24 Settembre 2014

Il cuore vive delle memorie antiche

Camilla - Zelda was a writer

Creative Writing

Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writerLa settimana scorsa, nelle mie peregrinazioni cittadine, ho comprato un pacchettino di lettere antiche e, come sempre, mi sono sentita una maledetta ficcanaso.

Ho sviluppato una particolare forma di fastidio verso me stessa: amo a tal punto le parole scritte a mano da avere una malattia conclamata per tutte le cartoline e le lettere che trovo tra bancarelle e negozi ma, ogni santa volta in cui ne divento proprietaria, mi sento terribilmente in colpa.
Chi sono io per impicciarmi dei ricordi di perfetti sconosciuti? Ricordi magari custoditi gelosamente fino a quando la morte dei proprietari e l’incuria di chi resta li hanno sparsi per il mondo senza il minimo scrupolo?
Chi sono io per leggere lettere che non sono state inviate a me? Lettere che parlano della guerra, della tristezza di sentirsi lontani, del male ai piedi e della voglia di avere presto un bambino?

Le cose ci sopravvivono. Ci sono poche parole che possano addolcire questo tragico dato di fatto.
Come spesso ho scritto (ditemi quando vi verrò definitivamente a noia) investiamo somme di denaro e tanta, troppa fatica per possederle e catalogarle poi… Puff! Le cose restano mentre noi no.
Post decisamente ottimista, quello di oggi, non trovate?Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writerScherzi a parte, l’intera questione mi stappa almeno un chakra al giorno, galvanizzando fantasia e storie interiori e stimolando tante, tantissime domande.

Io compro le parole di altri perché sono affamata di storie e perché mi chiedo sempre quali piedi abbiano solcato un cammino prima dei miei. Mi piace essere una viaggiatrice infaticabile di dimensioni temporali, mi piace curiosare nelle vite passate, innamorarmi di modi di dire vetusti e capire quanto il senno del poi – che per me è semplice presente – abbia influenzato queste storie, il loro futuro.Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writer Come spesso accade, il futuro di queste corrispondenze me lo posso solo immaginare, perché la vita disperde e bancarelle e negozi (ahiaaaaaa, che male al cuore!!!) dividono interi blocchi di lettere e cartoline per vendere più agevolmente.
Chi vorrebbe un blocco di 100 lettere della stessa persona?
Io.
Chi, oltre a me?
Nessuno.

La vita passata si sparge nel presente con una casualità che continua ad avere fascino: perché il piccolo blocco di cui vi parlo è finito nelle mie mani e non in quelle di un romagnolo o di un toscano?
Queste domande, a cui non si può rispondere fino in fondo, ci parlano della fantasiosa rete di casualità che è in grado di tessere il Destino.Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writerComunque, concentriamoci su questo sparuto mucchietto di parole.

Ci sono tre sorelle, Adalgisa, Imelde e Maria. Sono di Bologna e ricevono lettere nel periodo che va dal 1912 al 1926.
Adalgisa è quella che viene più citata negli indirizzi, Imelde compare in una sola lettera che proviene da Torino, mentre a Maria arriva una cartolina da Bussoleno con semplici  “cordiali saluti dai monti”.
Ovviamente questa è una fetta talmente limitata del carteggio che non si possono fare supposizioni, in più, cosa abbastanza frequente, nello stesso gruppo di lettere compare una cartolina del 1941, inviata da Albino a Palazzolo sull’Oglio, che non c’entra nulla con le altre. Vi parlerò anche di lei ma andiamo con ordine.

La prima cartolina in ordine cronologico reca la data 2 ottobre 1906, arriva da Venezia e parla di smeraldi e brillanti.
Da essa scopriamo che il padre delle tre ragazze, Celso, è un gioielliere e la sua attività dovrebbe situarsi in una via di Bologna che ora non c’è più, via Spaderie. Che sia questa? I nomi non coincidono ma sarebbe bello se fosse così!

