro, ai tessuti, ai colori e ai pattern. Ma in queste ore di bisogno estremo di gioco e creatività, ho deciso di parlare di vestiti. Vi racconterò dunque di come per me siano perenne motivo di divertimento e sperimentazione, di come alcune volte per essere felici basti molto poco e, soprattutto, di quanto la ricerca dell’affare o del colpo di fulmine (nell’abbigliamento, come in tantissimi ambiti del nostro vissuto) sia ancora più soddisfacente del risultato.
Tornerò a parlare dei miei vestiti – sempre che questo post non generi una sommossa popolare e una morìa di lettori – perché mi piacerebbe mostrarvi i miei acquisti da Cecilia. Da lei si indossano pezzettini di storia, cose da mordere e ammirare.
Ma in questa prima puntata mi concentrerò su quanto sia felice di scovare vestiti alla Laura Ingalls sotto pile e pile di stracci. E su quanto mi entusiasmi riadattarli a seconda delle mie esigenze. Non è Verbo, non è Bibbia. Può fare alzare allegramente la peluria sulle braccia di moltissimi addetti al settore… ma, cosa volete che vi dica, è una delle cose che mi rende felice!
Che inizi dunque la sfilata!! Ahahahhahahahha.
Ho comprato il vestito a rombi al mercato. Lo amo perdutamente e l’ho amato anche quando arrivava alle caviglie, facendomi sembrare un sacco di patate con i rombi.
Certi tipi di amore nascono perché sono lungimiranti: vedono le potenzialità del tempo che passa e che migliora… e così non ho mai avuto dubbi sul fatto che sarebbe diventato il mio pezzo preferito. Ora è un minivestito/casacca insostituibile. Lo indosso spesso con colori forti: calze, spille, accessori vari. Come questa borsa gialla, acquistata in un mercato di Rapallo almeno sei estati fa. Unico difetto? Manca di fodera. Ma l’idea di spendere il doppio rispetto al costo dell’abito stesso, ogni volta mi fa desistere dall’intervenirvi.
Ho comprato questo vestito all’inizio dell’inverno. Ora lo vedete sistemato, ma prima sembrava la versione anni ’80 di un vestito da cantante di locale fumoso: uno spacco profondissimo, lungo lungo… dove diavolo pensavano si potesse mettere una simile palandrana?! Con rispetto parlando, ovviamente.
La taglia 46 mi ha fatto pensare che, anche tagliandolo, ci avrei ballato dentro troppo. Ma costava dueeuroenovantanove (tattica infallibile per farti spendere 3 euro: nessuno avrà novantanove centesimi precisi da dare e nessuno ne avrà uno da rendere) ed era di Pura Lana Vergine (una rarità, in questo mondo di fibre sintetiche) e così l’ho preso.
Al momento è la casacca più sfruttata degli ultimi giorni, utilizzata quando voglio essere carina, senza morire di freddo.
Lo accompagno spesso ad un buon libro (1. Fai bei sogni di Massimo Gramellini – Longanesi) e alla mia spilla preferita di Oblò Créature (2.). A a tale proposito permettetemi di dirvi che, visto il successo globale, la mia Maruja (il nome della spilla) viaggerà per l’Italia e l’Europa con un bellissimo progetto artistico (per info: qui).

La pochette (2.) è invece di DKNY, il pensiero prezioso di un’amica. La spilletta Diana Mini (3.) è una chicca handmade, prodotta dalla sottoscritta in un momento di alta produttività, durato dalle tre alle quattro ore.
Siamo giunti alla fine, siamo al pezzo forte della collezione… (ironia portami via).
Questa è un gonna pied-de-poule che uso sia come gonna che come vestito bustier. Sempre l’ultima di una pila di pezzi senza forma. Il tessuto è meravigliosamente intatto e caldo, la fodera non è delle migliori ma è sicuramente nuova.
L’ho abbinata ad una giacchina a pois davvero striminzita, comprata al mercato Forte dei Marmi. Non le ho mai messe insieme, ma adoro accostare fantasie che fanno a pugni… tutto dipende dal mood del momento e da cosa suggerisce lo specchio.
