TRA ALLARME E STUPORE:
LA LETTURA CREATIVA DE “IL MONDO DOVE È BIANCO”
di JEMMA WADHAM
(ABOCA)
Buon lunedì!
Spero che stiate bene e che le mie parole possano regalarvi una piccola pausa da questo periodo difficile.
Arrivo da voi con l’entusiasmo di chi ha attraversato pagine galvanizzanti e torna per raccontarle.
Nelle ultime due settimane, infatti, ci siamo avventurati tra le storie di “Dove il mondo è bianco” di Jemma Wadham, un memoir edito in Italia da Aboca edizioni.
Jemma Wadham, la sua autrice, ha seguito se stessa oltre ogni limite e ogni aspettativa sociale. Ha studiato Glaciologia in un contesto accademico decisamente maschile, non si è mai fatta scalfire dal pensiero comune che la vedeva troppo fragile e, in mezzo alle mille e democratiche fatiche della vita, ha raggiunto le vette più impervie. Fuori e dentro la metafora.
Oggi, se vorrete seguirmi, vi porterò nel pieno della nostra ultima #letturacreativa.
La professoressa Jemma Wadham ha girato il mondo in lungo e in largo, cercando tracce di vita sotto strati e strati di ghiaccio, a un passo da suoli insondabili, misteriosi e pure tanto lontani nel tempo.
Leggendo i resoconti delle sue incredibili avventure, dalla Groenlandia al Perù, oscillerete tra la voglia di prendere lo zainetto e partire con lei e lo sconforto per tutti i disastri che l’essere umano è stato in grado di creare sul Pianeta Terra.
La potenza del suo racconto, però, risiede in una lucida e sconsiderata voglia di continuare a camminare. Una voglia di abbracciare ogni aspetto del vivere e dello scoprire. Non fermandosi solo ai dati più evidenti e non cercando risposte posticce a domande troppo grandi.
È un sentimento strano, una sorta di sospensione pensosa, che miscela la certezza di essere piccoli (e in un certo senso inutili) a una profonda connessione con le forze della Natura. Un sentimento che mi sembra l’unica via possibile per attraversare i faticosi anni che verranno.
COSE NON FACILI DA DIGERIRE
L’autrice di “Dove il mondo è bianco” è tornata alle nostre latitudini per raccontarci cose non facili da digerire. Ricordandoci che la Natura fa sempre il suo corso, che senza acqua siamo spacciati e che i ghiacciai sono seriamente compromessi. Però l’ha fatto con l’approccio di chi ascolta, di chi si avvicina e cerca, ipotizzando soluzioni.
Non è vero che tutti gli esseri umani sono abitati da desideri di potere, interesse e distruzione. A volte basterebbe investire solo su coloro che, attraverso la loro infinita voglia di conoscenza e partecipazione, ci forniscono occhiali graduati sulle nostre possibilità di azione e di coraggio.
Jemma Wadham ha calzato gli Stivali delle Sette Leghe forte delle sue competenze, ma è sempre stata pronta a capire, ad ascoltare, ad attraversare, in un’eterna ridefinizione del suo sapere. Grazie alle storie che ha incrociato, ai dettagli su cui si è soffermata, alle misurazioni che ha compiuto. Grazie all’ascolto della natura misteriosa e selvaggia, che le ha permesso di entrare in profonda sintonia con gli elementi, con le energie dirompenti del nostro Pianeta blu, con l’infinitesimale che lo abita.
Questo è il tesoro che mi porterò via dalle sue parole: essere instancabili nelle perlustrazioni della vita e attraversare ogni limite, nella netta convinzione che esistano nuove vie, nuove possibilità, nuove scoperte.
Leggendo questo libro ho capito che, oltre all’anima contemplativa della sua autrice, avrei dovuto raccontarvi la forza e la tenacia che hanno contraddistinto ogni sua avventura.
E così sono nate queste grafiche piene di vita, che registrano lo stupore dei colori, la pazzia della musica sparata nelle cuffie di un walkman e l’incontro con animali pericolosi e mitici.
Un’esplosione pop ispirata all’energia della sua autrice, insomma.
ECCO LE IMMAGINI DELLA MIA LETTURA CREATIVA
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ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…
L’amore di Jemma Wadham per i ghiacciai mi ha messo di fronte al dolore di una natura sempre più compromessa dall’azione sconsiderata degli esseri umani. I rappresentati di questo mondo sono impegnati in azioni spesso scellerate e poco lungimiranti, che rimandano impegni urgenti e pianificazioni a lungo termine.
Credo che la rabbia di questi giorni dipenda da un sentimento di impotenza rispetto a eventi su cui non abbiamo presa e che potrebbero danneggiare ulteriormente il nostro già debole equilibrio. La rabbia è tracimante, ma non ci impedirà di tenere gli occhi ben aperti.
Spero che sarete d’accordo con me ❤️
Un sorriso, anzi due.
Camilla
Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Aboca edizioni di cui vado molto fiera.
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.