Dove siamo rimasti esattamente?
Gli ultimi mesi sono stati un tale turbinio di emozioni e novità che ho scritto e cancellato l’inizio di questo post per ben tre volte.
Torno da voi per raccontarvi cos’è successo e mi accorgo che è da gennaio che non mi faccio viva da queste parti. Non ho mai pensato di chiudere il blog ma ho scelto di non esserne più schiava e così in questi mesi sono stata impegnata a risolvere un’annosa questione: scegliere verso dove andare, talvolta operando una feroce selezione dei progetti che mi trovavo sul tavolo e spesso, ahimè, tappando i buchi di qualche falla che, senza previsione alcuna, esplodeva come un geyser.
Direi di partire dalle agende.
Le #365di2018 sono state uno stillicidio, non voglio mentirvi. Se penso ai mesi passati, mi vengono i brividi.
Quando ho comunicato che avrei smesso di farle, molte persone (nella mia vita sensibile e in quella virtuale) mi hanno chiesto se fosse una scelta dettata dal loro fallimento.
Non sono state un fallimento. Ne ho vendute tantissime ma ero anche sola. Sola, senza strategie, senza aiuti logistici e senza reti di protezione.
Inoltre – questa la cosa che mi è pesata maggiormente – non riuscivo più a pensare ad altro, avevo perso di vista la mia creatività, mi muovevo indossando un abito mentale preso in prestito chissà dove, un abito che mi stava stretto e che, a dirla tutta, non mi piaceva neppure.
Mi mancava così tanto la mia creatività che finivo le giornate tra le lacrime, chiedendomi quando avrei potuto finalmente sentirmi libera.
Aggiungete il fatto che vivere da libera professionista in questo Paese è come decidere di andare sulle montagne russe senza cintura di sicurezza e avrete un quadro preciso della situazione.
Troppe spese, grandi pendenze, mesi che vanno decisamente bene e altri d’inattività… Insomma, sono arrivata a chiedermi se ne valesse davvero la pena.
Nel momento di massimo sconforto, però, ho deciso di reagire.
Sono tornata a sporcare la carta, ho disegnato, pensato, letto.
Ore solo per me, in cui non facevo altro che ritagliare e incollare. Ore passate a confrontarmi con i miei amici, con voci e orecchie coinvolte. Ore passate a chiudere gli occhi e chiedermi: “e adesso?”-
Poi, un giorno come tanti, neanche il più memorabile, ho stilato una lista di editori a cui avrei voluto proporre un progetto creativo. Non so come mi sia venuto in mente: ho preso un pezzetto di carta e ho scritto. La lista era composta da tre nomi, perché per il tipo di libro che volevo realizzare non c’erano tanti interlocutori.
Non ho contattato neanche tutta la lista, perché l’incontro con il primo nominativo ha sortito una rivoluzione immediata e incredibile, che ancora stento a credere possibile.
È dalla prima riga che voglio dirvelo…
Pubblicherò un libro, questa è la notizia!!!
Ma c’è di più: sarà un romanzo!
Avevo talmente allontanato da me l’idea di poter tornare a scrivere una nuova storia che, stilando la mia lista microscopica (che a guardarla mi muoveva una tenerezza infinita), non mi era neanche venuto in mente che sarebbe potuto capitare.
Il mio editore, invece, me l’ha proposto.
Ci siamo confrontati in un modo tanto rilassante e costruttivo che mi sono tornate mille idee al secondo e pure il ricordo di una storia che tenevo nel cassetto dei ricordi troppo ambiziosi… Non vi sto a spiegare che cassetto sia, sono certa che ne possedete anche voi uno!
Parlando, inoltre, è venuto fuori che anche lui voleva contattarmi e che, in un certo senso, il nostro era un incontro che aspettava solo di compiersi.
Bene, sto scrivendo un romanzo. E me la faccio sotto dalla paura.
Ma dopo tutti quei mesi di dolore e insofferenza, ho promesso solennemente a me stessa che lo farò prima di tutto per divertirmi e per giocare.
Lo farò per voi, certo, e per tutti coloro che mi vorranno leggere ma anche e soprattutto per fare la cosa che mi rende più felice al mondo: creare.
Vi scrivo questo lungo post per tre motivi importanti:
- Avrò bisogno delle vostre coccole e del vostro sostegno.
Dopo anni che frequento questo mondo, posso dire con assoluta certezza che la sua più grande croce risiede nel terrore (nero, sulfureo e limaccioso) di non essere capiti.
Quindi, sì, lo sto facendo davvero: metto le mani avanti e vi chiedo di supportarmi. - C’è stato un momento, faticoso e pungente, in cui parlare di agende mi provocava un vero malessere fisico ma vi confesso che, nonostante tutto, non sono mai riuscita a odiarle.
