“Il nuovo oroscopo personale 2020” (Rizzoli) di Ginny, al secolo Chiara Viola, è uscito da qualche settimana e, da quando mi è finito tra le mani, ho desiderato con tutta me stessa incontrare la sua autrice.
Chiara è un’astrologa, un’anima luminosa e infaticabile che si divide tra il suo Una parola buona per tutti, collaborazioni giornalistiche e un appuntamento settimanale dai microfoni di Radio DeeJay.
Il nostro incontro, a pochi passi dall’Arco della Pace, è stato una vera folgorazione.
Si vede che il cielo sopra di noi aveva unito punti speciali, si vede che era in atto un bel movimento di pianeti e che il Sole, nascosto tra la nuvolaglia densa e umida di una giornata di fine ottobre, ci seguiva di nascosto, tifando per noi.
Ho incontrato Ginny grazie a Scholl. Il nostro “Nelle scarpe di…” è giunto alla sua fase finale. Nel corso degli ultimi due anni, questo progetto mi ha fatto incontrare persone interessanti e coraggiose. Ogni incontro mi ha permesso di indagare su nuovi modi di attraversare la vita e di raccontarveli con entusiasmo, nella speranza che diventassero piattaforme inedite per nuovi slanci personali.
Ginny è una di queste persone coraggiose. Ha cambiato vita, ha scelto la sua strada, si impegna ogni giorno senza sconti e non è mai sazia dei suoi nuovi panorami. Cammina spedita e me la immagino pure saltellare, da tanta e tracimante la passione che la muove.
Ginny ha scritto un libro generoso e divertente, ve lo consiglio!
Diviso in due parti, fornisce prima di tutto gli strumenti per conoscere l’astrologia e considerarla un linguaggio fertile, utile a incrementare la percezione di noi nel mondo.
Siamo sovrastati da un cielo immenso e in continua trasformazione, le cui energie producono influenze che non possono non orientare la nostra vita. Noi, così piccoli ed esposti, guardiamo cieli zeppi di stelle che sono già diventate altro. Noi, così ancorati alla terra e alla sua materia, speriamo che nulla rimetta in discussione il nostro rincuorante bisogno di stasi.
Il mondo cambia, i cieli corrono, le costellazioni disegnano forme e simboli, i pianeti influiscono sulla nostra vita.
«Non è divinazione e nemmeno un mirabolante trucco da mago» mi dice la mia ospite «l’astrologia è linguaggio». Un linguaggio con le sue regole, dove ogni elemento, anche il più piccolo, contribuisce a definire la nostra unicità.
«L’astrologia» – aggiunge Ginny – non ingabbia le persone in 12 segni, ma permette loro di estendersi». Estendersi e contemplare, anche ciò che è lontano da noi mille miglia, ciò che non si vede ma esiste, ciò che si muove con logiche proprie, distante dai nostri tormenti e dai nostri crucci.
Maggiori sono i modi di guardarci e di definirci e più completa sarà l’idea che costruiremo di noi.
E allora perché non aprirsi a nuove espressioni di sé? Perché non contemplare anche quello che, seppure lontano dalla nostra forma mentis, ci offre un’occasione per evolvere e conoscere?
L’altro giorno con Ginny abbiamo anche giocato. Abbiamo riso e ci siamo raccontate la vita. Con noi Justine, i progetti, la pizza, il cielo brumoso, i temi natali e le speranze. Tante speranze. Di fare bene, di non smettere di farsi domande e di cercare, di organizzare più incontri di questo tipo.
Le ho chiesto di dirmi come cammineremo nel 2020. Ecco quello che mi ha detto:
Segni di Terra (Toro, Vergine e Capricorno): faranno della velocità una compagna di viaggio, non sarà escluso vederli marciare.
Segni d’Acqua (Cancro, Scorpione, Pesci): grazie Nettuno voleranno. Il loro sarà un anno di grande interiorità.
Segni di Fuoco (Ariete, Sagittario, Leone): correranno a causa di Marte, che nella seconda parte dell’anno li influenzerà a tal punto da renderli trasgressivi.
Segni d’Aria (Gemelli, Bilancia e Acquario): passeggeranno, piano piano, verso il 2021, quando le situazioni pendenti arriveranno, finalmente, a una soluzione.
Lo si dice spesso, ma mai abbastanza per i miei gusti: le nostre ferite sono i nostri punti di forza, in essi risiede il potere dell’unicità. Non smetterò mai di capire chi io sia, quali forze mi sovrastino e quanti e quali oscuri mondi alberghino in me. Userò tutto, dentro e fuori da me. Non avrò timore di frequentare nuovi linguaggi, nuovi punti di vista. Fate lo stesso, senza paura!
Breve ragguaglio sulle Scholl di questo post.
Io ho camminato con le mie Danabel, le scarpe di questa stagione che più amo. Mi permettono di essere comoda senza rinunciare all’estetica. In più, essendo io già tanto alta, hanno un tacco di circa 5 centimetri che non mi fa sentire oltremodo svettante. Altre notizie interessanti: la fodera di questo tronchetto è trattata con Aloe Vera e il plantare è in Scholl Memory Cushion®, tecnologia che mi consente di distribuire il mio peso lungo tutta la pianta dei piedi. Insomma, consiglio!
Grazie come sempre a Justine per le foto che scatta durante i miei incontri.
Questo post è il risultato di una collaborazione con Scholl di cui vado molto fiera.
Grazie, come sempre, per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.