E così è successo: qualche mese fa, Digital Camera Magazine (facebook) mi ha commissionato un lunghissimo servizio sulla fotografia per così dire prêt-à-porter.
Ero a dir poco felice perché avevo tantissimi margini di libertà e potevo raccontare la fotografia in un contesto a me congeniale: la città
Ho pensato immediatamente che mi sarebbe piaciuto raccontare la mia attività con Justine e in particolare il suo progetto Calzamutanda. Volevo condividere quello che ci capita di fare spesso: foto in piena città, foto che vadano dritte al punto, che supportino un contenuto o un progetto che abbiamo già chiaro nella testa.
Con noi, Giui, la mitica assistente che avrebbe potuto insegnare a me, considerata la sua bravura. Ho voluto coinvolgerla perché la stimo tantissimo e volevo che partecipasse al nostro gioco di scatti e tips.
Il servizio che ne è nato è MERAVIGLIOSO!!! E ci sono davvero tanti motivi per ritenerlo tale!
Prima di tutto per lo spazio che ci è stato regalato: avevo ben nove pagine a disposizione! Nove pagine in cui ho potuto testare una nuova bambina, la Pen E-PL 7 Olympus. Poi perché mi ha permesso di condividere alcuni piccoli consigli di azione sul campo (niente di nuovo o rivoluzionario, intendiamoci!).
C’è, inoltre, l’energia delle nostre leggendarie imprese, il colore e le risate che le caratterizzano. C’è la passione dei nostri tentativi e anche la bellezza, non solo di Justine, ma delle sue idee. Non saprei come spiegarvelo ma sento che saranno questi i piccoli aneddoti che ci racconteremo con gioia tra qualche anno, quando partiranno i “ti ricordi di quella volta…”
E poi – fatto non meno importante – compare Giui, una giovane artista piena di slanci e generosità, di cui sono una non tanto segreta fan.
Infine, ve lo confesso senza vergogna, credo di aver fatto un lavoro davvero soddisfacente. Io sono a tutti gli effetti il peggior critico di me stessa, forse non il peggiore ma di certo il più intransigente. Bene, rendermi conto di essere pienamente soddisfatta di un lavoro, mi ha reso più forte e determinata. So che capirete cosa intendo.
Vi lascio con gli scatti del servizio che, vi ricordo, potete trovare in versione elettronica per iPad e iPhone (non ancora per Android, ahimè) qui. Il numero in questione è il 154 e fa riferimento al mese di giugno 2015.
Lasciatemi ringraziare Sartoria Vico per averci accolto nel suo quartier generale, nascosto dietro un alto portone di legno della fascinosa “vecchia Milano”. La loro presenza e disponibilità ha reso questo servizio uno dei più indimenticabili e significanti!
Tornerà anche The Familiarist, anche se al momento è in stand-by per un devastante (ma positivo) overbooking di impegni e scadenze. Torneremo a scattare senza se e senza ma.
In fondo, credo di non aver mai smesso di farlo e credo che mai smetterò!
Che sia un buon pomeriggio per tutti voi!
Camilla
Zelda was a writer
(ps: l’ultima foto che vedete in questo post e quelle che ritraggono Giui e me nel servizio sono di Justine)