Se questo periodo della mia vita fosse un libro, inizierebbe circa così:
Nelle immediate vicinanze del suo compleanno, quando il tempo iniziava a regalare mattinate di sole intenso e squarci di cielo blu cobalto, la ragazza alta si rese conto che quello era il suo anno più difficile. In modo definitivo e faticoso, quello era il suo salto nella vita adulta, quella fase della vita che non ha date ufficiali e che, insieme a una fantastica cognizione del proprio essere nel mondo, regala strappi e assenze, chiedendoti di restare sempre in piedi.
Vorrei iniziare così questo post, vorrei indugiare su quello che sta capitando ai miei giorni, perché sarà più facile farvi capire la sorpresa con cui ho salutato Guida rapida agli addii, un libro che, in un sabato qualunque – quello dei soliti pranzi in latteria – mi è letteralmente finito tra le mani.
Questo libro, scritto da Anne Tyler, racconta della difficile fase di ricostruzione del proprio vissuto dopo un lutto che l’ha sconvolto.
Quello in corso è decisamente il mio anno del pensiero magico e so di essere solo all’inizio di un viaggio faticoso e pieno di incognite ma anche fitto di novità e di scoperte da fare guardandomi negli occhi grazie a uno specchio o scoprendomi immersa in cose nuove, difficili, coraggiose. L’inizio di una grande impresa te lo ricordi sempre: qualche nodo si scioglie, qualche altro incatena e il peso dello zainetto sulle spalle ti regala una chiara cognizione del tuo baricentro, della tua impronta sulla terra. Scruti l’orizzonte, stimi la difficoltà del percorso, hai paura, ma si tratta di una paura stimolante, qualcosa per cui dichiarare che ci sei, che sei pronto, che ce la farai.
Questo libro è arrivato a dirmi di non aver paura. L’ha fatto in modo leggiadro, ricordandomi che la vita è piena di difetti e di giorni butterati, con la violenza di un vecchio albero che ti cade sulla casa, polverizzando certezze e rimettendo in discussione tutto, anche quello che ti fa sentire al sicuro.Dorothy, la moglie di Aaron, il protagonista del libro, muore improvvisamente, a causa dello schianto di un albero sulla piccola casa in cui abitano. Muore dopo un banale litigio, muore in modo insensato, senza saluti, senza alcun tipo di introduzione (o di postfazione), muore nel primo capitolo, in una frase senza fronzoli, che arriva dritta al punto.
Lei è imperfetta e anaffettiva, lui imperfetto e claudicante, con un difetto di pronuncia e un bastone per amici.
Ritornerà, Dorothy. Ritornerà nei pensieri di Aaron e sarà utile a fargli capire che la vita è “un giro”, un flusso meraviglioso di cose che iniziano e finiscono, di piccoli dettagli che tornano a fare la differenza e di grandi puntigli che si disperdono nello sciabordio instancabile dell’esistenza, che fa indietreggiare alcune onde mentre ne regala di nuove.Questo libro, che ho preso dalla mensola di bookcrossing del mio lattaio, è stato il giusto rettangolo di vita in un momento in cui moltissimi dei miei volti certi mi hanno abbandonato silenziosamente, senza che ci fosse tempo per un addio. Un momento in cui le pacche sulle spalle non si contano ma la sostanza, quella della presenza e della cura, è ridotta all’osso… Un osso gustoso, intendiamoci, ma che mi ha regalato un nuovo pensiero sulle cose davvero importanti.
Questo libro mi ha detto: c’è un tempo per tutto, per rimettere in piedi un albero vecchio e ripensare ai propri spazi vitali, per fare pace con chi ci ha lasciato, con l’imperfezione dei giorni sbagliati, delle parole dette male, dei pensieri brutti.
C’è un tempo per essere dannatamente felici senza occuparsi di quello che sarà, un tempo per salutare senza voce qualcuno che non c’è più o una vecchia immagine di te, che ti ha accompagnato per tanti anni e che ora guardi con tenerezza e rispetto. Un tempo per salutare con i gesti, con la condotta di un quotidiano che a volte appare noioso e spietato, con il respiro, con il battito del cuore, le scelte e le azioni… Con tutte quelle tipiche cose per cui alzi la mano e dici: me ne prendo la piena responsabilità. Avete presente?La tenerezza di questo libro me la voglio portare dentro. E con lei la paura di avere bisogno degli altri, il desiderio tremante e infantile di perdersi nei particolari, guardando un prato che viene innaffiato al sole o scoprendo la sorpresa negli occhi di un bambino. Il sentimento di essere piccoli, in balìa di movimenti molto più grandi, che sovvertono e riordinano con liste di priorità spesso senza senso apparente.
