E così è capitato.
Un giorno di qualche mese fa il signor Canon mi ha detto:
– Zelda, non è arrivata l’ora che noi si collabori?
– Signor Canon, Lei non può dirmelo così, su due piedi… Ho un’età…
Mi sono ripresa l’altro ieri, giusto in tempo per raccontarvi in che cosa consista il progetto che, con oggi, abiterà le pagine di questo blog e della sua socialità virtuale. Vi racconterò di Irista, un progetto nuovo di pacca di Canon per la gestione delle immagini in cloud (qui il video di presentazione del progetto).
Le immagini sono materia da trattare con le pinze: più passa il tempo e più si presentano come un gomitolo infeltrito e pieno di nodi. Con il tempo la memoria lascia lo spazio all’emozione e si sa che l’emozione è un’artista: ricorda il sentimento, non le date, non gli indirizzi.
Insomma, sia da semplici amatori alle prese con le foto del proprio cane, sia da professionisti con un bagaglio infinito di scatti, le immagini e la loro conservazione sono quanto di più difficile esista. Difficile codificarle (qui dove eravamo?) e difficile utilizzarle (Ok, The Guardian vuole la mia foto della splendida aurora boreale del 2010, e la vuole entro due secondi… Dove la trovo?).
Il mio compito sarà quello di testare e di capire.
Devo semplicemente mettere a posto il profluvio di immagini che invadono da tempo immemore il mio computer e le mille propaggini (si legga: hard disk esterni) che vi attacco ogni santo giorno, sperando di espandere spazi e liberare angoli impolverati.
Ok, togliete l’avverbio semplicemente. Sostituitelo con un bel drammaticamente.
Per tre mesi tenterò l’impresa: sistemare le mie immagini, togliere le ragnatele, catalogare, condividere in maniera sensata su facebook e flickr e tentare di recuperare alcuni scatti persi. Lo farò con Irista, appunto.
Signor Canon, potrei fallire. Lei tenti di volermi bene lo stesso.
Quali sono le foto che ho iniziato a inserire? Ma quelle di Edinburgo!Non riuscirò mai a ringraziare il Destino per avermi condotto in questa città. Il fatto che sia un luogo tra il mare e il verde, preda del cielo e votato alla cultura non smette di farmela sentire complice e amica.
Quello che mi ha colpito in assoluto è il bisogno fisico di lettura e libri.
Ancora prima di essere belle, le librerie sono funzionali, fantasiose, piene di storia, di personalità. Non conta la scaffalatura di design ma il sentimento di amore per le pagine scritte e, se mancano scaffali, beh, ci sono cartoni da posare per terra, magari accompagnati da un bel cartello scritto a mano.Non dimenticherò mai il clochard che, mentre attendeva infreddolito gli spiccioli di qualche passante, leggeva un libro dallo spessore importante. Questa immagine, che non mi sono sentita di fotografare per rispetto, la porterò sempre con me.
Ecco dunque gli scatti fatti la settimana scorsa, tutti dedicati ai libri incontrati durante le mie lunghissime camminate.
Sono i primi scatti catalogati in Irista, due gli album: Edimburgo primo giorno ed Edimburgo secondo giorno. So che cambierò catalogazione mille volte. Per fortuna la piattaforma permette mille cambi gestionali e, sia lodato tutto il lodabile, regala la possibilità di taggare all’inverosimile ogni scatto. Così, ogni volta che cercherò la parola “libri”, mi comparirà la scaffalatura di scatti più variegata e geograficamente improbabile della storia! Obiettivamente non vedo l’ora!
Riguardando questi scatti mi/vi chiedo: possiamo anche noi prendere spunto e iniziare a essere mangiatori di libri senza vergogna alcuna? Possiamo pensare ai libri come a un’enorme possibilità – a chilometro zero – di raggiungere tutti (persino noi stessi) diventando persone migliori, rispettose e piene di colore?
Io dico di sì!E cosa dire della Elephant House? Qui J.K. Rowling ha scritto la prima puntata della saga di Harry Potter e, con la mia preziosa socia Clelia, ho fatto un rito scaramantico…Qui sotto il bagno del locale, pieno di scritte di ringraziamento alla scrittrice. Quando ci sono entrata mi sono commossa e, complici due lacrimoni sospesi tra le ciglia, tutte le scritte si sono confuse tra loro. Si sa che non sono tanto normale…Irista è un servizio è in progress, il fatto meraviglioso è che potete migliorarlo insieme a Canon, scrivendo i vostri consigli.
Ci si iscrive e si hanno subito 10GB gratis per testare la propria opera di caricamento-catalogazione-diffusione, superati i quali esistono due pacchetti a pagamento.La cosa che al momento mi fa impazzire è l’annuncio che per dicembre sarà possibile creare veri e propri fotolibri o stampare immagini in altissima risoluzione che, una volta ordinati, vi arrivano direttamente a casa.
La cosa che vorrei e non c’è è poter creare album che posso mandare al cliente e che può tranquillamente controllare e/o scaricare. Una sorta di Dropbox ma all’interno di un servizio che in pratica mi offre tutto.
Mi sta ascoltando, Signor Canon?
Che sia un buon fine settimana per tutti voi!
Camilla
Zelda was a writer
#canonirista
Oh, Signor Canon, come sono felice di questa sua proposta. Devo ammettere che l’aspettavo da un po’ e me l’auguravo., Sì per me, non per questa ragazza qua, che scrive fotografa. Per me perché così mi garantisce post ancora più ricchi di splendide foto, consigliandomi pure dove mettere tutte quelle immagini sparpargliate in cartelline “da archiviare” su hard disk esterni, chiavette e (sssshhh, non lo dica nessuno, sono casi di emergenza), bozze su gmail.
Signor Canon, io ci provo eh?
Signor Canon, non so Lei, ma io sto gongolando!