L’estate scorsa, come ho avuto modo di dirvi più e più volte – sto invecchiando, inizio a riproporre il mio repertorio di storie in modo imbarazzante – ho svuotato il grande armadio anni ’50 che mi ha regalato mio papà Giuseppe.
Per un attimo, ve lo confesso, ho pensato di disfarmi non solo dei vestiti ma anche dell’armadio perché era parecchio ingombrante e nel mio appartamento portava via tantissimo spazio utile. Poi, però, esaurito il feroce momento di nessuno, ho capito che mi sarebbe mancato in modo indicibile.Mentre ragionavo su questo ricordo recente, ho ricevuto un bellissimo regalo: un foulard di seta, made in Italy, prodotto da Valeria di Tarte Tatin (facebook – instagram), è quello che vedete raffigurato in queste foto.
Averlo avuto tra le mani, aver conosciuto la sua storia, essere stata trovata grazie ai meravigliosi incastri della vita, mi ha fatto capire perché non avrei mai potuto disfarmi dell’armadio di Giuseppe: non è comodo, non è particolarmente pregiato ma ha una storia. Una storia importantissima, oserei dire vitale.
Questo pensiero si sposa meravigliosamente con il foulard di Tarte Tatin e con tutta la sua produzione – composta anche da pochette, cravattini e camicie.
In realtà, a differenza del mio mobilone da camera da letto anni ’50, questo progetto è prezioso e delicato. Ricorda un gesto, quello che annoda un lembo di tessuto aereo a un vissuto, che aggiunge un dettaglio decisamente elegante, così di carattere da cambiare il senso di tutto quello che lo circonda.
Un gesto prodotto in Italia, per la precisione a Como, legato a una dimensione del decoro e della moda che, mentre vi scrivo, mi strappa un sorriso immediato, facendomi pensare che i gesti, le sfumature e i dettagli continuino a contare, che siano espressioni di amore ed educazione.
Nata circa due mesi fa, la produzione di Tarte Tatin – chiamata così per ricordare una mela rovesciata, la semplicità di un prodotto buono e sapiente che si può guardare da una prospettiva inedita – non è solo bella ma è anche unica, differente, irriproducibile.
Come faccio ad esserne tanto certa? Perché, come il suddetto mobilone – eccolo che ritorna – ha una storia.
La sua anima creatrice, Valeria, dice di aver amato le storie sin da piccola: ha amato leggerle, scriverle e ascoltarle. In lei vive il bisogno pulsante di continuare a diffondere storie, a immergerne ogni intento, ogni prodotto.
E proprio perché le storie hanno bisogno di grandiosi vissuti, per la sua prima collezione sono stati chiamati quattro artisti italiani di notevole talento per i disegni delle stampe: Philip Giordano (creatore anche del logo), Claudia Palmarucci, Michele Rocchetti e Lisa Gelli.
Valeria mi scrive che, da produttrice indipendente, deve affrontare un’infinità di problemi e di enormi punti di domanda.
Inoltre – fatto che capisco solo adesso che lo sto vivendo anche io – in questa fase iniziale del progetto, si trova a gestire TUTTE le sue fasi con un dispendio enorme di energie.
Ma la forza della sua leggendaria e colorata impresa risiede ancora una volta in un dettaglio, unico e irrinunciabile, ancora una volta nell’incipit irresistibile di una storia: Valeria, come tanti di noi, vuole continuare a credere con tutta se stessa nelle forze pulsanti della nostra creatività patria. E ora ditemi: non è la più bella dichiarazione d’amore che si possa fare al nostro futuro?
Buona giornata a tutti!
Camilla
Zelda was a writer
Che meraviglia i colletti. Bella impresa e meravigliosi disegni.
Poi è delle mie zone più o meno.
Molto bello il foulard con la storia e le intenzioni che lo accompagnano. Mi ha colpito anche l’anello-occhio che indossi!
Complimenti per il blog e il tuo essere!
Grazie Francesca!
Sono innamorata della vista: è uno dei sensi che non smette di regalarmi emozioni… Da qui la ricerca compulsiva di occhi :)))
Un sorriso e buona giornata!
Camilla
L’anello è veramente bellissimo!!! Credi che si possa acquistare in qualche negozio?
Complimenti per il tuo blog, lo sto giusto spulciando retroattivamente :)