La seconda cartolina arriva da Torino, nel 1916.
Un tale Alfonso che pare essere impossibilitato a muoversi, chiede a Imelde di mandargli “un tasto o manipolatore per imparare il telegrafo, se alla signorina non serve quello che avevo l’anno scorso”. Dice che attende che un soldato passi da loro per ritirare il pacco e chiede alla donna di tenersi pronta. La cosa più straziante della cartolina è l’accenno ai suoi fratelli, di cui ha ricevuto buone notizie e che “aspetta con rassegnazione e con fiducia”.Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writer La Prima Guerra Mondiale è la protagonista di queste lettere: come vedremo più avanti, non fa che gettare i nostri protagonisti in uno stato oscillante tra l’attesa e la disperazione.Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writer Il 23 settembre del 1918, Adalgisa riceve una lettera da Giannina. Una bellissima testimonianza di amore in tempo di guerra.
Carissima Adalgisa,
Da tanto tempo non ho più di Lei, sarà perché la teleferica è ferma e le lettere inviate a quell’indirizzo non sono potute venire.
(…) Io bene,  ma sono in pena per il mio Paolo, doveva venire il 14 di questo mese, non à [sic] potuto, mi scrive, mi telegrafa in un modo enigmatico che mi fa pensare che sia in un luogo pericolosissimo oppure che sia malato, soffra di febbri di malaria.
Mi à [sic]  fatto telegrafare per un ingegnere che era laggiù con lui da Bologna. Mi dice che a giorni verrà. Poi ricevo una sua lettera in data precedente al telegramma, però mi dice xxx verrò giovedì poi non posso lavorare verrò più avanti.
Dio gliela mandi buona e me lo salvi sempre. È così buono il mio Paolo, vorrei farglielo conoscere. Chissà quando sposerò passando da Bologna verrò a salutarla con lui, è contenta?”.

La lettera procede chiedendo notizie sulla famiglia di Adalgisa perché ” delle persone che si è ricevuto del bene non ci si dimentica“.Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writer La richiesta di eventuale posto e della rata mensile per sistemare la sorellina di 12 anni, mi fa pensare che Aldalgisa e le sue sorelle gestissero qualcosa di simile a un collegio ma le notizie sono troppo scarse per averne piena certezza.
Una cosa è sicura: questa famiglia è il punto di riferimento di tantissime persone, anche umili, e il fatto che queste lettere siano arrivate a me, a distanza di un secolo, significa che sono state conservate tra i ricordi più cari.Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writer Nel carteggio compare un’altra lettera bellissima, del 1920, sempre indirizzata ad Adalgisa. La scrive Felicia.
Carissima Adalgisa,
Ricambio affettuosamente gli auguri inviatemi gentilmente“.
Ok, siamo in presenza di una chiara esagerazione avverbiale, ma sentite come continua:
In certe solennità il cuore vive delle memorie antiche e semplici dell’infanzia lontana. Per il tramite della penna noi pure ritorniamo ai ricordi della nostra amicizia e ci auguriamo voti di felicità reciproca“.

Non trovate che per mezzo della penna si possano destinare le più grandi meraviglie del cuore?
Queste lettere raccontano di un tempo infausto della nostra Storia patria. Parlano di aiuti reciproci, di speranze e di amore. La scrittura piena di archi ed evoluzioni ci riporta a una cura per il dettaglio che questi tempi veloci e digitali non sempre sanno premiare. Non credo si tratti di indifferenza, sono cambiati semplicemente i mezzi con cui si comunica.
Il cuore vive delle memorie antiche | Zelda was a writerLa paziente attesa è anche quella di Andrea, autore della cartolina che si è unita per puro caso al carteggio bolognese dei primi del Novecento.
Entriamo nella seconda e tragica parte del secolo, è il 1941. Andrea, che immagino essere un alpino – ma non ne sono certa – scrive a Rosina, che abita a Palazzolo sull’Oglio.
Ha lasciato Merano, dice, e si trova ad Albino con il suo vecchio gruppo. Si trova in “ottime condizione di salute e morale” e chiede di continuare a essere ricordato al Signore. Anche lui farà lo stesso nelle sue “misere possibilità”.
La cartolina postale non aggiunge altro, se non dei “rispettosi saluti”, ma la tensione è chiara.

