Si chiama Chiara ed è ormai una presenza irrinunciabile dei giorni su Zelda, quelli di gustosi commenti e condivisione vera, sentita. Tempo fa le ho chiesto di farci passare un magnifico giorno nella sua vita, tra manicaretti e natura, nel pieno di un’attività che ama tanto e che descrive amabilmente nel suo blog.
Questo è il meraviglioso risultato, pieno di passione e impegno.
Di una tale qualità e cura da farmi davvero commuovere!
Grazie infinite, cara Chiara: passare un giorno con te è stato a dir poco entusiasmante!
xoxo
Cara Camilla, quando mi hai detto che saresti venuta a trovarmi, avevo le madeleines in forno. Dopo aver letto la tua mail, era così emozionata che il fatto che dovessero rimanerci non più di dieci minuti mi è proprio passato di mente!
Arrivi al momento giusto. Quando si avvicina il giorno del mio compleanno mi sento giù e averti qui mi farà bene. Da piccola, da un lato non vedevo l’ora che quel giorno arrivasse, dall’altro vivevo quell’attesa sperando forte che non arrivasse mai. Il ricordo più bello che ho, dei compleanni passati, è la torta al formaggio farcita a strati, che mamma preparava solo per quell’occasione. C’era lo strato con il tonno e i carciofini, quello con il burro e il salame, col prosciutto cotto e la maionese, col capocollo e con il patè di fegatini di pollo. Era una torta alta come un panettone. Prima veniva tagliata orizzontalmente, farcita strato per strato e ricomposta, poi veniva tagliata verticalmente, a spicchi. Io prendevo sempre una colonna intera! Il secondo ricordo bello è il profumo di pulito della tovaglia di cotone.
Prima di ogni ricordo bello però, c’è quello soffocante della paura per il tempo che non avrei potuto fermare e della certezza che prima o poi tutto sarebbe finito. Infatti dopo qualche ora la festa finiva ed io restavo in compagnia di un gran senso di vuoto.
La stessa identica paura ce l’ho ancora e per non affrontarla vorrei che il mio compleanno passasse come un giorno qualsiasi. Nei giorni che lo precedono sono irrequieta e insopportabile e cerco di riempire il tempo di cose, così mi illudo di allungare la distanza tra me e lui.
Preparo il caffè, ne prendi un po’ con me?
Il caffè in polvere sta in questa scatola di latta da quando sono nata, forse anche da prima. Non la cambierei con nessun altro barattolo al mondo. Due cose di lei, io e la mia vulnerabilità mattutina, apprezziamo molto: non è mai freddissima, pur essendo di metallo, e dentro è sempre buio totale. Mi affeziono quanto alle persone agli oggetti che ho, in modo particolare se hanno a che fare con la mia infanzia. La marmellata di more l’ha fatta mamma, assaggiala, ne vale la pena. Le abbiamo raccolte tutti insieme all’alba di un giorno dell’estate scorsa, cestino al braccio e ombrello usato come uncino per avvicinare i rami.
Stamattina faccio il pane, così poi ce lo mangiamo per merenda! Prepararlo è in cima alla lista delle cose che mi piace di più fare. Mi sembra di conoscerti da sempre, eppure mi rendo conto di non sapere tantissimo di te. Per dire, a te piace impastare?
I primi 5 minuti io li passo così, con la mano nella farina fresca.
Ieri ho comprato delle violette in un negozio piccolissimo, un po’ controvoglia. L’unico vivaio possibile, per me, era chiuso e tra poco non sarà più lo stesso. Il proprietario è anziano e non può più far fronte da solo a tutto il lavoro e le cure di cui una serra ha bisogno, così la cederà ad altri. Sarà molto difficile abituarmi a questo cambiamento, non riesco proprio a vedere la bellezza in posti che non siano quello e in proprietari diversi da lui. Ho una mia teoria: credo che le piante non siano tutte uguali. Voglio dire che nessun geranio è semplicemente un geranio, identico a tutti gli altri gerani esistenti sulla terra. La differenza la fanno le parole che ha ascoltato e la bontà e l’amore di chi lo ha custodito. La mancanza di queste cose fa del geranio, come di qualsiasi altra pianta, un essere con poca personalità, scostante e arido. Quelle violette comunque le ho prese, ho pensato che sarebbe stato bello sistemarle insieme a te. Sempre secondo la mia teoria, faranno grandi passi avanti dopo averti conosciuto!