Con loro ho creato qualcosa di grandioso e bello e grazie all’insoddisfazione che hanno generato ho potuto ipotizzare nuovi panorami, nuovi aggiustamenti per il mio cammino futuro. In sintesi, senza di loro non sarei qui, a scrivere questo post.La rivoluzione nasce SEMPRE dalla privazione, scrivetelo sull’agenda (possibilmente la mia) e non dimenticatelo più.
- Chiedere è sempre un’ottima idea. Molte volte lamentiamo il fatto che novità e occasioni non bussino alla nostra porta. Ci diciamo pronti, siamo certi di essere portatori di un valore aggiunto inesplorato, guardiamo le fortune degli altri e ci chiediamo sconfitti “… e perché io no?”.
Ma siamo davvero certi di avere chiesto? Siamo certi di avere tatuato sulla pelle quello che veramente vogliamo (questa frase in corsivo me l’ha detta una persona a cui tengo molto)? Essere onesti con se stessi talvolta è doloroso ma, a conti fatti, è il più grande regalo che ci si possa fare.
Bene, che ne dite se ogni tanto torno qui per raccontarvi come procedono le cose?
Grazie per essere arrivati a leggere fino a questa riga e grazie alla scuola Dojo Ruan Boxing per avermi permesso di fare le foto più simboliche di sempre.
Un sorriso,
Camilla
Zelda was a writer
In bocca al lupo per questo nuovo ed entusiasmante progetto! È bello leggerti così felice, davvero. Il nostro sostegno incondizionato,sempre e comunque!
Grazie cara Irene!
Mi prendo le tue parole e le stringo forte!
Un sorriso <3
Semplicemente in bocca al lupo! Leggere questo articolo mi ha messo di buonumore. Siamo sempre e solo di dove vogliamo essere, tutto il resto è geografia della scusa.
Grazie Jessica! È vero: il resto è solo scusa! Un bacio con schiocco!
Forza Camilla.. non vedo l’ ora di avere il tuo romanzo tra le mani per perdermi tra le sue pagine.. un grandissimo in bocca al lupo ?
Crepi il lupetto, cara Samuela!
Grazie di essere passata qui <3
Cami,
grazie di aver condiviso questo percorso… aspetto con ansia il tuo libro, perché leggerti mi anima il cuore.
Ti voglio bene
Anche io ti voglio bene, Martina!!!
Ora speriamo solo che siano parole rispondenti alle attese!:)
Complimenti per la capacità di raccontarti e raccontare la tua vita! Non è semplice ma sa tanto di libertà…
Buona creazione
Cristina
Ciao Cristina! Grazie, spero davvero lo sia: è l’unico modo che conosco!
Un abbraccio stritolante,
Camilla
Cara Camilla, non passavo da queste parti da quando fui “costretta dalla vita” a chiudere il mio blog, e leggerne altri mi faceva venire il magone.
Sono contenta di ritrovarti sempre qui, ad ispirare i tuoi lettori con il tuo amore, il tuo entusiasmo, la passione e l’innata bravura.
Leggerti è davvero un piacere, e non vedo l’ora di avere il tuo nuovo lavoro tra le mani. Nel frattempo, mi dedico alla rilettura di Farfalle in un lazzaretto.
Grazie sempre, e in bocca al lupo per tutto.
Ciao Laura!
Grazie infinite per le tue parole, mi prendo il tuo in bocca al lupo e lo adagio qui, sulla mia scrivania, tra parole, speranze e colori.
Se non sono indiscreta, come mai hai chiuso il tuo blog?
Ti abbraccio,
Camilla
Ciao Cam, leggerti adesso così colpita dalla vendita delle agende mi mette sgomento e paura.
Faccio la stessa cosa, nel tempo che mi rimane libero dal lavoro, e mi è capitato di vivere periodi di burnout, in cui fermo qualsiasi attività di stampa.
Ma, per bene o per male, non vivo di questo e ho potuto fermarmi senza particolari indugi.
Mi spaventa che le cose che ci piace fare possano darci questo colpo, un tempo sostenevo proprio che temevo le mie passioni – trasformate in lavoro – potessero darmi ai nervi portandomi a perdere il mio interesse verso esse.
L’alternanza è il nostro ossigeno, fare un lavoro che ci permetta di cambiare attività pur concedendoci la possibilità di vivere e rimanere sempre nel nostro ambito credo sia la salvezza e sono felice tu abbia ritrovato il tuo spazio di serenità :)
un abbraccio
Nessuno sgomento o paura, questa è una storia di rinascita. Quella che auguro mi accada altre mille volte e che auguro anche a te!
Mille baci, cara Cinzia!
Camilla