DO YOU HAVE A SEC? HAI UN SECONDO PER ME?
Alzi la mano chi non ha un numero da chiamare per chiedere un istante – che poi non è mai tale – di consigli e supporto. Un numero amorevole, pronto a farsi carico delle nostre emergenze, quelle, per intenderci, che non spostano di un millimetro l’asse terrestre.
Capita anche a Sylvia, personaggio buffo e sconclusionato di Do you have a sec, un progetto di Laura Anzani.
Laura è una mia cara amica ma soprattutto un’attrice piena di talento e di energia. In ognuna delle puntate della sua storia, Sylvia chiama un’amica – dotata di una pazienza infinita – e inizia a esporre una serie infinita di tragedie del quotidiano.
Sylvia è un personaggio ben calibrato nella sua totale assenza di equilibrio, pronto per essere ascoltato e seguito in ogni dove (—> lo trovate su youtube e su facebook <—). Pieno di buona volontà e capace di grandi slanci, è preda di un’ingenuità disarmante che lo avvicina subito al nostro vissuto, alle nostre simpatiche sventure.
Ho deciso di raccontarvi questo progetto attraverso alcune domande.
Parla Laura Anzani perché Sylvia al momento è al telefono.
C: CHI È SYLVIA?
L: Sylvia è una donna italiana, trasferitasi a New York diversi anni fa. La classica fuga dopo la fine di una storia d’amore.
Fuga che si conclude alla prima fermata: New York.
Brooklyn, per la precisione, ché Manhattan è davvero inaccessibile e anche troppo piena di energia: se Sylvia ci si ferma una notte non dorme.
È vegana per scelta – lei, io invece, dopo due anni di dieta vegetariana, ho scoperto di essere intollerante ai legumi… Fai tu! – anche se il pollo arrosto che le faceva il padre resta il suo piatto preferito.
C: IL TRATTO DEL SUO CARATTERE PIÙ EVIDENTE È UNA SORTA DI CANDORE, UNA CAPACITÀ INFALLIBILE DI TROVARSI SEMPRE IN QUALCHE PASTICCIO. QUESTO TRATTO LA RENDE IMMEDIATAMENTE UNA DI NOI. È UN ASPETTO SU CUI HAI LAVORATO O È NATO SPONTANEAMENTE?
L: È nata da sola, così com’è. Ho acceso la videocamera e deciso di cosa avrebbe parlato ma le parole esatte e il suo punto di vista sono arrivati improvvisando.
Nessuna pillola è scritta a tavolino. Laura decide l’argomento e Sylvia gli dà vita in un modo tutto suo. Diciamo che, pillola dopo pillola, ho cominciato a conoscerla sempre di più e quindi adesso le improvvisazioni sono più dirette. All’inizio io stessa, una volta finita una pillola, mi divertivo a riguardarla e mi stupivo di cosa fosse venuto fuori.
Mi ha colpito molto il mio senso dell’umorismo e la capacità di stravolgere il senso delle situazioni, trovando sempre un lato positivo.
C: COME MAI SYLVIA PARLA IN INGLESE?
L: L’inglese è la lingua con cui ho imparato questo mestiere, negli Stati Uniti. Per me recitare in inglese risulta più spontaneo. Non più facile ma più organico. E non perché metto una “maschera” e quindi mi sento più protetta…Semmai è l’esatto opposto!
L’inglese è la lingua con cui ho tolto quella maschera che crescendo mi sono cucita addosso, è la mia lingua delle emozioni. Ho provato a rifare delle pillole in italiano ma la caratteristica così naïve di Sylvia scompariva perché l’italiano è una lingua molto meno diretta, più musicale, la mia voce naturalmente cambia e quindi ho deciso di tenerla così com’era nata.
Non è mai bello cambiare e modellare una creatura per venire incontro al gusto della maggioranza. Ogni progetto artistico a mio parere si deve sviluppare seguendo un proprio percorso… E Sylvia è nata e sta crescendo con me che la guido ma la lascio anche libera di esplorare ed esprimersi per quella che è.
C: CHE RAPPORTO AVETE? COSA VI AVVICINA E COSA VI RENDE DUE UNIVERSI PARALLELI?
L: Sylvia mi ha letteralmente salvata. Mi ha permesso di scoprire che nel mio cuore non c’è solo pesantezza cosmica, tutt’altro!
Ho tirato fuori un lato di me stessa e del mio lavoro che non conoscevo (lo intuivo ma non lo avevo mai affrontato) e mi sta aiutando a cercare il bello anche nelle cose brutte che vivo o vedo o sento. Perché, anche se lei ne combina di tutti i colori, si trova spesso senza un soldo e da sola, ha comunque la forza di sorridere.
Perché? Per due certezze: la vita è meravigliosa nonostante tutto e -cosa non da poco -non è sola! È senza dubbio la personificazione del mio lato infantile che spesso e volentieri mi ficca in pasticci da capogiro ma che sa anche regalarmi la capacità di vivere le emozioni in modo estremamente intenso (mi sono sentita dire che sono ottocentescamente ottocentesca, da tanto sono drammatica!).
In questo ci assomigliamo moltissimo. Ma le storie che vive e racconta sono frutto della mia fantasia… Partono magari da una frase sentita o vissuta ma si sviluppano da sole.
C. COSA PENSI LE CAPITERÀ NEL PROSSIMO FUTURO?
L: Cosa penso o cosa sogno per lei? Domanda difficile, difficilissima!
Non so dirti che ne sarà. Ho un sogno che, però, tengo per me. E lo alimento soltanto davanti al Gohonzon – io sono buddista, Sylvia no.
Certo, spero con tutto il cuore che la sua amica all’altro capo del telefono non la mandi mai a quel paese!!
Sylvia ha deciso di farvi dei personalissimi auguri di Natale!
Ecco qui il video pensato proprio per Zelda: :)
Se, come me vi siete irrimediabilmente innamorati di Sylvia, non perdete i prossimi secondi delle sue avventure!
Camilla
Zelda was a writer
Do you have a sec: youtube | facebook