Come se non bastasse (sì, lo so, bastava…), ho abbinato la collana IsaFrosty (2.), tra i monili più usati-amati degli ultimi mesi, e una cintura vintage di Annamaria (3. ).
La pochette è vintage, ha uno specchietto incluso e spesso mi viene da chiedere chi ci si sia specchiato. L’ho trovata inaspettatamente da un rigattiere di mobili. Era in una scatola precisa, che conservo con la medesima cura con cui tratto la pochette.
Non smetto di vergognarmi per questo post, ma mi sono divertita!
Che sia un magnifico martedì per tutti voi!
xoxo
Cara Camilla, bellissimo post fatto di bellissime foto e descrizioni ma solo un appunto: lo sai che a quelle alte come te sta bene un sacco di roba? Ti invidio. Quando non la metti più, la casacchina in lana vergine da portare con il libro… ecco… pensami.
cara ale della luce, la sperimentazione sulle donne alte si vede di più e, se qualche volta la latitudine premia, il più delle volte smaschera :D
ma ti prometto che ex vestito anni ’80, da portare con un libro preferito, sarà tuo!
Che bel post! Mi piace molto curiosare negli armadi delle persone, tanto più quando contengono quelle che chiamo “storie di storie”. Oltretutto, sono ancora in lutto perché il mio negozio dell’usato preferito ha chiuso da qualche mese, e non ne ho ancora trovato un altro alla pari. Ma quando vengo a Milano mi porti da Cecilia?
ovvio che ti ci porto!! ma vieni presto, vero?!
buon martedì, mia bella Ila!
Cara blogamica! perdonami, mi sono persa gli ultimi 2 lunedì, ma è un periodo un pò difficile! le tue parole colorate sono come sempre di conforto! Sono prima al martedì, oggi.
il tuo fescion post è uno dei più belli che abbia mai letto. Sei incredibile come sempre e vorrei tanto venire a fare sciopping con te un giorno!!
ps: mi raccomando che se ripassi da queste parti fammelo sapere che lattughiamo una pausa pranzo insieme! un abbraccio
tua andrà
prima sempre :DD!
nella speranza che il tuo periodo no passi subito, ti stampo un bel bacio sulla fronte!
e sì, dovessi lattugare con un certo preavviso, ti avvertirò prontamente! <3
Perché vergognarsi? E’ carinissimo questo post. E poi ti appoggio tantissimo quelle lucine appese, io le tengo su praticamente tutto l’anno :)
Grazie La C.! Pensavo che fossero scelte bizzarre, mi rendono felice ma mostrarle mi sembrava pretenzioso… però mi sono divertita!
E lucine tutto l’anno anche qui, non scherziamo! ;))
Che dire… Adoro la spilla Diana Mini, e anche l’abito scozzese e la pochette. Great outfit! E quella cintura vintage? Uno spettacolo. La moda ha senso di esistere solo se stimola la fantasia. Baci
Ecco! Qui si lavora tantissimo di fantasia!
baci a te, bella mia!
bello questo post
ti invidio un pò la capacità di scovare perle tra gli stracci, la capacità di vedere OLTRE. Io se avessi incontrato il vestito di Laura Ingalls sarei passata oltre perchè non avrei saputo immaginarlo alleggerito, accorciato e nella sua versione finale. Comunque concordo che non tutti se lo possono permettere, l’altezza decisamete aiuta ma un certo tipo di vestiti devi saperlo portare o forse basta sentirsi a proprio agio, non lo so. So solo che io ancora non sono abbastanza coraggiosa da sperimentare, l’unico elemento su cui azzardo sono gli occhiali. Comunque lo spirito di Zelda mi ha talemte pervaso che quando guardo le vetrine spesso penso questo Camilla sicuramente lo indosserebbe.
<3 per amore della verità, cara mia: alcune volte ho preso delle cantonate pazzesche! si fa presto a selezionare il meglio ;)
però questa cosa qui, di giocare con pezzi selezionati, scelti e creati da altre mani, mi esalta a livelli estremi. le cose ci sopravvivono attraverso traiettorie parallele che ad un tratto decidono di sceglierci e d'incrociare la nostra. il recupero del loro senso è un grande favore che facciamo alla nostra fantasia e agli intenti originari di chi le ha immesse nel mondo.
e poi, vorrei raccontarti di quando vado al supermercato con il mio vestito a pois anni '50!! ad un tratto anche i detersivi anticalcare acquistano fascino!
un bacio con schiocco, anche per quella cosa delle vetrine... ne sono onorata!
