Anniel (per chi non la conoscesse –> qui) ha compiuto 40 anni e, in occasione della sua festa di compleanno, ho capito che abbiamo un sacco di cose in comune.
Abbiamo circa la stessa età e tutti e due siamo passate dalle scarpe di danza al glitter. Ad Anniel la danza è venuta decisamente meglio. Io, però, in fatto di glitter non ne ho mai sbagliata una.
Andiamo con ordine.
Quando ero ragazzina ero talmente dinoccolata da sembrare un cavallo marionetta.
Avete presente il cavallo marionetta, il suo incedere convulso e tutto scatti? Avete presente il suo bisogno esponenziale di spazio attorno e il buffo movimento degli arti? Ecco, io ero circa così.
Essere nata alta non mi aiutava di certo.
Oggi è un valore aggiunto perché, per esempio, se ingrasso distribuisco meglio i chili ma allora era un dramma. Avessi saputo allora di questo superpotere forse le cose sarebbero andate diversamente!
Mi suggerirono di provare con la danza: mi avrebbe ingentilito e avrebbe contribuito a rendere il movimento più fluido. È andata così, ve lo posso giurare!
Almeno quanto leggere libri ha educato i miei discorsi in puro stile Nembrot, la danza mi ha ingentilito. Ma devo ammettere che se per questi ultimi – i libri – sono decisamente portata, per la danza no, non sono mai stata una potenziale Carla Fracci.

Ok, sto esagerando!
Nonostante tutto, sono certa che la mia stagione danzereccia sia stato un periodo della vita bellissimo, tanto bello da ricordarlo stupefacente e contemplativo, tanto bello da essermi trasformata molto presto in una spettatrice appassionata.
Sarebbe utile si dicesse più spesso che non sempre quello in cui non eccelliamo affatto rappresenta una disfatta.
Io con la danza ho imparato a camminare dritta, cosa che per esempio le tanto glorificate scarpe ortopediche anni ’70 non erano riuscite a farmi fare.
Ho capito quanto è bello perdersi in una diagonale, zompettare come un furetto coordinato (perdonatemi, non ho mai potuto ambire a niente più di questo), chiudere gli occhi in attesa che parta la musica, emozionarsi, sentire il ritmo dentro, partire con uno slancio che la vita non ti permette di ricreare, avere una coreografia in mente e riprodurla fino alla perfezione.

ph.: Justine Le FunkyMamas

Nella foto: Scarpe Anniel con calze “nataline” di Oybō
Oggi ringrazio anche quelle ore perché è banale ma così poeticamente vero che nella vita serve tutto, anche gli occhi in aria e le risatine alle spalle. A riprova di questa grandissima verità, le sue lezioni mi sono servite e per lunghi anni mi sono sempre trovata in mezzo alla pista di una discoteca, a divertirmi come una pazza. Più articolata, meno cavallo marionetta.
Ho mollato le scarpette da danza molto presto – confesso di guardarle sempre con tanto amore – ma ho iniziato a indossare il glitter, in ogni forma possibile, e devo dire che questo amore non mi ha più abbandonata.

ph.: Justine LeFunkyMamas
Non tutte le grandi passioni valgono allo stesso modo per tutti, non tutti gli amori possono durare per un tempo deciso a tavolino. Sul glitter invece non ho dubbi: è per sempre.