Ho comprato Stoner di John Williams (Fazi editore) lo scorso mese di marzo. Non l’ho preso in mano fino a pochi giorni fa e dopo aver letto la sua ultima pagina, nel pieno di un’infinita valle di lacrime, ho capito il perché.
Ormai da qualche anno sono convinta che i libri ci cerchino e che, magicamente, attendano il momento per rivelarsi a noi, a un nostro specifico bisogno di parole. Stoner l’avevo comprato per il titolo, in tempi non sospetti. Adoro i titoli con nomi propri e cognomi, mi sembra che dichiarino tutta la responsabilità dei loro protagonisti, mi sembrano una stretta di mano vigorosa prima che qualunque sentimento (amore, odio, indifferenza) ci metta del suo. Tempo fa, per lo stesso motivo, avevo stretto la mano a Stojan Decu (Bompiani) e Limonov è mio amico da qualche giorno.
Stoner l’ho comprato anche per la copertina, se devo essere onesta. Poi c’era la postfazione di Peter Cameron (che ho letto solo ieri sera, per far decantare i sentimenti): anche quella mi interessava.
Stoner non l’ho letto fino a qualche giorno fa e, sebbene l’abbiano detto tutti prima di me, sebbene sia considerato un capolavoro ritrovato (scritto a metà degli anni ’60 nella quasi totale indifferenza e riscoperto pochi anni fa), una delle proposte più felici dell’anno appena terminato, non mi sento in ritardo nel dirvi che sì, dovete assolutamente leggerlo.Vi si trova tutta la meravigliosa banalità della vita. Con i suoi tempi morti e alcuni dei suoi rivolgimenti più aberranti e paradossali. Vi si trova l’incomprensione, la normalità, la cattiveria, piccoli guizzi di paradiso destinati a essere parentesi e una sottesa (e ottusa) malinconia di fondo, capace di permeare i pensieri, i dati di fatto, certe relazioni nate male e destinate a una tragica e indifferente gestione. Una tensione costante, che non subisce cedimenti e che veicola la tua lettura con la stessa fluidità di un fiume in piena.
Ma se la vita di Stoner è una vita senza grandi coup de théâtre, il tono con cui viene espressa, l’immensa penna di Williams e il suo incedere tutto animista nei giorni dei personaggi, rendono questo libro un piccolo capolavoro. Il suo autore è talmente dedito alle cose della vita che le libera alla nostra visione, lasciandole sospese e spesso insensate. Non spiega tutto, lascia meravigliosi coni d’ombra, regala l’arbitrarietà di giudizio al lettore, lo spinge a capire che non sempre tutto è spiegabile, non sempre esiste una sola verità, una condotta ineccepibile, l’incastro giusto.
Questa è un’importante lezione per la mia scrittura, questa me la voglio proprio ricordare.Come Julien Sorel de Il Rosso e il Nero, anche William Stoner partirà dalla campagna per conoscere l’amore vermiglio e l’insensata oscurità della guerra. La sua fede più inveterata verrà riservata alla parole, all’insegnamento in cui alcune volte pare eccellere e in cui altre pare solo un debole esecutore. Ma se nel personaggio stendhaliano si muove selvaggio un eterno moto alla sfida, al calcolo, al sentimento del proprio posto nel libro della vita, in Stoner tutto appare forte, decisivo e sconvolgente solo per i pochi (pochissimi) istanti in cui viene rimesso al suo posto, ridotto a massa chiaroscurale, a ricordo a cui non ritornare, a offesa a cui non rispondere. Sembra solo che esista la Natura, una grandissima compagna negli spostamenti della sua vita, quelli quotidiani e quelli più importanti, più definitivi. Con lei i colori tornano vivi, il vento torna a soffiare coraggio e il sole scalda, mantiene in vita. Con lei le passioni ritornano pulsanti e il senso delle piccole, forse banali, priorità dell’esistenza ritorna ad avere una forza, un valore.
Stoner è un libro superbo. Straziante nella sua stasi, tragico nel suo non cedere mai all’irreparabile, scritto meravigliosamente e attraversato da un tenero, rincuorante ed eccelso amore per la Vita.
In qualunque modo essa si dipani nei giorni, qualunque risultato essa raggiunga.
29 Gennaio 2013
Ho provato la medesima sensazione con Marco Missiroli. Mi era intorno e non si palesava abbastanza rumorosamente. Poi, al momento giusto, è arrivato. E ora mi sento un poco diversa! Stoner è in elenco di lettura da un po’, spero questo sia il mese buono!
prenotato in biblioteca quando lo avevi citato tempo fa! grazie per l’imput! quanti libri da leggere, mi gira la testa a volte…
grazie grazie grazie da mesi cercavo la spinta e/o l’ispirazione per comprare altri libri …. oggi finalmente lo farò!
ciao
Cercavo il libro “Farfalle in un lazzaretto” ,di cui avevo letto in rete un paio di settimane fa, per acquistare la versione cartacea (non mi sono ancora votata all’ e-reader….), trovo il post ma il libro è già sold out!
Finite le copie cartacee?!
Intanto ho trovato molto divertente il tuo blog, mi ha fatto sorridere il link Books: quindi non sono la sola con il comodino strapieno…..tra cui un paio di libri uguali in attesa: Donne che corrono coi lupi e il libro di Sarah Spinazzola (che sto aspettando) e La Biblioteca delle emozioni (che ho ordinato). Bello ritrovarsi!
M’incuriosisce molto Il circolo delle ingrate.
E’ verissimo quando dici che i libri arrivano quando è il momento giusto, mi capita di capire che un dato libro non mi serve ora eppure m’incaponisco a leggerlo per finire di ricredermi.
A presto
alessandra
Su amazon c’è la versione ebook a solo 4,99…è un chiaro segno del destino, l’ho comprato :D
Bello, molto.