L’Italia racconta. Lo fa a ogni angolo di strada.
Nella fitta trama di rughe del marinaio, tra le meravigliose rovine di una civiltà lontana, sulle suole di chi ci ha dominato e su quelle di chi di noi si è innamorato perdutamente, esiste una storia.
Esiste pure tra le tende di una finestra scrostata, nel posto meno conosciuto dello Stivale: a un tratto le imposte si aprono, entra la luce, la corrente fa volare le tende e la fetta di una cupola non preventivata fa capolino nella stanza.
L’Italia è arte e bellezza, questo non dovremmo mai dimenticarlo. Dovremmo difendere con i denti questo tesoro, dovremmo aiutarlo a non estinguersi e raccontarlo nel mondo. Regalandolo con gioia, a più non posso.
Lunedì sera sono stata invitata a una serata meravigliosa, Experiencing Firriato.
Il cielo prometteva tempesta ma io e il mio vestito a fiori ci siamo avventurati nel bellissimo intrico di vie che portano alla Società Umanitaria di Milano, salutando i vetri colorati della Sinagoga e sbirciando tra il fresco fogliame dei giardini della Guastalla. Si sentiva un vociare di bambini felici da quelle parti ed è stato bello portarselo dietro per qualche metro.
Firriato produce vini: da Trapani passando per l’Etna fino all’Isola di Favignana, Firriato salvaguarda e recupera il variegato territorio della Sicilia. Lo fa da 20 anni. Si tratta di una realtà storica importante per tutti quelli che credono che l’Italia abbia ancora tantissimo da offrire. Firriato unisce il culto della terra, il suo profondo rispetto, a una produzione consapevole, votata alla vera eccellenza.
Lo sapete che questo non è propriamente un blog dedito al food, ma la sensazione che ho avuto, aggirandomi per i 9 stand di degustazione e buttando lo sguardo tra le rincuoranti volte affrescate dell’Umanitaria, è che lì, ci fossero moltissime storie.
Le storie che preferisco, quelle che mi raccontano dell’operosa maestria dell’uomo, del suo utilizzare gli elementi per dare vita a un’idea creativa, colorata e gustosa.
Non starò a dirvi che ho capito tutto perché mentirei spudoratamente. Arrivata allo stand dei TOP, scelto solo per il nome, ho chiesto “del vino”. Complimenti Camilla, una richiesta così circostanziata non può che farti onore!
Il sommelier ha sgranato gli occhi e mi ha detto con una punta di tenerezza:
– Il suo calice, Signorina?
– …
All’entrata c’era un’enorme distesa di bicchieri e io partivo già in difetto sulla cosa più semplice: scegliere il mio.Ma poi. Poi è successa una cosa. Una cosa che non saprei spiegare.
A un tratto – tra i formaggi del Consorzio della Vastedda del Belice e il Suino Nero dei Nebrodi dell’Azienda La Paisanella – mi sono impegnata e ho cercato i racconti. Non mi capacito ancora di quanta bellezza nasca dai prodotti della nostra Terra e dalle storie che si portano dietro, so solo che sarei stata lì a domandare senza posa, se non avessi ancora una piccola riserva di buona educazione nel taschino. Grazie mamma e grazie papà.



Mi sono venuti in mente i suoi racconti, spesso incentrati sull’amato padre, l’uomo più vanesio che tutta Palermo ricordi, sempre attento alla piega del colletto, abituato a girare per la città con un paio d’occhiali con la montatura d’oro. Ho pensato con nostalgia alla mia isola del cuore, Lampedusa, a quanto io lì sia sempre felice, sempre me stessa.
A quanto, per tanti motivi, e volendo fare la melodrammatica, la Sicilia sia il mio ritorno a Itaca.




Un signore dagli occhi trasparenti come il mare mi ha raccontato autentiche meraviglie sulla Tenuta Calamoni: la sua vigna si trova a pochi passi dal mare, una volta gli hanno chiesto a che altura fosse e lui ha risposto che poco ci mancava che non arrivasse al livello del mare!

Camilla
Zelda was a writer
Ve ne parlerò più ampiamente la prossima settimana (per ora ho solo scritto questo).
All photos, above have been shot with the Samsung Galaxy NX30 which has been provided by Samsung Electronics C. Ltd.
Ari-ciaoooo!
Accidenti Camilla!
Vorrei sapere come fare per avere il tuo occhio per le immagini.
Quando lo organizzerai un workshop fotografico?
Credo potrei fare follie per avere la possibilità di (in)seguirti un giorno in giro per la città à catturare la vita come fai tu!
—Alex