Molto spesso, quando mi chiedono come abbia cominciato a interessarmi al mondo del blogging, da anziana quale sono, inizio sempre a raccontare gli albori di questa passione.
Posso esimermi dal farlo anche qui? Ecco, la risposta la conoscete già…
Il tutto è partito per puro caso: cercavo un’immagine su google e sono entrata in un labirinto di bellezza senza fine. Da quel momento, ho passato un anno intero a leggere due tipologie ben distinte di blogger, le Scandinave (in cui inserisco in modo piuttosto approssimativo tutto il Nord che si esprime appena sopra la mia testa) e le Blogger Americane.
Generalizzazioni, ne convengo, ma due mondi talmente compositi di espressione e bellezza da spingermi a parlarne sempre con un certo piacere, fino a farmi decidere di esporli al mio esame di Inglese dello scorso anno… Tra “pollution” e “new technologies” sono arrivata io con “The main differences between Scandinavian and American Bloggers”. Immaginatevi la scena…
Oggi vi voglio parlare di questo secondo e colorato mondo, grazie ad AMERICAN BLOGGER, un documentario in cui ho avuto la fortuna di imbattermi qualche tempo fa e che porta la firma di Chris Wiegand (Dallas, Texas), che ho scoperto essere un videomaker davvero promettente (qui il suo vimeo).
Come è nato il suo interesse per il mondo dei blogger? Nessun anno diviso tra Scandinavi e Americani, ma una moglie – bellissima – e una gravidanza difficile che la spingono a condividere la sua esperienza sul web.
Ne nasce un blog, The Wiegands (Casey Leigh), questo è il primo post, una sorta di manifesto per i nuovi lettori.
La trama dei contatti del blog cresce, crescono i commenti, i post e l’impegno… Chris si domanda se questo fenomeno così esteso e in un certo senso inedito possa venire raccontato, inforca la sua macchina da presa e parte per gli Stati Uniti.AMERICAN BLOGGER è un lungo e gustosissimo documentario itinerante (il viaggio su instagram – altre foto): Chris decide di attraversare l’America con un camper completamente ricostruito per l’occasione, lo fa con uno sguardo poetico che intrappola il passaggio delle nuvole ed estesi panorami di un niente silenzioso e saggio. Ci sono le blogger, le loro interviste, ma poi c’è un mondo serafico che ci osserva e ci contiene.Macina chilometri Chris, interroga volti e storie, ci restituisce risate e lacrime, regala una consistenza reale a vissuti che sentiamo affini al nostro ma che frequentiamo solo virtualmente. Indaga un desiderio crescente di comunicazione globale, che accomuna donne (mamme) di diversa estrazione sociale e formazione, con vite speculari ma con la strenue volontà di accorciare distanze, di mettere a disposizione la propria esperienza e, in molti casi, di tendere una mano.
Chris Wiegand ci tiene a specificare che il documentario non rappresenta in nessun modo uno spaccato esaustivo dei blogger di tutta l’America, ma solo il tentativo di raggiungerne e raccontarne una corposa fetta.
A prescindere dalle differenze tra questi blog e ciò che diffondono, si ha la netta sensazione che il web sia pronto per far sentire la sua voce, che la rete possa sortire grandissimi risultati, smascherando piccole e grandi meschinerie e promuovendo un senso di gruppo e di azione davvero inediti.
Mi è sembrato interessante raccontarvi di questo documentario, anche per come viene chiesto il supporto ai propri possibili e futuri spettatori/sostenitori, perché ritengo che possa fornire un’idea di gestione delle vostre produzioni creative.
Cliccando qui vi troverete di fronte a questa schermata:Potete decidere di offrire da 9.99 a 199,99 dollari e vi arriverà via mail un link da cui scaricare – o vedere in streaming – il documentario (+ altri 5 video prodotti in passato dallo stesso Wiegand).
Io l’ho prontamente fatto e mi sono sentita una vera mecenate!
Che ne dite, non sarà il caso di iniziare a farlo anche qui?
Buona giornata a tutti!
Camilla
Zelda was a writer
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AMERICAN BLOGGER – CHRIS WIEGAND
sito – facebook – twitter – instagram – vimeo – pinterest
ph. credits: ©Chris Wiegand
curiosissima di vederlo! Lo farò presto, spero… ciao! Vale
Ciao Vale!
Fammi sapere cosa ne pensi ;)
Buona giornata!
Lo farò anch’io, dev’essere davvero interessante!
Ciao Camilla!
Cinzia
Anche io, come lettrice e cacciatrice d’ispirazione, mi sto appassionandoal mondo del blogging, e il tema della sostenibilità mi ha toccato. Zelda was a writer è un blog ricco di idee, di ispirazione, di spunti per riflettere di libri da leggere e molto altro. Non ho mai trovato la pubblicità di un prodotto, mascherata da “consiglio per il make up” o “il mio negozio preferito”e questo ha fatto di me un’appassonata lettrice e futura “sostenitrice”.
Un progetto davvero interessante, non vedo l’ora di vederlo! Grazie di avercelo fatto scoprire ;)
Ciao Camilla, a me piacerebbe sapere, per curiosità, quali sono i blog scandinavi ed americani che seguivi? Non ho mai pensato ai blog esteri, e dal tuo racconto è sorta una forte curiosità! Ma soprattutto, quali sono le mitiche differenze che hai elencato nel compito di inglese??? :D
Grazie! Me lo compro subitissimo! Anche perché c’é Erin Loechner che é stata la prima blogger che ho mai contattato chiedendo consigli sul mondo del blogging ormai anni e anni fa.
Ti mando un’email nel in questi giorni per delle domande che mi sono fatta su questo mondo e sui suoi perchè…
Un abbraccio!
Sembra interessantissimo!! Finiti gli esami mi premierò (o consolerò) comprandolo :)
Mi hai incuriosita a morte e mi sono già innamorata (peccato sia già sposato, insomma!).
Ho scartabellato il sito di Chris e sono estasiata: c’è cuore lì dentro, un sacco di emozioni e vite vere, che valgono la pena di essere vissute. Secondo me è un messaggio positivo e forte di ciò che è la vita, di quanto può essere bella nonostante le difficoltà. E allora?
Allora devo cliccare su quella pagina e gustarmi il suo film, i suoi video inediti e amarlo ancora una volta!
La sua idea sul metodo di pagamento è stata utilizzata anche da Stephen King, con un romanzo a puntate pubblicato all’interno del suo sito: per ogni capitolo si poteva pagare un dollare, oppure scroccare e non pagare nulla. E almeno l’80% dei lettori ha sempre pagato!
Chi l’ha detto che siamo solo mangiatori a sbafo di contenuti altrui?