Di questo libro voglio ricordarmi la promessa di una felicità che, presto o tardi, arriva per tutti e l’invito a riconoscerla, a non farla scappare.E poi, per finire questa recensione che non ha capo né coda, voglio ricordarmi che a un tratto ci si deve perdonare e lasciare andare con dolcezza e comprensione tutto quello che non siamo riusciti a tenere, che ha deciso di seguire un altro cammino o che, più semplicemente, perso in un altro giro di onde, non ha cavalcato più la nostra.
Un sorriso di sole a tutti,
Camilla
Zelda was a writer
Una lettura molto bella che mi ha fatto scoprire Anne Tyler, questa, cara Camilla. Di questo libro a me ha stupito e catturato l’ironia, a volte grottesca, a volte tenera, a volte ai limiti dell’assurdo. Un’ironia che mi ha permesso di continuare nella lettura, sebbene affrontasse l’argomento che in assoluto mi spaventa di più e che cerco sempre di evitare (si, soffro di codardia letteraria). Grazie per questa bella recensione che mi ha fatto ripensare a quel libro (ormai letto da un pò, credo appena uscito in Italia).
Ne approfitto per chiederti una cosa: ti va di pensare a una forma social del Bookeater Club, per chi non può venire a Milano e viverlo di persona? Per chi, come me, vive in provincia (grazia o tedio a morte, come diceva Guccini) e ha poche occasioni di incontri con anime affini è un bellissimo stimolo: io già mi leggo i libri che leggete voi, ma sarebbe bello avere almeno l’impressione di essere li e partecipare al confronto…che ne dici? Grazie, ciao!
Ciao Camilla
mi unisco alla richiesta di Chiara: io ti seguo, leggo ciò che scrivi e i libri che proponi, grazie a te ho scoperto Gina Lagorio, e altre bellezze…
purtroppo anche per me è impossibile venire a Milano (sono a 500 km) ma sarebbe bello trasferire in forma social e digitale il Bookeater Club…
fattibile?
Grazie ciao!
Ci sto lavorando, cara Lucia!
Grazie di cuore per queste parole! GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
Buona giornata!
Chiara! GRAZIE A TE per questo bellissimo commento!
Come ho scritto negli altri commenti, farò di tutto per arrivare da voi… Sai, non è facile coordinare le mille idee, gli impegni del quotidiano e le speranze di varia natura e peso! Ma ce la farò, ce la faremo!
Un sorriso di sole e buona giornata!
Camilla
Mi unisco a Chiara nella richiesta di “una forma social del Bookeater Club”, che avevo già un po’ buttato là in un commento ad uno dei tuoi post dedicati.
Buonissima giornata a te, anima bella!
:-)
Farò di tutto, croce sul cuore!
BACI FORTI!
stavo leggendo questo post, spinta dalla tua foto su ig e mi sono ritrovata gli occhi orlati di lacrime….il fatto di poter leggere che c’è tempo per tutto, Camilla, mi rincuora nel mio difficile percorso che sto facendo dal 27 gennaio 2014, ovvero dopo che mia mamma se n’è andata via pedalando in bicicletta per le vie di Milano…
MI appunto questo titolo e ti ringrazio per la condivisione e le tue parole, che arrivano a farmi credere che un pò di pace la troverò.
Con stima,
Donatella
Donatella cara, credo che con il tempo questo dolore così pulsante troverà un posto sicuro, un piccolo luogo del cuore a cui tornare con pensieri e ricordi. Non credo che smetta di fare male ma sono certa nel dirti che si trasformerà, regalandoti una dolcissima nostalgia.
Per tutto, abbracci e parole, sono qui… per quello che può servire ;)
Prossimamente ci saranno nuovi incontri nella vita vera (il book club del 28 e un altro evento di cui parlerò lunedì): raggiungici, se ti fa piacere… Condividere certi crucci li rende più affrontabili!
Ti abbraccio forte!
grazie per le tue parole e per l’invito! me li segno…chissà che tra lavoro in ufficio e da supermamma, non riesca a fare un salto…
un abbraccio anche a te,
donatella
Ciao Donatella,
anche io mi sono commossa leggendo le parole di Camilla “voglio ricordarmi che a un tratto ci si deve perdonare e lasciare andare con dolcezza e comprensione tutto quello che non siamo riusciti a tenere”..
Anche io, sia pure in termini diversi, ho vissuto di recente una perdita affettiva grande, e in alcuni momenti i libri (insieme alla scrittura) mi hanno aiutato ad affrontare il dolore…anzi credo che certi libri si mettano proprio sulla nostra strada per consolarci…
Da donna e mamma ti auguro tanta tanta forza!
lo comprerò subito. Ho bisogno di un bel libro e questo mi sembra quello giusto!
Un bacio con schiocco!
Questa è la lettura che fa per me! Tu metti ordine fra i miei pensieri, Camilla. Grazie, un abbraccio.
Ciao Mara, ti stritolo!
Grazie a te e mille baci <3
Mi piacciono da morire le tue recensioni !
Grazie Desirée!!!
Un bacio!