Sono una ragazza arcobaleno.
E lo so che dovrei iniziare a trovare un sinonimo più credibile al termine “ragazza” ma al momento non me ne vengono in mente di interessanti. Ci lavorerò, lo prometto.
Ad ogni modo, sono una ragazza arcobaleno perché sono stata una giovane dark.
L’equazione è tanto semplice che questo post potrebbe finire qui. Ma la questione è tanto essenziale da spingermi a continuare con le mie elucubrazioni cromatiche. Perdonatemi.
Sono stata una giovane dai cassetti oscuri. Nulla di torbido, intendiamoci, ma l’ostentazione di una controcultura negli anni immediatamente successivi all’adolescenza e, di conseguenza, nell’armadio.
I miei cassetti erano oscuri perché mi sono vestita di nero per un buon lustro, pasticciando i capelli con tutte le tinte che contemplassero la parola crazy nel loro nome, truccandomi come Siouxsie e tutti i suoi Banshees dopo una sessione in palestra, cercando le mise più assurde per stupire – prima di tutto gli altri – e generando nella mia personcina in crescita una sorta di autodeterminazione caotica nelle cose del mondo.
Il fatto meraviglioso di questo periodo oscuro è la sperimentazione che ne è conseguita: infinite ore in mercatini dell’usato improbabili e pulciosi hanno sviluppato in me la voglia mai sedata di accostare tessuti, materiali e capi, di pensare all’abbigliamento come a una forma di espressione importante, a cavallo tra la creatività e le necessità d’uso.
Ho reagito a quegli anni con il colore più pieno. Ne siete testimoni.
Prima i cassetti oscuri e ora i cassetti arlecchini. Prima il trucco esagerato e ora sono qui, a chiedermi cosa sia esattamente una BB Cream.
Ma, a prescindere da tutti i tempi sbagliati e le incoerenze cromatiche, il gusto di cercare capi in luoghi a cui non daresti due lire non è mai cambiato, come del resto è intatto il coraggio di accostarli con pezzi importanti, piccole gioie tramandate dalla famiglia o qualche regalo che mi sono fatta dopo un passo avanti del cammino.
Insomma, sono cambiate le colorazioni e devo trovare un sinonimo per il termine “ragazza” ma il gioco è rimasto tale.
PS: Questo è un post nostalgico, molto simile a quelli che scrivevo all’inizio di questo blog, infarcito di pensieri tra i più disparati e spesso non supportati da grandi finalità.
Mi mancavano da un po’ e sono tornata a scriverne uno. Che faccio, continuo?
Che sia una buona giornata per tutti voi!
Camilla
Zelda was a writer
(la spilletta è un regalo a punto croce della mia amica Phrolivina, tutto il resto del post era un tentativo di parlare di cose di moda. Al mio 3 ridiamo tutti e caracolliamo sul pavimento, ok?)
Anch’io sono stata una “calimera” per dieci anni buoni e adesso… indosso una t-shirt rosa porcello! Chi l’avrebbe mai detto? L’anima dark, però, è sempre lì :)
E… sì, sono questi i post che piacciono a me :*
Stesso identico percorso: da giovincella dark con trucco sbavato (il primo essere di sesso femminile al mondo che inizia a truccarsi per emulare un uomo, nel mio caso Robert Smith) a ragazza (donna in effetti mi pare troppo) arcobaleno: trova un capo a tinta unita nel mio armadio, poi ne riparliamo. Adesso quando mi vesto di nero è solo per necessità pratiche, vedi lavoro, o perché, ancora una volta, è la musica che me lo suggerisce.
PS: sì, continua.
A me mancava un po’! Non fraintendiamoci, bella anche l’evoluzione che questo posticino virtuale ha preso! Ma questo post ci sta proprio :)
Ciao Cami, un abbraccio!
Giulia
Odio il nero, l’ho capito con gli anni. Lo uso solo per necessità. W il colore!
Fatico ad immaginarti in mìse darkettona…
Ho una personale teoria sull’abbigliamento: la presenza o meno di colori brillanti rispecchia l’estroversione e la sicurezza di sé…
Sbaglio?
Un abbraccione!
—Alex
Senza voler fare sterili polemiche, ma sei più “ragazza” tu di tante quindicenni! :)
A me questi post personali piacciono… Li leggo sempre con piacere.
Buona giornata
Giulia ☼
PS. Sarei curiosa di vedere una foto del periodo DARK xD
Eccomi..pure io dark, anzi prima addirittura grunge, passando poi per il dark più oscuro e ora mi vesto di colori:-) ehhe
Dimmi che frequentavi pure il Rainbow a magari. Comunque ragazza è il termine più adatto per te, per me, per noi:-)
Baci Elena