Scriverò cartoline finché ci saranno francobolli. Finché avrò soldi nel portafoglio e finché ci saranno le buche delle lettere. Scriverò cartoline finché ci sarà qualcuno che ricevendole comprenderà l’importanza del gesto, ancora prima di quella del contenuto. Scriverò cartoline a chi amo.
Volano leggeri gli intenti della qui scrivente. Ho praticamente riempito un intero taccuino di milioni di idee per cambiare il mondo. Si tratta di progetti assolutamente compositi, capaci di spaziare dalla geofisica all’arte! Alcuni mi gravitano sulle spalle da giorni come i fedeli pappagalli del pirata uncinato, altri si riveleranno alla fine della vacanza, uscendo dal cappello del mago, come fossero colombe.
Ora c’è la difficile fase dell’attuazione.
Basterebbe un esiguo 10% per ritenermi pienamente soddisfatta. Ma sento un fermento così vero e creativo tra le persone con cui condivido giorni e fatiche che non vedo l’ora di tornare a casa per tentare, credere, fare e disfare.
Il tramonto di questo posto sembra non avere segreti. Arriva silenzioso e te ne accorgi solo perché il cielo cambia. Cambia ma non si adombra, al contrario pare aprirsi, sorridere.
Mi dico che forse ride di noi, degli zoccoli troppo alti, dei tapis roulant infaticabili, degli orecchini che paiono cavatappi e dei grazie che si sono dati inspiegabilmente alla macchia.
Sembra la cosa migliore che ti possa capitare, il tramonto di Rublolandia. Arriva inesorabile, alla fine di giornate di vociare inconsulto, di biciclette che ti portano via le vesti, di pretese assurde, destinate a durare meno della vita di una farfalla. Si porta con sé il colore delle pesche, delle guance che s’infuocano, dei primi baci appassionati. E si proietta sulle persone per un tempo che sembra infinito, composto, atavico. Appena prima delle stelle, appena prima dei sogni.
Penso che porterò a casa anche questa sensazione ovattata e ingenua. Questa meraviglia di eleganza silenziosa.
Perché uno degli intenti per il prossimo corso delle cose è quello di fluttuare nelle vicende della vita, come un tramonto color arancia. Di essere saggi quel tanto che serve ad essere liberi, sgonfi, nudi; nello stesso magico modo in cui certe cose sanno riverberare i ricordi di una giornata vissuta con il coraggio del tentativo e con quello della speranza.
Grazie. Sempre. Per le magnifiche intuizioni che mi regalate.
xoxo
Grazie Camilla. Grazie perché ho qui davanti a me ‘I cani e i lupi’ e ‘Cosa tiene accese le stelle’. Grazie perché mi hai fatto tornare la voglia di leggere qualcosa che non fosse una fiaba per bambini prima di addormentarmi. Ma ora, secondo te, posso mollare questo ufficio con la luce artificiale e le persone pure, scapparmene da qualche parte a leggermeli tutti e due d’un fiato in una giornata sola?
attendo la tua autorizzazione a procedere.
;)
m.
Ah, buon primo dell’anno!
M.!! Ma grazie a te! Per questo commento e per la voglia di condividere gioia.
Io direi di fare così: usiamo i lavori noiosi e impediamo che accada il contrario… in fondo è solo una questione di come si guarda la vita. I lavori noiosi sono utili per i nostri progetti di libertà. Ogni volta che ne inizio uno penso che sarà l’occasione per concedere maggiore sostanza alle mie idee. <3
Buon anno con tutto il cuore, sento che sarà speciale!!
cara camilla, ieri sera, mentre ero sprofondata nel mio cuscino, con vicino il mio scaldotto di 7 anni da controllare, ho pensato a te quando ho letto:
‘(…)sono convinto che l’entusiasmo sia una delle virtù migliori, perché è contagioso. Anche la depressione e il cinismo sono contagiosi, a dire la verità, ma da quella parte mi sa che i posti sono già tutti occupati’. Lorenzo Cherubini in ‘Cosa tiene accese le stelle’.
Continua a contagiarmi!
;)
m.
p.s. luce artificiale spenta! E starò ben attenta dal non farmi usare da questo lavoro un po’ noioso.
grazie, cara m.!
domani ritorno con la speranza che questo colorato bisogno di contagiarsi di bene produca effetti tangibili e coinvolgenti!
un abbraccio stritolante!!