flâner (v.intr.)
1. bighellonare, gironzolare, andare a zonzo: — dans la ville, andare a zonzo per la città
2. gingillarsi, perder tempo: fais ton devoir sans —!, fa’ il compito senza perdere tempo!
(fonte: Garzanti Linguistica)
Il rientro dopo un’estate spagnola è stato morbido. Casa nuova, profumi nuovi, Parigi riempita degli arancioni e dei gialli autunnali.
I tramonti dalla finestra. Si capisce che si sta andando verso l’inverno, si capisce dal freddo, dal sole che inizia a farsi sempre più attendere e dalle notti lunghe.
I colori cambiano, iniziano i grigi, i cieli bassi, inizia l’aria di neve, la pioggerellina costante e le luci della città che si riflettono nelle strade perennemente bagnate.
Si vedono uomini arrampicati sui palazzi ad appendere le prime luci, ancora spente ancora quasi senza senso.
Si parla spesso di spirito natalizio ma io vorrei parlare solo dello spirito, di quella parte di noi che potrebbe rimanere sempre sorpresa ed “émerveillée” – come dicono i francesi davanti a tutto questo – se solo fosse qui, se solo fosse presente, se solo osservasse.
Parigi mi ha cambiata, ha cambiato il mio modo di osservare la vita, è assurdo come in una metropoli tra le più importanti e attive del mondo si possa ritrovare l’essenza della quiete.
Loro parlano di “flâner” tradotto è “gironzolare”, “perdere tempo” ma senza l’accezione negativa del termine, è una condizione che chiunque qui conosce.
È una sorta di trasporto, dove tu cammini e lasci che il tutto accada accanto a te, ti preoccupi solo di osservare ed ascoltare annullando per un momento il giudizio e lasciando che le cose si mostrino per quelle che sono.
È la vita che scorre presente, in un’attesa lieta, con la convinzione che quello che desideri arriverà, il quando e il come non è un tuo problema l’importante è farti trovare pronto a ricevere, esattamente come sai che anche questo Natale arriverà e con lui la famiglia, le luci, il pandoro con il mascarpone e una poltrona per due alla televisione.
Magari non sarà tutto esattamente come ce lo siamo immaginato ma da un certo punto di vista non è meglio?
Questa è la mia Parigi, un luogo dove lo spirito risorge luminoso e distrugge l’ego con i suoi attaccamenti, le sue paure ed i suoi dolori.
Un luogo dove t’insegnano a lasciare la presa, vivere l’istante presente e rimanere sempre all’ascolto. Sapendo che nel benessere dell’uno sta il benessere di tutti.
Nata il 05/10/1982 a Lodi da madre iraniana e padre italiano.
Crea un suo stile di pittura onirico-figurativo prendendo come spunto la vita. Trasferitasi a Parigi all’età di 30 anni, dove attualmente vive e lavora, ha ricevuto un atelier al 59 di rue Rivoli e sucessivamente a Jour et nuit cuture.
anche tu hai appena letto “Flâneur: The Art of Wandering the Streets of Paris”?
imperdibile vero? :D
Ciao, non ero a conoscenza di questo libro!Grazie, lo prenderò subito :)