26 Settembre 2016

Opportunità

Camilla - Zelda was a writer

Daily thoughts

Opportunità | Zelda was a writerChi mi segue deve averlo intuito: dopo Le Regole del Delitto Perfetto (How to Get Away with Murder), la serie tv di cui è regina indiscussa, mi sono letteralmente innamorata di Viola Davis. 

Immagino non sia difficile: siamo di fronte a un’attrice brava e intensa (ve la ricordate in The Help?). A mio parere, c’è di più: in questo momento storico, insieme a una serie di colleghe, di creative e di intellettuali afroamericane, rappresenta un modello di donna volitiva e appassionata, la cui energia andrebbe raccontata e presa ad esempio.

 

Tornerò a parlarvi della serie tv ma oggi sono qui per condividere il discorso che l’attrice ha tenuto agli Emmy dell’anno scorso.
Sì, l’anno scorso… Lo so, non ditemelo, sono sempre sul pezzo io!

Nel 2015, Viola ha vinto un Emmy come migliore attrice protagonista in una serie drammatica. Era la prima volta per un’attrice nera: è salita sul palco con un’emozione che bucava lo schermo e ha pronunciato un discorso fiero e appassionato, a cui torno a intervalli regolari.

Ne parlavo giorni fa con due mie amiche – Justine e Azeb – e così è nata l’idea di questo post.

Lo rielaboro in italiano, grazie alla mia portentosa conoscenza dell’inglese “livello scuola materna” (messaggio per i madrelingua e per gli esperti –> vi prego di non redarguirmi ma di apprezzare lo sforzo):

“Nella mia mente, vedo una linea. Oltre quella linea, scorgo prati verdi e fiori incantevoli, e  vedo bellissime donne bianche con le loro braccia protese verso di me sopra quella linea, ma mi è chiara l’impossibilità a raggiungerle in qualsiasi modo, l’impossibilità ad andare ben oltre quella linea”.
Questa era Harriet Tubman nel 1800.

Lasciate che vi dica qualcosa. La sola cosa che separa le donne di colore da chiunque altro è l’opportunità. Non si può vincere un Emmy per ruoli che semplicemente non esistono. Quindi, grazie a tutti gli scrittori, alle persone fantastiche che sono Ben Sherwood, Paul Lee, Peter NorwalkShonda Rhimes, persone che hanno ridefinito il significato dell’essere belli, sexy, dell’essere donne al centro delle storie. Dell’essere neri. Alle Taraji P. Henson, alle Kerry Washington, alle Halle Berry, alle Nicole Biharie, alle Meagan Goods, alle Gabrielle Union. Grazie per averci condotto oltre quella linea. Grazie alla Television Academy. Grazie.

Perché io – una donna dalla pelle bianca e mediamente rappresentata dall’immaginario collettivo, mediamente compresa e lasciata libera di oltrepassare le sue linee più essenziali – torno a intervalli regolari a un discorso di opportunità per le donne nere?

Perché credo che quel discorso parli di opportunità, ancora prima che di differenze
Viola Davis parla di una linea oltre la quale la realizzazione di sé è possibile, auspicabile, chiesta a gran voce, e poi di un luogo attiguo ad essa in cui tutto, ma proprio tutto, è negato.
Il suo discorso, anche se circostanziato, non si pone dei limiti: parla a tutti quelli che di fronte a una barriera, prima o poi e loro malgrado, ci si sono trovati.

Sarei pazza se affermassi che siamo tutti uguali nelle nostre battaglie ma credo con tutta me stessa che esista una democrazia delle barriere. Il tutto sta nel ricordarsi le proprie, la bieca impossibilità di certi salti, il sentimento di offesa e di rivalsa che hanno generato.

Opportunità | Zelda was a writer

Source: Variety

In questo preciso punto del mio cammino, ho ancora tantissima strada non battuta, piena zeppa di sogni e di speranze e voglio, voglio con tutta me stessa percorrere più mondo possibile, diventando cittadina onoraria di quanti più tavoli, in mezzo a quante più cucine brulicanti di volti, storie, parole e – perché no – anche di manicaretti fumanti.
Voglio essere una di tutti. Non una di noi, non una di voi ma una di tutti. Voglio sperare che le opportunità siano sempre pronte a rispondere al mio fischio, alla mia disarticolata ma non meno convinta corsa verso una meta, verso la mia realizzazione.

Con il tempo, questo sensazionale bisogno di espressione, di opportunità e di altri mi ha fatto capire una cosa che reputo preziosa: quando una cosa ti galvanizza e ti libera diventi generosa tuo malgrado. Quando un fatto ti regala mille possibilità di azione e pensiero, inizi a volerlo per tutti. 
A un tratto, ti pare chiaro che non sia possibile restringere il campo di un miracolo – tutti dalla stessa parte, tutti in un mondo senza parti – che, se solo ci vedesse tutti protagonisti, aumenterebbe in maniera esponenziale il nostro potenziale in termini di bellezza, di confronto e pure di conoscenza. Pensateci: è talmente illogico che dev’esserci per forza una “stanza dei bottoni” interessata a tenerci lontani, divisi, parcellizzati e pure riottosi…

Capisci la forza dirompente dei salti della linea, capisci quanto siano inutili le barriere, quanto siano stupide, inumane e pure poco tattiche, quando ti rendi conto di quanto invece sia vitale essere in tanti nella corsa verso un desiderio, verso la realizzazione di sé. 

Credo che sia per questo che torno spesso a quel video. Ascolto Viola Davis e penso parli anche per me, a dispetto delle mie poche barriere, del mio colore di pelle più gestibile, della mia parte di mondo più fortunata.

Io credo che non esistano differenze nella corsa verso il proprio bisogno di comprensione, nella creatività e nell’amore. Lo credo con tutta me stessa e continuerò a parlarne qui, nelle cucine dei miei prossimi amati sconosciuti, nel pieno di un nuovo salto verso un sogno condiviso. Non lo farò solo per me ma anche per tutti quelli che come me credono che oramai le linee debbano essere unico e solo appannaggio della geometria.

Camilla
Zelda was a writer

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