Mi prendo la totale responsabilità di quanto vi sto per dire: secondo me, nelle ultime ore e anche adesso, mentre vi sto scrivendo, almeno 5 mila-milioni-di-milioni di tavoli sono stati fotografati e postati su instagram.
Meglio se arricchiti di qualche delizia dolce che riporti al pasto più amato sui social, quello per la prima colazione.
Il dubbio amletico resta il seguente: dopo aver mostrato, la gente fruisce ancora o è già sazia?
Questo interrogativo è rimbalzato tra le pareti della sala di Open More Than Books, dove mercoledì scorso ho avuto la fortuna di moderare un incontro dedicato al rapporto prolifico e altamente ispirazionale esistente tra creatività e colazione.
Una recente ricerca Aidepi – DOXA “Io comincio bene” ha sottolineato una stretta connessione tra i due mondi, rivelando che il corposo milione di lavoratori della creatività – che, secondo un’altra ricerca commissionata da SIAE e dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo crea un valore economico di ben 47 miliardi di euro… Sì, avete capito bene: MILIARDI… – è attratto dalla colazione come gli orsi dal miele e ne è necessitante, tanto da cercarla come premio e pasto irrinunciabile.
Perché? Forse per affrontare l’annosa condizione da freelance, costellata da grandi corse, grandi interrogativi e spesso vacui fine mese. Forse – non sarei obiettiva se non aggiungessi alla lista anche fatti estremamente positivi – per le grandi soddisfazioni, la gioia del fare, la speranza sempre tonica riposta nei risultati, nei mille incontri, nelle grandi sinergie.
Ad arricchire l’incontro, con passione e competenza, c’erano il Direttore di Aidepi (Associazione Industriali del Dolce e della Pasta Italiani) Mario Piccialuti e il prof. Luca Piretta, docente di Nutrizione e Patologie Digestive dell’Università Campus Biomedico di Roma.
Abbiamo parlato di quanto il mattino abbia davvero l’oro in bocca, specie per le attività creative, di come le prime luci dell’alba stimolino l’attività della corteccia frontale, la sede di ogni anelito artistico, di quanto la colazione, specie se dolce – accompagnata da carboidrati, latte e frutta – sia un toccasana per ogni nuovo giorno di mirabolanti avventure.
Il nostro discorso non si è fermato solo alla tavola arricchita dai prodotti dell’industria del dolce rappresentati da Aidepi ma ha raccontato di quanto, nel corso dei secoli, la colazione sia stata in mezzo a fatti culturali davvero importanti: tra i filosofi e i letterati del ‘700, per esempio, che frequentavano i caffè (dal Greco di Roma al Procope di Parigi) e volevano analizzare il mondo, a differenza dei rivoluzionari francesi che, in quegli stessi ambiti, magari sorbettando una bevanda e sbocconcellando un dolce, il mondo lo volevano rivoltare come un calzino.
A tale proposito, vi consiglio un libro: Barfly – Guida illustrata ai caffè letterari (Nuages). STUPENDO!
Ernest Hemingway e Victor Hugo hanno scritto pagine indimenticabili intorno alle 6 del mattino, nomi come Émile Zola hanno frequentato i caffè per vederci scorrere la vita e riportarla sulla pagina, altri pazzi della parola scritta hanno bevuto una cosa come cinquanta caffè al giorno (ogni riferimento a Honoré de Balzac è voluto) e infine tanti, tantissimi ancora, hanno reso immortale la colazione, inserendola nelle loro righe: la prima colazione di Prévert, la scatola dei biscotti di Murakami, la madeleine di Proust e il panino al formaggio svizzero con latte al malto che Holden Caufield consuma grazie alla penna di Salinger sono solo alcuni tra gli infiniti esempi.
La colazione ispira e sostiene i creativi, i creativi la amano perché è un gesto estetizzante, un momento per far decantare le mille sollecitazioni, una griglia di dettagli utili ad allenare la propria forma mentis, un abbraccio caldo che ci allontana da Morfeo e ci accompagna con dolcezza nelle cose del mondo.
Il nostro incontro di mercoledì scorso è stato utile e prolifico perché ha dimostrato che la colazione (il mio pasto adorato e irrinunciabile del giorno) è a tutti gli effetti amica di noi, poveri strambi e sconclusionati creativi!
Finisco col porvi una domanda altamente scientifica: se alla Regina di Alice nel Paese delle Meraviglie da giovane venivano alla mente ben sei cose impossibili prima di colazione, potete immaginare quante ne verranno a chi consumi con gioia la sua amata e sacrosanta prima colazione?!
Questo post è il risultato di una collaborazione con AIDEPI di cui vado molto fiera.
Grazie, come sempre, per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.
*PH. CREDITS:
le foto dell’evento sono di Justine – Le Funky Mamas;
le foto relative al libro Barfly sono la copertina e un’opera, quella di Pierluigi Longo dal titolo Giacomo Casanova ha una premonizione;
la foto di Audrey Hepburn è tratta dal film Colazione da Tiffany;
la foto di Alice è tratta da Alice Underground, spettacolo del Teatro Elfo Puccini di Milano.
La citazione del titolo è tratta da Ricomincio da qui, canzone di Malika Ayane che, a detta della stessa cantante, è stata in parte ispirata dalla già citata poesia di Prévert.
lo sfondo della prima foto lo conosco bene ………… chissà che belle colazioni produttive hai fatto ammirando la piazza le montagne la rocca e …..tuttoi lresto..
la colazione è molto importante ….è un po la benzina per partire bene in salita nno!!!!!!!!
caffè indispensabile
cioa cioa veronica
Una delle mie colazioni preferite? Al Michelangelo, con cappuccino e cacao a cascata!
Un sorriso, cara Veronica!