Lo scorso dicembre… sì, i calcoli sono giusti: è passato quasi un anno… Notizie sempre fresche da queste parti!
Ok, rifaccio.
Un anno fa ho partecipato alla mitica gita sociale di avventori e proprietari del mio magnifico bar di zona.
Poiché era chiaro che saremmo tornati quanto meno basculanti, abbiamo noleggiato un enorme pullman da gita vera, di quelli da chitarra e Canzoniere negli ultimi posti e di sacchettini per la nausea incastrati tra la prima e seconda fila.
Ci siamo recati a Chiuro, presso la Casa vinicola Nino Negri. L’idea era quella di conoscere, bere, mangiare e sorridere molto e, benché sia passato del tempo, mi ricordo come fosse ieri che durante quella domenica speciale abbiamo conosciuto, bevuto, mangiato e sorriso molto.
Con noi uno spaccato sociale, professionale e anagrafico davvero variegato, poi tantissima voglia di stare bene, la curiosità di chi parte e non sa dove arriva (tanto c’è l’autista) e una magnifica e avvolgente traccia di Divino, un divino tutto animista, incastrato nel rosso fuoco delle foglie, tra le crepe di muri silenziosi e nel turgore dei chicci d’uva appesi ai tralicci.
Questa è una piccola storia, niente di sensazionale, ma ci sono due motivi per cui spero davvero che gradirete:
– innanzitutto per la piacevolezza con cui ritorno a postare fiumi di foto scattate senza motivi apparenti, oltre alla passione infinita per la mia Mrs Canon;
– poi perché tutto il pullman – ma proprio tutto (autista incluso) – mi odia perché non ho ancora tirato fuori il dvd d’ordinanza, zeppo di foto e di ricordi. Questo punto vi fa capire quanto io tenga a voi: ho tirato avanti per quasi un anno infischiandomene bellamente degli insulti di tutto il bar e dei fischi delle tre portinerie limitrofe e oggi, nel pieno di un impeto di condivisione, ho sistemato tutto. Dvd incluso.
Ah, per dovere di cronaca, devo dire che ognuna di queste foto ha subito un feroce raddrizzamento, specie quelle successive alla prima degustazione.
Nell’ultima qui sotto, quella che chiude il post (ultima anche della giornata… non ci provo neanche a spiegarvi quanto fosse storta…), ci trovavamo a Tirano, per una pausa che alcuni avevano etichettato come utile per sgranchirsi le gambe e comprare del buon formaggio. Sarà superfluo specificare che tutto il pullmann – tranne l’autista (santo subito) – è finito al bar. Buona giornata a tutti!
Camilla
Zelda was a writer