24 Gennaio 2020

Il Museo delle Promesse Infrante

Camilla - Zelda was a writer

Reviews

Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

Il mese di gennaio è passato in compagnia della lettura creativa di un libro chiamato “Il Museo delle Promesse Infrante” di Elizabeth Buchan (Edizioni Nord).

Per chi fosse nuovo a questo genere di progetto, ecco un breve riassunto del mio approccio creativo: in genere mi capita un libro tra le mani (accompagnato con una richiesta da parte di una casa editrice di farne quello che la mia fantasia mi suggerisce). Lo leggo, lo analizzo e me lo immagino. Non sempre riesco a costruirci un lavoro perché una condizione necessaria è che il libro mi coinvolga, che parli prima di tutto alla me lettrice. Quando capita, però, è una festa di colori, pensieri e imprese visuali!

Alla fine di ogni avventura arrivo qui a raccontarvi come è andata e a raccogliere tutto il materiale condiviso su instagram.

“Il Museo delle Promesse Infrante” è stato raccontato così:

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 1/5 
10 GENNAIO 2020
Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

“C’era un insolito pacchetto di sigarette ricoperto di colonne di numeri cui erano allegate le parole Accordo di divorzio”.

Il Museo delle Promesse Infrante si trova nella zona di Canal Saint-Martin, a Parigi, ed è opera di Laure Carlyle. Raggruppa oggetti simbolo inviati da persone comuni e intrisi di significati che vanno ben oltre il loro semplice utilizzo. Ci sono federe di cuscini che raccontano matrimoni interrotti bruscamente, biglietti ferroviari di viaggi mai compiuti, scacchiere di legno che hanno regalato vittorie ma anche disfatte cocenti.
Ogni oggetto viene lasciato al museo per raccontare la promessa mancata, il dolore e la sconfitta: chi dona vuole allontanarsi da una presenza e da ciò che rappresenta. Una volta lasciato ed esposto, ogni feticcio parla magicamente di nuove fratture, di nuove ferite a tutti coloro che gli passano vicino e che, inconsapevoli, lo guardano attraverso il filtro della propria esperienza.

Questo libro, scritto da Elizabeth Buchan, è uscito ieri per Editrice Nord. Parla del legame complesso e paradossale che ci lega agli oggetti, ma anche di una storia d’amore spezzata dall’insensatezza e dalla violenza di un regime. Ve ne parlerò tra qualche ora, con una nuova immagine. Inutile dirvi che non vedo l’ora! ❤️ Buona lettura!

 

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 2/5
12 GENNAIO 2020Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

“Questi oggetti t’invitano ad affacciati sull’orlo di un abisso”

Siamo sempre nel Museo delle Promesse Infrante di Laure Carlyle. Si trova a Parigi, nella zona del Canale Saint-Martin, e raggruppa oggetti che hanno dismesso i panni del quotidiano per diventare luoghi dell’anima, potentissimi feticci di storie interrotte e di atti mancati.

Sappiamo poco di Laure, ma tutto ci fa supporre che la sua attenzione verso le cose e le loro connessioni più intime arrivi da lontano. E così, mentre il museo lotta per la sua sopravvivenza e viene invaso da pacchi come quello che vedete in foto (“una misteriosa scatola di conchiglie, senza l’indirizzo del mittente”) Elizabeth Buchan, l’autrice del libro, ci porta indietro nel tempo, ai vent’anni della misteriosa Laure. La troveremo a Praga, nel 1986, durante il regime comunista, alle prese con un lavoro da babysitter e un nuovo amore. Un amore libero, doloroso, indimenticabile.

In pieno regime manca l’ossigeno, le persone vengono continuamente spiate e ogni azione, ogni pensiero, ogni speranza vengono passati al vaglio della censura. Pian piano Laure si rende conto che la libertà, data troppo spesso per scontata, è il tesoro più grande che esista. Ma di questo ne parliamo la prossima settimana❤️

 

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 3/5
14 GENNAIO 2020Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

La storia di Laure Carlyle, protagonista del romanzo di Elizabeth Buchan uscito giovedì scorso per Editrice Nord, ci delizia e ci strattona.