Ecco… mi sono innamorata… delle tue *spille*!!!
Un magnifico martedi a te, Zelda!
<3!! che dici, mi faccio tornare dalle tre alle quattro ore d'ispirazione?!
smack!
Ti prego, falla diventare una rubrica fissa, plait, plait, plait ( come direbbe Leone)
Post incredibile, come te d’altronde!
<3 amichessa adorata, ne escogitiamo ancora di nuove insieme?! <3
…e le fashion bloggers dovrebbero accettare le tue scuse? Ma loro dovrebbero scusarsi! W la creatività, la ricerca, la passione per le cose piccole, ma che ci piacciono davvero. E poi, scusa, ma la spilletta handmade Diana fatta da te?????? ma è SPETTACOLAREEEEEEEEEEE! te ne posso commissionare una?? *_* io innamorata!
baciuzzo
<3!! ma quanto mi stai simpatica, Laura?!
farò di più: te ne customizzerò una tutta tua <3
Quest post fashion, anzi fascion, è una gioia per gli occhi e per lo spirito.
La spilla che hai fatto tu è quel dettaglio che cambia un look e spero che l’attacco creativo ti torni ancora e spesso.
Anche a me piace modificare gli abiti, vedere potenzialità nascoste e riadattare, togliere, aggiungere… mi diverto anche così.
Ma non ho capito solo una cosa: le modifiche le fai tu? sei anche una sarta- stilista?? :)
Se vuoi fare felice me, è rubrica fissa
ciao Barbara!! ecco, nelle modifiche pratiche demando, poiché sono totalmente incapace :P
ma quanta soddisfazione si prova dopo il ritiro di un orlo o di un’aggiustatina tattica su scolli e lunghezze?! <3!
guarda che ti prendo in parola, eh: istituisco l'appuntamento mensile con I VESTITI TRUCCATI di ZELDA :DDD
un sorriso!
Che post spettacolare, altro che fashion bloggers, questo è il post più trendy mai visto prima! Confesso anche una vena di sana invidia perchè io adoro questo genere di vestiti (e talvolta ne compro anche) ma poi finisco per indossare i soliti jeans…sarà che sono timida! Però in effetti potrebbe essere una sorta di terapia per liberare la creatività che è in me (mai letto Donne che corrono con i lupi?…ma questa è un’altra storia). Oddio che commento incasinato, comunque caso mai fossi disponibile a farmi da terapeuta nell’indossare creativo io ti assumerei! BAci
allora, se è per praticità e gusto, non ho niente da dire, ma se è solo per una quintalata di timidezza (solo?!) mi batterò con tutta me stessa perché anche tu possa avere il tuo vestito truccato . da esibire senza vergogna alcuna, con una bella foto del prima e una (orgogliosissima) del poi!
ti stra-bacio!
Ti vergogni del post? Vergognati di vergognarti! Mi annoiano i blog con i look del giorno delle fahion victim, mentre questo post, che ho piluccato nel corso del giorno – mi ha sinceramente divertito! Non potrei mai indossare capi simili a meno di una nuova glaciazione perchè ho una pelle gelida e che mi fa da isolante termico e mi rende refrattaria alla lana, ma mi è semplicemente piaciuto il post! Sarà che mi piace il tuo approccio alla vita! :)
ok, non mi vergogno più, claudia!
ho deciso che andrò fiera dei miei tagli e delle mie personalissime modifiche.
vestitini di laura ingalls o meno, la speranza nascosta nelle cose di fantasia ci salverà sempre <3
ti sorrido!
meraviglia! e poi avevo in mente un post… e questo era proprio quello che mi mancava
a me piacciono molto…non so se li indosserei (io, con il mio metro e sessanta scarso…hmmm…non so…con la casacca taglia 46…eheh!), ma sono assolutamente “copia conforme alla persona”! ehmm…spero di aver reso il concetto che avevo in testa…vabbe’, insomma…belli!
ahahhahaaha! reso perfettamente!! buona giornata, cara mia! <3