16 Novembre 2015

Una barchetta gialla

Camilla - Zelda was a writer

Daily thoughts Stationery

barchetta-giallaTempo fa, ho fatto visita al mio amico artista Adriano Pasquali.
Lui gestisce La Copia, una fotocopisteria in piena Lambrate, a Milano. A intervalli regolari, La Copia si tramuta in Piscina Comunale, uno spazio d’arte in copisteria che regala i suoi muri ad artisti promettenti, offrendo loro aiuto, diffusione e passione. Spesso sono giovani e sconosciuti, spesso capita che Adriano organizzi attorno a loro delle vere feste.
Tutti amano Adriano. L’energia che è in grado di generare è talmente umana da estendersi ben oltre il perimetro del suo negozio, rendendo a tutta la zona un servizio piccolo e in un certo senso accessorio, se confrontato a tutte le necessità impellenti di questa grande città, ma di certo vitale e insostituibile.

Come vi dicevo, sono andata a trovarlo perché ci unisce una storia legata a una barchetta gialla di carta. Per il rispetto che gli devo, vi racconterò solo la parte che riguarda me.

Qualche anno fa, mi trovavo al cimitero per un funerale. Siccome era lo stesso cimitero in cui, da una decina d’anni, si trovava mio padre, e siccome non ero mai andata a trovarlo – perché, a differenza di Foscolo, non credo nei Sepolcri – decisi che quella sarebbe stata l’occasione giusta.

Sull’autobus che mi portava al cimitero, scrissi una lunga lettera a mio padre. Parlava di mare e di abissi, descriveva il rassicurante senso che mi dava la mia libertà, il mio scegliere quali acque abitare. Gli scrissi che speravo con tutta me stessa che fosse fiero di me e inserii nella busta un pesciolino di plastica gialla.
L’autobus frenò di colpo, il pesciolino cadde e io mi abbassai per raccoglierlo. 
La sorpresa s’impossessò dei miei occhi e il cuore iniziò a palpitare: proprio tra i miei piedi, a pochi centimetri dal pesciolino caduto, c’era una barchetta gialla di carta.
Non pensai a un miracolo ma a qualcuno che si era seduto lì prima di me, aveva scartato una caramella al limone e l’aveva mangiata con gusto. Qualcuno che durante il viaggio, aveva costruito una barchetta con il suo involucro giallo.

Ricordo che la coincidenza mi fece provare un’infinita gioia e al contempo un grandissimo dolore. E, siccome sono la discendente di una simpatica famiglia di burloni, per smorzare la nostalgia, dissi tra me e me: Vedi, Camilla, se fossi arrivata cinque minuti prima, avresti incontrato tuo padre sulla 55, mentre mangiava una caramella al limone! 
Sorrisi, scesi dall’autobus e sigillai la lettera con un bacio.

Tempo fa, sono andata da Adriano. Gli ho chiesto di chiudere il cerchio. Gli ho chiesto di racchiudere il tesoro che portavo sempre con me in una delle sue creazioni.
Non ci siamo promessi niente. Gli ho affidato uno dei miei più grandi tesori con fiducia e ho atteso.

La settimana scorsa, ci siamo incontrati per caso. Mi ha detto che aveva qualcosa per me. Mi ha regalato la mia barchetta finalmente nel suo mare. L’aveva liberata e, francamente, non avrei potuta pensarla meglio di così. Nel pieno di un mare blu intenso, cullata da una rete che la sostiene ma non la opprime.
barchetta-gialla-2
Volevo raccontarvi questa piccola gioia personale per due motivi essenziali.
Il primo fa riferimento all’appello della mamma di Valeria Solesin, morta nel terribile massacro di venerdì sera al Bataclan di Parigi. Ieri sera, di fronte alla sua richiesta televisiva di ricordarla in ogni modo, mi sono detta che, pur non conoscendola, avrei comunque voluto fare di tutto per smorzare il dolore così composto di una madre tanto affamata di Memoria.

Il nostro è un Paese immemore, dovevo fare qualcosa.
Ho immediatamente pensato che la mia migliore risposta risiedesse in questa storia così semplice, che mi fa pensare a quanto le piccolissime coincidenze della vita smorzino distanze, urla e insensatezze del nostro umano vivere.
Ho pensato a una gioia microscopica del mio vissuto, preziosa come oro, capace di farmi sentire immediatamente forte rispetto a tutto quello che di più grande mi sovrasta e che tenta di soffocare la mia gioia di vivere, di frenare il mio cammino.
Mi sono immaginata Valeria in un mare stupendo, nelle acque più cristalline della mia isola, con il pesciolino di plastica a tenerle il fianco. Con mio padre che le sta facendo spazio su quella barchetta gialla. Mentre vi scrivo, li guardo da lontano e li saluto, pensando che non ci siano confini di proprietà nell’amore.

Ed eccomi al secondo motivo. Proprio per questa coincidenza così preziosa, per la forza di ogni mio sogno, per il sentimento di grande slancio che ho nel futuro, ho deciso che il simbolo della mia piccola e futura impresa di carta – di cui ancora non so praticamente nulla – sarà questa barchetta gialla.

Sarà il simbolo delle cose tenaci e piccole, verso cui spesso si nutrono dei dubbi anche leciti ma che, sempre e comunque, riescono a raggiungere le rive di un nuovo Paese.
Me lo immagino straniero e assolato, questo Paese, un luogo rigoglioso, meglio se lambito da un mare fiero, un luogo da scoprire con la gioia e la fiducia che si riserva alle scoperte più importanti della nostra vita.
Camilla
Zelda was a writer
barchetta

14 pensieri su “Una barchetta gialla

  1. Benedetta

    Oggi è arrivata finalmente #365giornidi, la regalerò ad una cara amica e so che la farò felice. Non ho più idea di cosa sia la normalità in questi giorni, ma la tua barchetta gialla non poteva avere colore più bello!!
    In bocca al lupo e grazie di cuore. Benedetta

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  2. MARTA

    Sono arrivata alla fine con gli occhi colmi di lacrime e il cuore colmo d’amore. Buona fortuna e buon viaggio alla barchetta gialla.
    <3

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  3. Serena

    Siamo tutti un po’ barchette, sospinte in questo grande mare che è la Terra, che si chiama terra ma è più, molta più acqua… alcuni hanno bisogno di rotte, mappe e fari per guidarli su un cammino. Altri imparano a conoscere le stelle, e le salutano al mattino, le chiamano per nome … altri invece seguono solo il loro cuore, la voglia di avventura, e come Ulisse sperano di arrivare al bordo del mondo, per scoprire cosa c’è di al di là.
    Siamo tutti navigatori in questa vita, e speriamo solo di non incontrare bufere o calamari giganti ;)
    Bacioni grandi, tu mi colpisci e affondi.

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