Il breve periodo passato a Praga, nel 1986, in pieno regime comunista, è per Laure un tempo agrodolce, di amore e di violenza. Il primo amore, quello totalizzante dei vent’anni, procede di pari passo con la violenza, il sopruso e l’ingerenza di un potere sordo e deviato che annienta ogni anelito di libertà. La gioventù è schiacciata, l’arte è tenuta sotto chiave e le persone vengono schierate le une contro le altre, in un un gioco sadico di controllo e privazione. Milioni di occhi serrati si muovono su un territorio minato, dove una parola sbagliata o un gesto ritenuto sovversivo può far saltare in aria tutto, senza distinzioni di sorta, senza alcuna umanità.
Laure sperimenterà il dolore di chi non ha voce, il dramma di chi non dispone di nulla, né dei suoi pensieri, né del suo corpo.

Le pagine dedicate ai suoi giorni a Praga sono sintetizzate da un telefono nero, che suona a intervalli regolari e che, con un semplice squillo, può decidere della vita, dell’amore e della libertà di chiunque.

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 4/5
17 GENNAIO 2020

Siamo nel 1986, a Praga. Il gruppo di giovani a cui si avvicina Laure Carlyle, la allora ventenne protagonista del libro di Elizabeth Buchan, vive un profondo rifiuto nei confronti del regime comunista che sovrasta e smorza ogni anelito di espressione e indipendenza.

Non potendo – e non volendo – usare le sue stesse armi inquisitorie, questo gruppo sceglie di rispondere alla violenza con la cultura e attinge alla vasta tradizione artistica del proprio Paese per mandare messaggi al mondo, per ricordare a tutti coloro che si sentono oppressi che non sono affatto soli, che un cammino verso la libertà esiste. Anche se impervio, anche se pericoloso.

Le storiche marionette cecoslovacche diventano rappresentanti del loro sentire, sono tanto significanti e libere da smettere di avere bisogno persino dei fili che le dirigono. Spezzare quei fili significa trovarsi soli e in pericolo, in un mondo oscuro e minaccioso. Spezzare quei fili è l’unica via possibile per tornare a respirare, per sentire che la propria vita ha un senso, anche a costo di perderla per sempre.

Torno presto con l’ultimo artwork di questo lavoro appassionante. Grazie per essere qui ❤️

 

ZELDA RACCONTA “IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE” 5/5
21 GENNAIO 2020Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer[Era solo amore]

Era solo amore il sentimento che muoveva i giovani a Praga, durante l’estate del 1986. Amore per la libertà, amore per la vita, per le sue scoperte folgoranti e suoi eccessi. Amore per la cultura e per l’arte.

Finisce con questa immagine la lettura creativa de “Il Museo delle Promesse Infrante” di Elizabeth Buchan (Editrice Nord). Dentro ci trovate tutto: un’idea di marionetta – la Marenka, donna prossima al matrimonio, con due occhi dal colore diverso, lunghi capelli e un velo che attende di essere indossato – e i suoi fili. Spezzati, da annodare, aggrovigliati in una massa insensata di lacrime e privazioni. Ma il vero protagonista del libro è il riscatto, non di certo il dolore, perché per i giovani protagonisti di quella estate afosa e oscura non c’è stata gabbia che li abbia allontanati dal desiderio di espandersi, di migliorare, di conoscere.
Per loro era solo amore, nient’altro che quello.

Grazie per avere camminato con me ❤️

Il Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writerIl Museo delle Promesse Infrante | Zelda was a writer

Questo post è il risultato di una collaborazione con Editrice Nord di cui vado molto fiera. Grazie a Controcorrente Milano per avermi aiutato nel reperimento di molti degli oggetti che vedete.
E grazie a voi, come sempre, per il sostegno che dimostrate al mio lavoro. 

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