Adesso, come sempre, non riuscirò a trattenermi dal fare la rassegna delle piante. Venire con me in giardino richiede pazienza, avrei dovuto avvisarti. In genere ho tutta la situazione sotto controllo. Dalla pianta più vecchia, fino all’ultimo fiore di campo nato, tendo a mostrarli tutti, con lo stesso orgoglio con cui un pittore mostrerebbe i propri quadri. Di ognuno potrei dirti tante di quelle cose, da farti passare la voglia di tornare a trovarmi di nuovo, cose perlopiù evidenti: alle ortensie stanno nascendo le prime foglie, la camelia sta morendo e il prezzemolo ha resistito al freddo dell’inverno.
Qui dietro c’è l’unica parte di giardino rimasta immutata negli anni.
Per questo angolo ho in mente una cosa. Vorrei diventasse un giardino incantato, un posto magnetico in cui posare lo sguardo e viaggiare con la fantasia. Pensavo di mettere dei portoncini alla base degli alberi, per agevolare la vita ai folletti che vorranno venire ad abitarci. Ci pianterò delle rose color pastello e verdurina fresca, ma sarà un lungo lavoro e per ora non c’è altro che una piccola veranda di radici, qualche fungo gigante e l’Albero con gli occhi.
A forza di chiacchiere, mi è venuta una gran fame. Andiamo a farci pane e olio!
Tiro fuori il mio vassoio preferito, quello delle occasioni speciali. E’ di Portmeirion ed è pieno di attrezzi da giardinaggio, disegnati da Laura Stoddart. Se non la conosci, devi assolutamente dare un’occhiata al suo sito, rimarrai a bocca aperta, lo so.Credo di non averti mai parlato della mia mania di far seccare i fiori. E’ una vera ossessione, non c’è fiore che passi per le mie mani che riesca ad appassire in santa pace. Finiscono tutti appesi a testa in giù o schiacciati sotto il peso di un libro. Sarà sempre per quella paura che le cose finiscano, fermo il tempo quando sono nel loro momento migliore. Preferisco avere la certezza del ricordo, piuttosto che godermi il momento e a pensarci bene non è che lo preferisco, è che è più forte di me. Quelli a destra, in mezzo al libro, sono di mia nonna. A quanto pare, è una cosa che si tramanda.
Per pranzo ti va di assaggiare la torta al testo? E’ una focaccia tipica umbra, fatta solo di acqua, farina, lievito e un pizzico di sale. Si chiama così perché viene cotta sul testo, un disco pesante fatto di cemento, che viene messo a scaldare sul fuoco. E’ un pane sciapo, puoi metterci dentro davvero di tutto.
Per oggi pomeriggio ho in mente una cosa bellissima. Ti porto in un posto che sono certa ti piacerà! E’ a Perugia. C’è una mostra fotografica che si chiama “La memoria nei cassetti”, in cui sono esposte foto in bianco e nero, scattate tra il 1944 e il 1970 e conservate da alcune famiglie perugine.
All’uscita risbuchiamo in Corso Cavour, una delle mie vie preferite a Perugia, forse perché è quella che ho vissuto di più, attraverso i racconti. I miei zii avevano una macelleria qui negli anni settanta. Gli occhi vedono quello che gli suggerisco io, piuttosto che quello che c’è realmente, e in mezzo alla gente di oggi mi immagino signore con cappottini vintage, che camminano a passi corti e veloci sui tacchi bassi, con borsette davvero deliziose e bambini educati al seguito, con calzettoni al ginocchio e gelati in mano.
Il negozio in cui compro scorte di tè e tisane è proprio in questa via. Ne hanno di buonissimi e particolari. Uno dei miei tè neri preferiti è l’Alba Irlandese.Perché non ti fermi anche a cena! Stasera il ristorante è chiuso, ma vorrei fartelo vedere lo stesso. Prometto che la smetto di parlare.
Da quassù si vede un tramonto mozzafiato. A quest’ora gli uccellini tornano tutti alla quercia. All’improvviso c’è silenzio, smettono tutti insieme di cantare e si addormentano.Grazie davvero per essere stata con me Camilla, è stato bello portarti tra le mie cose.