Perché vi ho scritto tutto questo?
Credo per un insano moto di condivisione e poi perché queste tracce di un passato relativamente recente ci raccontano di quanto, sotto la Storia delle Maiuscole che vede Nazioni combattere contro Nazioni per una strana pulsione alla distruzione e alla sofferenza, esistono storie piccole che sono maiuscole dentro e che continuano a chiederci sommessamente uno sforzo di memoria e di empatia.
Sembra ci ammoniscano. Sembra che, con gentilezza e pudore, ci dicano: Caro tu che leggi, se conosci i devastanti risultati del male, tenterai di non riprodurlo.
A dispetto di quanto si creda, questa continua a essere una speranza che anima i cuori di moltissimi uomini e donne.
Spesso è forte e incrollabile. Altrettanto spesso – basta la visione di un telegiornale – si fa tenue e disfattista.

Buona giornata a tutti e grazie per essere arrivati fino a qui.
Camilla
Zelda was a writer

7 pensieri su “Il cuore vive delle memorie antiche

  1. Silvia

    Ciao Camilla!
    Ho letto il tuo racconto e mi sono emozionata! Condivido esattamente quello che provi..aprire vecchie lettere ci apre spiragli di vita vissuta, di sentimenti, di passioni, di dolore che devono avere giustizia. Non sentirti una intrusa mentre le apri..
    ma anzi, sentiti una paladina delle loro vite ..così diverse dalle nostre e così tremendamente interessanti. Abbiamo sempre da impare e il nostro passato, soprattutto quello che non sta sui libri di testo, viene spesso bistrattato o dimenticato. Invece sta proprio nelle vite della gente comune .
    Grazie per questi pezzi di vita che ci hai regalato !
    Un abbraccio
    Silvia

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  2. donatella

    vedi che alla fine questo post non è pessimista? si conclude con un desiderio di pace, che anche oggi dopo un secolo, anima ancora le nostre speranze….siamo ancora circondati da guerre, purtroppo, e queste preziose lettere ci ricordano amaramente cosa vuol dire.
    W la pace sempre e ovunque nel nostro pianeta.
    donatella

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  3. Claudia

    Ciao Camilla, grazie per questo post bellissimo.
    Bellissimo, davvero, mi ha toccato molto. Infatti io sono di Bologna e ho provato a collocare nella mia città, visivamente, queste persone del passato. (A proposito, la gioielleria Coltelli esiste ancora, anche se si è trasferita in un’altra strada :-)
    Io sono piena di lettere e cartoline, della I Guerra ecc ecc, di famiglia, e visto che non ho figli mi sono spesso chiesta che fine faranno (vorranno i miei nipoti acquisiti, ora quasi adolescenti, conservarle? Non so, lo spero però).
    Anche a me piace andare per mercatini, e vedere antiche fotografie color seppia o quei ritratti o ancora i dagherrotipi così sulle bancarelle….insomma, a me si stringe il cuore. Prima erano custoditi con amore nel caldo di una casa, poi stanno sul selciato o sui banchi in piazza.
    Spero tanto che, se proprio le mie cose dovessero finire sulle bancarelle, passi a prenderle una persona come te. <3

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  4. lidia

    che bello il tuo post. e che modo meraviglioso di raccontare.
    condivido il tuo amore per la parola scritta. anche io compro e raccolgo lettere e cartoline. vivo delle storie e per le storie.
    lo sai che a parigi c’è il museo delle lettere? è un posto magico che conserva lettere di persone più e meno famose.
    lidia

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  5. Barbara

    Che meraviglia Camilla, mi hai fatto venire la pelle d’oca con le tue parole. Guardero’ piu’ attentamente tra le bancarelle del mio paese la prossima volta che andro’ a farmici un giro, chi lo sa, potrei avere la fortuna di trovare qualcosa di prezioso come e’ capitato a te.
    La calligrafia di queste lettere sono qualcosa di spettacolare poi ♥
    Ti abbraccio, a presto!

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  6. vivian

    faccio una cosa simile con le fotografie, le compro anch’io nei mercatini
    scrivo poi una storia
    quella di chi ha scattato la foto
    o quella di chi in quella foto ha fissato lo sguardo.
    magie
    grazie

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  7. Foxarts

    Che magnificenza. Non si smetterebbe mai di abusare delle lettere scritte. Forse per questo mi sono “inventato” handwritingme. Uno mi da un indirizzo e io improvviso una lettera scritta in carta e penna. Dici che sono grave? :)

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