Spero sia stata una piacevole giornata anche per te.
Ti abbraccio fortissimo!
che meraviglioso incontro…..il virtuale che diventa condivisione…..complimenti laura
grazie laura!
chiara è un tesoro prezioso da seguire con il sorriso!
buona giornata!
camilla
Che bel racconto. Così reale, come se davvero avessi trascorso una giornata con Chiara! E che fame che mi è venuta… :-)
Complimenti per il tuo blog. Questa è la prima volta che commento, ma ti leggo tutti i giorni.
Buona giornata.
Francesca
Grazie Francesca!
Non sai che piacere mi fai!
Un bacio ;)
Mamma mia che bella giornata! Mi è venuta una gran voglia di andare via da quest’afosa piazza di paese per rifugiarmi sotto l’ombra dell’albero con gli occhi.
Che dici, ci andiamo? :DDD
Questo è un colpo basso! Io AMO l’Umbria, le sue colline/montagne ricoperte di verde, i suoi paesini che ti si svelano all’improvviso svoltando l’angolo, il buon cibo, i casali sparsi nella campagna lussureggiante (che mi fanno sognare ardentemente di vivere lì un giorno).
E poi Gubbio nel cuore, con le sue faticose ma appaganti salite, la buca del tartufo in via XX Settembre (consigliatissimo il panino con salsa al tartufo, che ve lo dico a fa’!), il succo di pomodoro speaziato in Piazza Grande, fare gli scemi davanti alla chiesa di Don Matteo (lol), sentirsi male per il vento che ti fa dondolare sulla funicolare di Colle Eletto e rimanere senza parole di fronte al panorama offerto dal monte Igino, trovarsi senza preavviso in mezzo agli sbandieratori della città…
Ok ok sto divagando.
Tutto questo per dire che questo post mi ha riportato alla mente giorni in cui ho fatto incetta di felicità. Vacanze straordinarie passate in luoghi dove ho davvero lasciato il cuore e che adoro così tanto al punto di credere che, in una vita passata, io abbia vissuto proprio lì.
Quindi grazie Zelda per questa ospitata e grazie Chiara per le tue belle parole, il blog (da oggi hai una nuova fan), le foto che mi fanno volare dal caotico centro di Milano alla quiete della campagna umbra, lì accanto a te, a gustare la torta al testo all’ombra di una grande quercia… spero di venire a farti visita dal vivo molto presto :)
grazie a te, Eleonora!
il tuo commento meriterebbe un post!
<3
Grazie Eleonora, sento che la ami veramente! :) anche io, non me ne andrei mai e poi mai da qui! torna presto allora :)
Sembra di sentire la farina sulle dita, non quella che appiccica quando hai le mani bagnate, ma quella che ti scivola via un po’ come se fosse zucchero a velo. Post commovente e bellissimo, mi ha fatto venir voglia di conoscere posti nuovi e di camminare con gli occhi sgranati. Grazie a tutte e due =)
come sabbia fine, in meravigliose giornate di mare!
;)
grazie a te, cara Cey!
Che gusto, vero? :) grazie Cey!
magiche atmosfere casalinghe,semplicità, amore per le piccole cose fatte bene, e tante analogie con la mia vita, tutto questo ho trovato in questo post.
<3 si riconoscono subito le persone di cuore, no?
buona giornata Lia!
Ah bè ma così mi farete esplodere di gioia! Mi sa proprio che vi amo :)
Quante emozioni in questa giornata condivisa, l’affetto per le piccole cose che ci circondano e la passione per i dettagli semplici e immaginati che rendono la vita speciale! E l’acquolina per quella torta al testo che da quando sono nata ha sempre accompagnato le mie visite agli zii d’umbria: una delle prime cose che chiedevo (insieme alla torta al formaggio) appena arrivati, e che tuttora gli zii si preoccupano di preparare quando li vado a trovare! Chiara la tua giornata mi ha fatto sorridere e un po’ sognare…
<3 ciao giorgia!!
Complimenti per questo post scritto divinamente e che mi riporta lì ancora una volta…ma la prossima, cara Chiara, dovremmo conoscerci!! ;-)
Concordo con ogni lettera (punteggiatura inclusa) di questo commento!
ciao Valentina ;)
:) Grazie Valentina! Un bacio!